Festa con il Vescovo alla Fondazione Villa S. Cuore coniugi Preyer

L'occasione sono stati i 50 anni di attività nell’attuale sede di via Preyer 20 a Casalmorano

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Era il 1968 quando a Casalmorano ospiti e personale dell’Ospizio Vecchi e Poveri di via Marconi si trasferirono nell’edificio della “Villa S. Cuore”, opera di grande carità cristiana voluta dall’indimenticabile arciprete don Albino. Il giubileo è stato festeggiato il pomeriggio di sabato 14 aprile con la celebrazione della Messa presieduta dal vescovo Antonio Napolioni.

La liturgia è stata preceduta dal saluto del presidente Virgilio Galli che ha ringraziato per la presenza i numerosi rappresentanti istituzionali: sindaco e consiglieri comunali, Consiglio di amministrazione della Fondazione e amministratori che si sono succeduti negli anni, presidenti e direttori delle case di riposo di ispirazione cattolica del Cremonese, sacerdoti originari di Casalmorano e che qui hanno svolto il loro ministero. Erano presenti gli ospiti ed il personale della Fondazione ed una folta rappresentanza della popolazione di Casalmorano.

Il presidente Galli ha descritto come la casa di riposo sia diventata, nel tempo, un punto di riferimento per il territorio nel quale è integrata e partecipe di molte iniziative di carattere sociale che la comunità riesce ad esprimere. Pensare oggi Casalmorano senza la casa di riposo sarebbe assolutamente inimmaginabile. Ma per essere al passo con i tempi e per raccogliere le sfide che la società propone in termini di assistenza e di risposta ai bisogni dei più fragili c’è bisogno che la cura e la sensibilità dei cittadini, verso questa realtà, non vengano mai meno.

Di seguito, a mons. Angelo Talamazzini, sacerdote originario di Casalmorano, il compito di descrivere la figura di don Albino Ghidetti. Con grande delicatezza e affetto di giovane avviato al seminario proprio da don Albino, ha delineato lo stile senza retorica con cui esprimeva tutto il suo ricco mondo interiore, fatto di chiarezza, fervore e semplicità. Incontrarlo significava conoscerlo, apprezzarlo, amarlo e goderne dell’amicizia. Schivo a spartire con altri le sue croci, aveva un bisogno incontenibile di spartire le sue gioie con tutti. L’attivismo di don Albino, che non si è risparmiato in opere di grande carità cristiana e attenzione a tutte le fasce di popolazione è sfociato nella sua più grande opera voluta con caparbietà pur consapevole dell’enorme sacrificio economico che avrebbe comportato: la Casa di Riposo. Proprio per questo nel segreto del suo animo la consacrò al Sacro Cuore, con la promessa di denominarla “Villa S. Cuore” qualora fosse riuscito a realizzarla.

Per l’occasione il Consiglio di amministrazione della Fondazione ha provveduto alla ristampa della pubblicazione sulla vita di don Albino, edita dal Comune di Casalmorano nel 1992, offrendola agli intervenuti ed a quanti ne faranno richiesta.

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