Due nuovi diaconi permanenti per la Chiesa di Cremona: Roberto Cavalli e Walter Cipolleschi ordinati dal Vescovo in Cattedrale

Monsignor Napolioni ha presieduto il rito di ordinazione: «Siate segno della carità di Cristo che sgorga dal Vangelo e da uno sguardo fraterno sui fratelli»

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«La Chiesa di Cremona è in festa. Nel suo cuore, in questa Cattedrale, nel presbiterio, nel collegio dei diaconi, nelle famiglie e nelle comunità parrocchiali che accompagnano Roberto e Walter davanti al Signore per ricevere l’Ordine del diaconato. È un grande motivo di festa, speranza, impegno, preghiera».

Con queste parole il vescovo Napolioni ha aperto la celebrazione messa di ordinazione di due nuovi diaconi permanenti: Roberto Cavalli, 55enne di Caravaggio, e Walter Cipolleschi, 59 anni della parrocchia di “San Michele Vetere” in Cremona, quest’ultimo sposato e con due figli, accompagnati in Cattedrale dai rispettivi parroci, monsignor Angelo Lanzeni e don Aldo Manfredini.

La photogallery della celebrazione in Cattedrale

Il rito di ordinazione è iniziato dopo la proclamazione del Vangelo con la presentazione dei candidati e la loro elezione: chiamati per nome, hanno risposto «Eccomi». Sono seguite le domande, da parte del Vescovo, sulla loro idoneità prima dell’assenso che loro stessi hanno poi espresso.

Nella sua omelia, il vescovo Napolioni ha sottolineato la dimensione del servizio, origine e fondamento del ministero diaconale, facendo riferimento al Vangelo del servo debitore proclamato durante la liturgia della Parola: «Siamo servi di qualcuno che ci ha dato tutto, figli di un Padre di misericordia, buono e grande nell’amore»

«Anche voi – ha detto poi rivolgendosi ai diaconi – comportatevi da debitori. Voi siete più generosi di vescovi e preti: non avete lo stipendio! Chi ve lo fa fare, se non qualcosa che è a accaduto nel vostro cuore? Non apparizioni straordinarie ma la progressiva scoperta di quanto l’amore di Dio è fedele, nella famiglia, nella professionalità, nelle parrocchie, nelle amicizie… in quei mondi che non dovrete mai lasciare. Non venite “sequestrati” dalla Chiesa, ma venite riconosciuti come segno di Cristo servo, segno di questa sovrabbondanza di carità».

«Ripartite sempre dallo stupore di ciò che il Signore ha fatto per noi e vivete per il Signore in tutto quello che fate»: l’invito del vescovo è a fare del servizio diaconale un «servizio contagioso». «A voi – ha aggiunto – è chiesto di essere animatori della carità, stimolo della carità. Dalla carità che sgorga dal vangelo, che non è solo dare cose, ma dare senso, luce, consolazione. Dare il Vangelo significa dare la Verità con carità nell’incontro quotidiano con le persone».

Il vescovo ha ricordato poi l’urgenza di rimettere al centro il Vangelo, «perché – ha riflettuto – quando la vita cristiana non attinge alla sorgente, non si fida di un Dio “troppo buono e misericordioso”, diventa un problema: divide le comunità, disorienta. Allora lo Spirito suggerisce di ripartire dal Vangelo: fermiamoci, ascoltiamo il Signore e ascoltiamo i fratelli»

«Il vostro sguardo sui fratelli sia sempre uno sguardo fraterno, accogliente, al punto da riconoscervi compagni di viaggio. “Fratelli tutti”, ha aggiunto concludendo, con la citazione del titolo della prossima enciclica di papa Francesco: «I fratelli non si scelgono, i compagni di viaggio sul percorso della fede ce li dona il Signore nelle circostanze della vita».

Ascolta l’omelia del vescovo

Dopo l’omelia Roberto Cavalli e Walter Cipolleschi sono stati interrogati circa gli impegni propri dell’ordine diaconale. È seguito il canto delle litanie dei santi, l’imposizione delle mani del Vescovo e la preghiera di ordinazione. La liturgia è proseguita con i riti esplicativi: la vestizione dell’abito proprio (stola e dalmatica), la consegna del libro dei Vangeli e l’abbraccio di pace che per le attuali norme di sicurezza sanitaria è stato soltanto con il Vescovo e non con gli altri diaconi permanenti presenti.

La Messa quindi è continuata con la professione di fede e la liturgia eucaristica con i nuovi diaconi permanenti che hanno servito all’altare e poi distribuito le Comuioni.

Con l’ordinazione di Cavalli e Cipolleschi il numero dei diaconi permanenti in diocesi di Cremona arriva a 15.

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Il libretto della celebrazione

Biografia degli ordinandi

Roberto Cavalli, celibe, classe 1965 della parrocchia “Ss. Fermo e Rustico” di Caravaggio, laureato in Economia aziendale, lavora nell’ambito amministrativo per un’azienda che produce e commercializza software. Oratorio, Acr, Cl, fra gli altri, sono stati gli ambienti di crescita negli anni dell’adolescenza. Una esperienza di volontariato in Rwanda con l’ong Amici dei Popoli di Treviglio gli fece ripensare alla propria vita, portandolo a scegliere uno stile di vita che mettesse al centro i poveri e i sofferenti. Poi è arrivata la chiamata con il 2013 che ha segnato l’inizio del percorso di discernimento e formazione. Attualmente in parrocchia è impegnato nel servizio alla carità e nel servizio all’altare.

Walter Cipolleschi, classe 1961 originario di Milano, laureato in Economia e commercio, imprenditore nel settore informatico, coniugato e con due figli, vive a Cremona e frequenta la parrocchia “S. Michele Vetere”, dove si è sempre messo a servizio. Nel 1992 la predicazione di un diacono permanente durante un matrimonio di amici in Austria l’ha messo per la prima volta a contatto con questa realtà, sconosciuta e inaspettata. Ma è solo nel 2009 che nella direzione spirituale questo ministero viene approfondito sino ad avviare nel 2011 il percorso di discernimento.

Cavalli e Cipolleschi si sono formati presso l’Istituto superiore di Scienze religiose di Crema. Ammessi al percorso di formazione l’8 dicembre 2013 a Caravaggio, il 22 febbraio 2015 hanno ricevuto il ministero del Lettorato e il 14 febbraio 2016 quello dell’Accolitato.

 

Il diaconato

Il diaconato è il primo grado del sacramento dell’ordine ed è finalizzato all’aiuto e al servizio dei due gradi di partecipazione ministeriale al sacerdozio di Cristo: l’episcopato e il presbiterato. Dopo secoli di oblio, il Concilio Vaticano II ha rivalutato l’importanza del ministero diaconale per la vita della Chiesa come ruolo specifico in sé medesimo, sicché accanto al diaconato transeunte (tappa obbligatoria per essere ordinati sacerdoti) si è riscoperto il valore del diaconato permanente che consacra il battezzato a vita nel ruolo di servizio ministeriale e può essere conferito anche a coloro che hanno già contratto matrimonio.

La costituzione dogmatica sulla Chiesa “Lumen Gentium” dedica alla figura del diacono il  numero 29. A esso le mani vengono imposte «non per il sacerdozio, ma per il servizio» e tale servizio è esercitato nella liturgia, nella predicazione e nella carità, in comunione con il Vescovo e con il suo presbiterio. «È ufficio del diacono, – recita il documento conciliare – secondo le disposizioni della competente autorità, amministrare solennemente il Battesimo, conservare e distribuire l’Eucaristia, assistere e benedire il Matrimonio in nome della Chiesa, portare il Viatico ai moribondi, leggere la Sacra Scrittura ai fedeli, istruire ed esortare il popolo, presiedere al culto e alla preghiera dei fedeli, amministrare i sacramentali, presiedere al rito funebre e alla sepoltura».

TeleRadio Cremona Cittanova
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