Don Pozza: «All’inferno sta una percentuale di paradiso» (VIDEO)

Nella serata di venerdì 15 febbraio a Cassano d'Adda l'incontro con il cappellano presso il carcere “Due palazzi” di Padova, giornalista, scrittore e volto noto su Tv2000 e Rai

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«Ci vuole un anticipo di simpatia, senza il quale non ci può essere comprensione», queste le parole che don Marco Pozza ha voluto mettere quale introduzione al coinvolgente incontro “Non lasciamo cadere i nostri sogni”, svoltosi nella serata di venerdì 15 febbraio presso il TeCa di Cassano d’Adda ed organizzato in collaborazione tra Amministrazione comunale, Azione Cattolica, Comunione e Liberazione e Masci.

Don Marco Pozza, cappellano presso il carcere “Due palazzi” di Padova, giornalista, scrittore e volto noto della televisione per le sue apparizioni su TV2000 e Rai, non difetta certo di simpatia e di brio e ha quindi facilmente catturato l’attenzione degli oltre trecento presenti nel teatro.

«Gesù lo si incontra non tanto nella Bibbia, ma nello sguardo delle persone – ha tenuto a evidenziare don Marco -. Sant’Agostino in una delle sue opere chiede al ladrone: come ti sei accorto che Gesù, il crocifisso accanto a te, era il Cristo? Il ladrone rispose: lui mi ha guardato dentro e in quello sguardo c’era tutto».

«Ci sono sguardi di donna che un uomo non cambierebbe mai con il peno possesso del corpo di lei», ha poi proseguito il giovane ed esuberante sacerdote, citando con grande originalità Gabriele D’Annunzio e dipingendo, con la forza della poesia, una metafora che diviene prologo per un radicale cambiamento di vita. Quello stesso sguardo che il giovane sacerdote intreccia quotidianamente nei volti di Antonio, Jacopo e Filippo, i tre detenuti che hanno idealmente rappresentato il filo conduttore della serata. Questi ragazzi mostrano come vivere i sogni, «ci insegnano come quando una cosa nasce all’inferno e tu la porti fuori, questa cosa possiede una bellezza disarmante, che un sogno spezzato, dopo uno sguardo, può essere la via per la resurrezione».

«Non bisogna nascondere la miseria e le tristezza della propria storia – ha proseguito – occorre invece mostrare come dentro quella miseria c’è la percezione della bellezza, come dentro l’inferno ci sia una percentuale di paradiso che posso andare a scovare”. Una esperienza che don Marco Pozza vive tutti i giorni, a contatto con persone dalla storia difficile e tormentata ma mai orfana della speranza: «Dove non arriva la giustizia riesce solamente l’amore – ha commentato con efficacia il cappellano –. Come ricorda il Manzoni, Dio non toglie nulla ai suoi figli se non per preparare loro una gioia più grande».

Stralci di interviste video e brani della famigliare intervista a Papa Francesco, hanno completato la forza di una serata densa di emozioni e spunti di riflessione . «Finché hai ancora un pezzetto di storia in tasca da raccontare non sei fregato», ha concluso don Marco, che ha poi esortato tutti «a non parlare alla gente di Dio ma a di viverlo in maniera tale che la gente, vedendoti, ti chieda di Lui».

 

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