Diorami sulla vita di Gesù al Santuario di Caravaggio

L'esposizione, a cura di Francesco Bonvissuto, propone 28 scene, fatte a mano, raffiguranti gli episodi salienti della vita di Cristo

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Da domenica 4 marzo presso il Santuario di Caravaggio è nuovamente visitabile la mostra “Diorami della vita di Gesù” curata da Francesco Bonvissuto. L’allestimento si compone di 28 scene completamente fatte a mano, raffiguranti gli episodi salienti della vita di Cristo. Unico in Italia nel suo genere, intende offrire un percorso di riflessione e di meditazione capace di avvicinare il visitatore (anche non credente) alla Parola di Dio.

In ciascun diorama, corredato dal relativo brano del Vangelo (in italiano, inglese), sono collocate le statue, molto espressive e con vesti in tessuto, raffiguranti i vari personaggi, costruiti tenendo conto dell’epoca storica in cui è vissuto Gesù. Il visitatore si può avvicinare al diorama, senza vetro e quindi di più immediato impatto visivo. Gli effetti delle diverse prospettive e i giochi di luce riescono a dare allo spettatore la sensazione di “entrare” nella rappresentazione.

La mostra, allestita nella sala ex penitenzieria, è aperta dal 4 marzo al 28 ottobre secondo le seguenti modalità: ogni sabato, domenica e festivi dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18.30. Nel Triduo Pasquale apertura anche il Giovedì Santo e il Venerdì Santo. L’apertura sarà estesa dal martedì pomeriggio alla domenica nel mese di maggio, mentre a luglio la mostra sarà chiusa.

È possibile visitare la mostra anche in altri orari previo accordo telefonico con la Cancelleria del Santuario (tel. 0363-3571; e-mail info@santuariodicaravaggio.org). Inoltre l’autore è a disposizione per visite guidate, da prenotare contattando il 348-9122214.

Disponibile per i visitatori un semplice catalogo della mostra utile come guida e come strumento di riflessione e di preghiera.

Il percorso espositivo è fruibile anche ai non vedenti grazie anche alle didascalie in Braille, realizzare con la collaborazione del giovane Alfonso Fusco.

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Da un’ intervista all’autore Francesco Bonvissuto

Francesco Bonvissuto, artigiano di origine siciliane che ora abita in provincia di Padova, ha utilizzato il linguaggio del diorama per rappresentare la vita di Gesù in un affascinante percorso che si sviluppa in oltre venti scene.

Come è nata l’idea di rappresentare tutta la vita di Gesù? «Sono sempre stato appassionato di arte sacra, costruendo fin da ragazzo presepi artistici. Circa dodici anni fa ho assistito a un musical riguardante la Passione di Cristo e da lì è nata l’idea di rappresentare dapprima la Via Crucis, e poi col tempo altri eventi della vita di Gesù».

Perché quest’opera è diversa da un classico presepe? «Il termine presepe è solitamente usato per definire un diorama riguardante la Natività, mentre nel mio caso ho voluto raccontare gli aspetti salienti della vita di Gesù, dall’Annunciazione alla Pentecoste. Attualmente i diorami sono 24, altri sono in costruzione nel mio laboratorio. L’opera così composta potrebbe essere unica in Italia nel suo genere».

Di che materiale è costituito ogni diorama? «Le statue sono in resina modellata a mano, con vesti in tessuto, fornite da un’azienda presepistica su mia indicazione. Il materiale per la riproduzione dell’ambientazione, il più possibile fedele all’epoca in cui è vissuto Gesù, varia da diorama a diorama: legno, gesso, polistirolo… Con un gioco di luci e un’attenzione particolare alle prospettive cerco di rendere le mie scenografie coinvolgenti per chi le osserva».

Quanto tempo ci è voluto a realizzare l’opera? «Ho iniziato circa 12 anni fa, come hobby e pian piano ho dedicato sempre più tempo coinvolgendo anche la mia famiglia, che ne è rimasta entusiasta».

In quali altri luoghi è stata esposta la mostra? «Per anni l’opera è stata esposta nella mia parrocchia in provincia di Padova; poi nella Quaresima 2015 mi è venuta l’idea di proporla al Santuario di San Leopoldo Mandic a Padova, dove è stata accolta con molto entusiasmo e visitata da migliaia di fedeli. Da lì si sono susseguite le esposizioni alla Basilica di Sant’Antonio a Padova, a Palazzo Ducale a Gela, in Sicilia, alla Basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi e in molti altri Santuari e Chiese, attirando sempre molti visitatori. Ad ogni mostra ho aggiunto e modificato sempre qualcosa fino ad arrivare all’opera odierna. Ora sono in questo Santuario in cui devo dire ho trovato un’accoglienza e una disponibilità straordinarie per cui sono davvero molto riconoscente».

Che cosa intende trasmettere allo spettatore? «La mia mostra è aperta a tutti, credenti e non credenti: il visitatore, leggendo le didascalie con i passi del Vangelo, ha l’opportunità di immergersi nella scena e ripercorrere la vita di Cristo, concentrandosi sui singoli particolari dato che i diorami non sono coperti da vetro. Ho preso questa decisione perché voglio che chi guarda riesca a stabilire un contatto con l’opera; a questo si aggiunge la necessità dei non vedenti di toccare le scenografie per comprenderle».

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