Dall’orrore alla luce della verità: il terribile racconto di Ahmad Farhad Bitani

I giovani a "Traiettorie di sguardi" hanno incrociato la testimonianza di un uomo che ha saputo spezzare il vortice della violenza conquistandosi la libertà

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“Esiste un punto bianco anche nel nero di un cuore spento dalla violenza, e io ne sono la prova”. Un messaggio toccante ha raggiunto l’affollata e attenta platea di giovani, domenica 14 gennaio all’oratorio della parrocchia cremonese Maristella, durante una tappa di “Traiettorie di Sguardi” (Tds), il percorso organizzato da Diocesi, Ufficio pastorale giovanile e Parrocchia, dedicato ai ragazzi 20/30enni.

Il tema di quest’anno – “Và dai tuoi fratelli” – è stato declinato con la cruda testimonianza di un ospite di eccezione. Dopo la preghiera, introdotto dalla presentazione di Samuele Lanzi, l’incontro dal titolo “La verità rende liberi” è infatti stato affidato al racconto di un giovane afghano di religione musulmana, Ahmad Farhad Bitani, figlio di un generale dei mujaheddin, classe 1986, ex capitano dell’esercito e oggi rifugiato politico in Italia dopo il rifiuto della logica omicida del fondamentalismo di matrice islamica.

Nato e cresciuto nell’orrore di una patria dilaniata da interessi internazionali che hanno calpestato  libertà e dignità umana in nome di una religione stravolta e falsificata, è oggi difensore appassionato di una libertà interiore conquistata a caro prezzo. Minacciato di morte, portando nel cuore tutta l’oscurità di una vita trascorsa a stretto contatto con il crimine, la sopraffazione, il privilegio dovuto al potere della sua famiglia d’origine, ha raccontato senza falsi pudori come il contatto quotidiano con il bene – nei piccoli gesti che ci rendono umani – abbia innescato la profonda revisione interiore che oggi lo spinge ad essere ambasciatore di dialogo, accoglienza e rispetto anche nei confronti dei cristiani.

Orgoglioso di avere scoperto da poco il vero senso della propria fede, ha invitato i presenti a saper distinguere la verità di Dio dal mistificante tradimento di cui l’uomo è capace, sfigurando il Suo vero volto in nome di interessi solamente umani. “Il fondamentalismo di qualunque natura – ha sostenuto – non è che la copertura di infami calcoli di potere economico e politico, si nutre di ignoranza, si radica dove le persone vivono nel nulla”.

La tormentata vicenda di uomo e di credente ha condotto il giovane relatore a interrogarsi sulla propria identità, scoprendo che la risposta si può trovare solo a patto di accettare di lasciarsi mettere in questione dalla diversità: “Quando la fede autentica abita nel cuore ci accorgiamo del valore dell’altro, del diverso da noi”.

Intervento di Ahmad Farhad Bitani

Risposte al dibattito

La serata, dopo l’appassionato intervento dell’ospite, è proseguita con le domande dei presenti e si è conclusa con un semplice e fraterno momento di condivisione della cena.

Photogallery

 

Resoconto del precedente incontro:

Brochure dell’edizione 2017/2018

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