Da gennaio a Cascina Moreni un nuovo corso di counselling

Intervista al prof. Regoliosi, psicologo e docente di Scienze dell’educazione, direttore della Scuola di Counselling Professionale Sintema

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Dal 2015 opera a Cremona, su promozione dell’Associazione Famiglia Buona Novella, la Scuola di Counselling Professionale Sintema. Il primo ciclo triennale si sta concludendo, mentre una seconda classe di allievi, avviatasi nel 2016, sta per entrare nel terzo anno. La positiva esperienza di questi anni, che hanno visto la partecipazione appassionata di 35 operatori attivi in campo educativo, sociale e sanitario, ha spinto gli organizzatori a rilanciare, con un nuovo corso che partirà da gennaio 2018.

Le iscrizioni sono aperte sino alla fine di novembre.  Per conoscere meglio la proposta è stato organizzato un open day, che si terrà nella mattinata di sabato 14 ottobre, dalle 9.30 alle 12.30, presso la Cascina Moreni (via Pennelli 5).

All’incontro interverranno i responsabili della Scuola con alcuni allievi, che porteranno la loro testimonianza.

 

Abbiamo posto alcune domande al prof. Luigi Regoliosi, psicologo e docente di Scienze dell’educazione, direttore della Scuola di Counselling Professionale Sintema.

Professor Regoliosi, che cos’è il counselling?

«Oggi c’è molto dibattito attorno a questa pratica professionale, un dibattito che a volte assume toni accesi, com’è naturale, forse, per un lavoro che ha la presunzione di offrire aiuto alle persone in stato di disagio e di difficoltà. Certo dietro al nome counselling, che oggi si incontra ovunque, su internet e sui media, possono nascondersi anche delle proposte poco chiare, o delle mere speculazioni commerciali. Ma non dimentichiamo che il counselling è una pratica diffusa in tutta Europa e negli Stati Uniti a partire dagli anni quaranta, ed ha tra i suoi padri fondatori figure della levatura di Carl Rogers, Eric Berne, Victor Frankl… Di che cosa stiamo parlando, dunque? Non di una tecnica più o meno furbetta, stiamo parlando di una visione, di una idea, di una cultura della relazione d’aiuto. Una idea antica e nuova nello stesso tempo: ma soprattutto un approccio attualissimo, aggiornato ai tempi in cui stiamo vivendo».

Da dove nasce la domanda di counselling?

«La società di oggi, connotata non soltanto da una crisi economica, ma da una più generale crisi di cultura, degli ambienti educativi, delle relazioni umane, ha bisogno di risposte che non siano solo frutto di una diagnosi che poi si traduce in una tecnica da somministrare, ma richiede relazioni autentiche che si traducano in un accompagnamento per attraversare insieme questa difficile transizione. Oggi i cambiamenti personali, quelli legati alla vita delle singole persone, si vivono all’interno di una più grande e tumultuosa transizione sociale, che investe tutto l’Occidente e il mondo intero, che ha messo in discussione equilibri consolidati e modelli di vita che sembravano eterni. Oggi siamo tutti un po’ più soli di fronte ai cambiamenti. Per questo c’è più bisogno di essere accompagnati. Chi ti accompagna non si sostituisce a te, non ti dà prescrizioni, ma condivide un tratto di strada (come fa la guida alpina che si arrampica con te sulla roccia), per aiutarti a trovare gli appigli giusti, per aiutarti ad aiutarti da solo. Ma questo aiuto, questo accompagnamento, è necessario che sia accessibile, che sappia raggiungere la persona in difficoltà là dove vive la sua quotidianità: nelle aule di una scuola, negli ambienti di lavoro, nei luoghi di aggregazione del tempo libero (gli oratori, i centri giovanili). È questo l’aiuto di cui c’è più urgente bisogno. Un ascolto aperto a recepire i primi segnali di un malessere, di una crisi, di una difficoltà che possono attraversare la vita di chiunque, offrendo strumenti utili per mettere a fuoco il proprio problema e per mobilitare le proprie risorse nell’affrontarlo, superando una situazione di blocco temporaneo. È questo il counselling: un trattamento breve, diverso dalla psicoterapia, rivolto a chi non soffre di disturbi psichici, ma vive transitorie condizioni di disagio».

A chi si rivolge la Scuola?

«Noi crediamo che il counselling sia una competenza trasversale, che può interessare tutti coloro che, per condizione lavorativa o per scelta esistenziale, si trovano immersi in una trama di relazioni o possono essere raggiunti da richieste di aiuto: insegnanti, educatori, assistenti sociali, psicologi, infermieri, medici, sacerdoti e religiosi, ma anche avvocati, responsabili delle risorse umane di un’azienda… Tutte queste figure sono passate per la nostra Scuola, e molte di loro operano oggi con successo nei diversi contesti lavorativi. Con loro e per loro vogliamo condividere questa visione, portare avanti questa idea».

Come ci si prepara al counselling?

«Questa attività richiede un grande rigore. Non possiamo permetterci facili improvvisazioni. La legge 4 del 14 gennaio 2013, che ha dato riconoscimento alle nuove professioni, tra le quali il counselling, attribuendo alle Associazioni di Categoria il compito di vigilare sugli standard formativi e sull’aggiornamento permanente di chi opera in questi campi. La nostra Scuola è accreditata dal Coordinamento Nazionale Counsellor Professionisti (C.N.C.P.), dura tre anni e propone un percorso impegnativo e qualificato di training personale e di formazione teorico-pratica, integrata da tirocini guidati e momenti di supervisione. Il programma è studiato in funzione delle esigenze di un adulto lavoratore: le lezioni e i training group si svolgono esclusivamente al sabato, con il ritmo di una giornata formativa ogni tre settimane (15 giornate all’anno). Alla fine del triennio è richiesta una tesi il cui titolo e impostazione vanno concordati con lo staff della Scuola; discussa la tesi verrà rilasciato il “Diploma di counsellor professionista”, riconosciuto dal C.N.C.P. ai sensi della L.4/13».

Chi fosse interessato che cosa deve fare?

«Le iscrizioni al ciclo, che inizierà a gennaio, sono aperte fino al 30 novembre 2017. Per richiedere informazioni è attiva una segreteria, contattabile telefonicamente al 338-6276786 o per e-mail all’indirizzo email info@famigliabuonanovella.it. Informazioni dettagliate si possono trovare anche sul sito www.sintema.info».

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