Cremona, il ballottaggio tra due cattolici

Intervista doppia a Galimberti e Malvezzi nelle pagine diocesane di Avvenire di domenica 2 giugno

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«Sfida inedita quella che a Cremona sta caratterizzando la campagna elettorale in vista del ballottaggio per la poltrona di primo cittadino. Il confronto, infatti, è tra due figure molto note nel panorama delle associazioni cattoliche locali». Questa la premessa con la quale la seconda pagina diocesana del quotidiano Avvenire in edicola il 2 giugno, dedica spazio a una intervista doppia ai due candidati sindaco di Cremona.

«Da un lato – illustra Avvenire introducendo l’intervista doppia – il sindaco uscente, Gianluca Galimberti, docente e ricercatore di fisica, sposato e con 3 figli. Nel primo turno è stato sostenuto da Partito democratico e dalle civiche Cittadini per passione, Cremona attiva, Fare nuova la città, Patto civico per Cremona, Sinistra per Cremona. Coalizione che al primo turno ha ottenuto il 46,37% delle preferenze. Il contendente è Carlo Malvezzi, già vicesindaco sotto l’amministrazione Perri e consigliere regionale con il governatore Maroni, sposato e con 3 figli. Il 26 maggio ha ottenuto il 41,65% delle preferenze con Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega lombarda Salvini e la lista civica Viva Cremona».

«Un particolare confronto – si legge ancora – che aveva portato il Vescovo ad auspicare: “Desidero sognare e sperare che a Cremona si veda una politica più bella che magari in altre città italiane”. E ancora: “Ho il dovere di dire grazie a tutti i credenti e gli uomini e le donne di buona volontà che non si tirano indietro dall’impegnarsi per il bene di tutti”.

Di seguito il testo integrale dell’intervista:

 

Perché l’impegno dei cattolici in politica?
Galimberti: «Perché l’impegno politico è un servizio, da fare con tutto se stessi, nella logica che la città si serve, non si occupa. Perché si possono fare cose importanti per le persone e con le persone, per le famiglie e con loro, si possono rendere concreti progetti e azioni che provano a migliorare la vita secondo una visione di città, con la capacità di programmare e la pazienza di realizzare. E impegnarsi significa anche scoprire la bellezza del servizio che molte persone in silenzio danno nelle case e nei quartieri della nostra città e stupirsi di questa bellezza e da questa scoperta trarre ulteriori motivi ideali per rinnovare il servizio».
Malvezzi: «I cattolici sono storicamente la spina dorsale della vita pubblica del nostro Paese. E’ della massima importanza avere cattolici impegnati in politica: sono testimoni di un’esperienza profonda che dà gioia, speranza e apertura all’altro; difensori di valori centrali per il bene dell’uomo. E’ questo che vivo ogni giorno nella mia vita, il motore che mi spinge ad andare avanti anche nella sfida che ho deciso di affrontare accettando di candidarmi, mettendomi in ascolto delle esigenze dei miei concittadini cremonesi, delle loro aspirazioni più vere e profonde, della voglia di rilanciare la nostra splendida città».

Qual è lo stile per rendere «una politica più bella che in altre città»?
Galimberti: «Parole di senso e civili, non urlate e non aggressive. Passione e anche consapevolezza che a volte ci si può scontrare su idee e progetti, ma sempre nel rispetto. Occorre suscitare speranza ascoltando anche le paure, non suscitare paura per controllare e manipolare. E molto, molto lavoro anche silenzioso per studiare i problemi e chiedere a tutti di avere la capacità di stimolare soluzioni e la pazienza di accompagnarne la realizzazione».
Malvezzi: «Lo stile della politica è condivisione ed ascolto. Unito ad un profondo rispetto per chi ha idee politiche diverse dalle proprie. Condivisione non significa però snaturarsi, ma vivere in modo pieno la bellezza del servire l’altro nella dimensione del bene comune, consapevoli di dovere partire da una proposta precisa. Il che significa, nel mio caso, certamente attenzione anzitutto al nucleo fondante della convivenza civile, che è la famiglia; significa tutela della libertà di scelta, sostegno alle fasce deboli della popolazione e promozione della creatività e della capacità di intraprendere».

Politica «arte del compromesso»: come esercitare questa «arte» restando fedeli alla propria identità di credenti?
Galimberti: «Compromesso significa promettere insieme, in questo senso la parola ha un profondo e alto significato. Promettere per il bene comune e mai solo per il bene individuale significa avere un’idea e una visione di futuro della comunità e significa condividerle tenendo conto delle differenti posizioni e dei diversi punti di vista. Poi si deve decidere e quando si decide si devono dire dei no e dei sì, ma sempre dentro un percorso faticoso e a volte difficile di studio e di analisi delle soluzioni possibili, con la capacità anche di ripensare e cambiare per migliorare. Da questo punto di vista l’arte del compromesso è propria di un approccio cristiano alla politica. E grandi maestri del secolo scorso ce l’hanno insegnato».
Malvezzi: «Fare politica non significa scendere a compromessi sul piano dei valori e delle scelte morali. Ma trovare una sintesi rispettosa della dignità dell’uomo, nell’ottica del bene comune. Sia chiaro: un credente non può mai venire meno alla propria identità cristiana cattolica e, ad esempio, non può mai cedere, sul piano delle scelte, nella difesa dei principi “non negoziabili”, quali vita, famiglia e libertà di educazione. Sono principi cardine anche dell’identità culturale del centrodestra che rappresento come candidato sindaco di Cremona».

Quali valori oggi i cristiani devono promuovere per sviluppare un’idea di «città»?
Galimberti: «Gli occhi da assumere sono quelli degli ultimi e dei più fragili. Perché se si assume quello sguardo, si capisce la città. Gli occhi da assumere sono quelli che guardano alle scelte oggi pensando al futuro e all’eredità che lasciamo, altrimenti la nostra società rischia di morire davvero. L’ambiente, il sostegno alla natalità e alla famiglia, i cambiamenti nel mondo del lavoro e la necessità di innovazione e formazione, la costruzione di una comunità capace di sostenere le povertà e combattere la solitudine, la grande questione dell’Europa da far vivere innanzitutto nella coscienza delle persone. Se si assume questo sguardo concreto, per l’oggi e per il futuro, allora anche la città cresce. È quello che abbiamo fatto per 5 anni, vorremmo insieme a tantissime persone continuare a servire Cremona in questo modo».».
Malvezzi: «Sono convinto che i cristiani debbano partire dai valori e dai principi fondanti della vita dell’uomo. In particolare dalle esperienze delle persone, che documentano la bellezza della vita quando quei valori vengono incarnati. Solo muovendo dalla realtà possiamo offrire una proposta politica capace di costruire un futuro di speranza e prosperità, con un’idea di città autenticamente ‘umana’. La vita va difesa fin dal concepimento, così come va difesa senza compromessi e senza ambiguità la famiglia naturale come unione di un uomo e una donna aperti alla vita, lo stesso vale per la libertà di educazione, che lo Stato, a tutti i livelli, da quello centrale al comunale, deve garantire ai propri cittadini».

TeleRadio Cremona Cittanova
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