Credenti inquieti, a Viadana l’incontro con il presidente nazionale dell’Aziona Cattolica

Matteo Truffelli ha richiamato l'Associazione a farsi carico delle persone del territorio, di ogni età, guardando alle loro aspettative, esigenze, interessi, bisogni

image_pdfimage_print

Il presidente nazionale dell’Aziona Cattolica, Matteo Truffelli, nella serata del 22 novembre ha presenziato, a Viadana, a un incontro pubblico organizzato dall’AC diocesana con la collaborazione delle Zone pastorali 9, 10 e 11, dell’Age provinciale di Mantova, della Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo, dell’Associazione Amici del Dialogo e della parrocchia di Viadana.

Nell’auditorium “Fabia Gardinazzi” un pubblico numeroso e attento ha potuto assistere ad una riflessione profonda e puntuale sul tema “credenti inquieti”, per rileggere il ruolo e il compito dei laici cristiani oggi nella società e nella Chiesa alla luce dell’Evangelii Gaudium.

Dopo il saluto del sindaco di Viadana, Giovanni Cavatorta, una breve introduzione della presidente diocesana di AC, Silvia Corbari.

Introduzione di Silvia Corbari

Quindi il presidente Truffelli ha svolto la sua relazione ricordando da subito la grande figura di don Mazzolari, da cui l’immagine di credenti inquieti deriva, prima ancora che da Papa Francesco. Questa inquietudine nasce in particolare dalla necessità di farsi mettere in discussione dalla realtà e dal servizio al mondo.

Ricordando la storia dell’Associazione, il presidente l’ha richiamata a farsi carico delle persone nel territorio in cui esse vivono, con le loro aspettative, esigenze, interessi, bisogni… Compito che richiama tutti, in tutte le età della vita.

Tra le priorità che interpellano in questo tempo, Truffelli ha ripreso quello della costruzione di alleanze, contro la tristezza individualistica a cui il Papa chiede di ribellarsi. Di fronte alle incertezze, risulta quindi importante essere portatori dei dubbi delle persone, dal momento che l’inquietudine sta dentro la radice dell’essere credente. I credenti non possono essere impermeabili al tempo, alla cultura, alle persone, verso le quali fare due passaggi: lo sforzo della comprensione autentica e la condivisione di percorsi per un reale discernimento comunitario, nella ricerca di soluzioni comuni.

Tra i tratti del presente, è emerso soprattutto il tema della precarietà e quello dell’ingiustizia, entrambi nelle loro svariate forme. Il credente allora non è legittimato a pensarsi nel quieto vivere, ma deve acquisire la logica di essere parte di un popolo, quello dei figli di Dio.

Venendo poi al compito dell’Azione Cattolica, Truffelli ha indicato in particolare quello della formazione di persone consapevoli del tempo, della responsabilità, coscienza critica e cittadini corresponsabili, individuando nella dimensione della scelta quella fondamentale, pur nella parzialità di un bene realizzabile. Per questo diventa necessario prendersi cura di ciò che consente di vivere in questo mondo: la famiglia, il lavoro, la cittadinanza, la Chiesa, coltivando, come unico perno, la cura autentica della vita spirituale, che per un laico non può coincidere con lo staccare la spina, ma al contrario, nel diventare un tutt’uno con la vita.

L’intervento di Matteo Truffelli

Il dibattito seguito ha toccato i temi della pluralità delle visioni, politiche e sociali, della precarietà dei giovani, del dubbio nell’esperienza del credente, del rapporto con i sacerdoti, della nuova organizzazione della Chiesa e della vita spirituale.

Photogallery della serata

Facebooktwittermail