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I lavori del convegno pastorale di sabato 28 settembre in Seminario sono proseguiti nel pomeriggio con la suddivisione dei partecipanti in tre gruppi di lavoro: tre «sentieri» da percorrere nel nuovo anno pastorale, per dialogare su prospettive diverse ma complementari.
Il “sentiero dell’amicizia”, coordinato da don Marco d’Agostino, ha messo in luce esperienze significative di comunione tra diverse parrocchie. Il racconto dell’esperienza di Cassano d’Adda ha voluto evidenziare come, facendo unità pastorale, nonostante le differenze, sia possibile lavorare insieme e diventare amici. Amicizia come quella nata anche tra le coppie di sposi e i preti che insieme hanno animato i percorsi in preparazione al matrimonio. Infine, i preti della parrocchia di Caravaggio hanno condiviso la loro esperienza all’insegna della fraternità e della collaborazione. Don d’Agostino ha sottolineato che l’amicizia è il terreno fertile in cui germoglia la comunione. La comunione che è un dono, ma che si raggiunge con passi compiuti in amicizia. Si è parlato anche dell’importanza di prendersi cura delle relazioni nel territorio, osando nuove alleanze per unire le forze verso un bene comune.
Il secondo gruppo, condotto da don Gianluca Gaiardi, ha affrontato il “sentiero della bellezza”. Proprio l’incaricato diocesano per i Beni culturali è intervenuto sul decoro e la bellezza degli spazi liturgici, evidenziando come un ambiente accogliente possa facilitare la preghiera e la celebrazione. Si è discusso dell’importanza di rispettare le norme liturgiche e di non improvvisare, presentando un approccio pratico e operativo. Le Suore Adoratrici hanno quindi condiviso la loro esperienza nella creazione di spazi per nutrire l’anima. Spazio anche a quanto vissuto nell’unità pastorale di Cicognara-Cogozzo-Roncadello rispetto proprio al percorso intrapreso sul versante liturgico, dimostrando come la bellezza possa rivelarsi un’opportunità per avvicinarsi al mistero divino. Si è anche riflettuto sulle condizioni necessarie affinché le celebrazioni e i momenti di preghiera facciano realmente bene all’anima, ponendo attenzione alla qualità e non solo alla quantità.
Il terzo gruppo, guidato da don Maurizio Lucini, ha lavorato sul “sentiero della fragilità”. L’obiettivo è stato quello di valorizzare la vitalità e il bello che emerge nelle parrocchie, mostrando come gesti concreti possano attivare la comunità. La rete delle Caritas della zona pastorale 1 ha testimoniato il valore delle persone e degli incontri, prima ancora che delle strutture: gli operatori, infatti, stanno affrontando un percorso di formazione che mira a costruire relazioni significative che possano rispondere ai bisogni delle persone e delle comunità. Si è discusso delle sfide dell’integrazione, con particolare riferimento agli oratori dell’unità pastorale «Madre di speranza» di Cremona (San Bernardo, Borgo Loreto, Zaist e Maristella), che hanno raccolto la sfida dell’integrazione, proponendo iniziative di sostegno agli stranieri, oppure all’impegno di chi visita le case di anziani e persone sole, come nel caso della Caritas di Castelleone. Le storie condivise hanno testimoniato come la fragilità, accompagnata con spirito di carità, possa trasformarsi in una forza capace di generare autentica speranza.
Una volta ascoltate le testimonianze, ogni «sentiero» ha visto i partecipanti lavorare in sottogruppi zonali, per una condivisione tra le stesse persone con cui si avrà modo di collaborare anche «a casa». Questa scelta ha permesso di esplorare le bellezze già presenti nelle singole zone, favorendo l’individuazione delle risorse da valorizzare e delle scelte da sostenere.
Il pomeriggio si è quindi concluso alle 16.30 con la preghiera del Vespro presieduta dal vescovo Antonio Napolioni nella chiesa superiore del Seminario.