C’era anche un po’ di Cremona, giovedì 24 giugno a Puke per la consacrazione della nuova chiesa parrocchiale. E son solo per la presenza in Albania di don Giovanni Fiocchi, che qui era stato parroco per vent’anni. La rete di legami tra le due Chiese si è consolidata nel tempo con le esperienze estive di volontariato di diversi giovani cremonesi, la presenza di alcuni sacerdoti (in particolare don Stefanito Lazzari, quale “fidei domun” per alcuni anni) e il sostegno arrivato alla comunità cattolica locale in tante occasioni dall’Italia, proprio per sostenere la costruzione della nuova chiesa.
Una storia che inizia con la fine del periodo comunista e la possibilità per i cattolici locali di richiedere la fondazione di un centro adeguato per il servizio religioso e l’esercizio dei servizi sociali verso la popolazione, indipendentemente dalla loro appartenenza religiosa. Si è così arrivati all’apertura della casa delle Suore Missionarie della Carità e della annessa Parrocchia nel 1992. Qui si è realizzata anche la prima chiesa provvisoria e la casa del parroco in due prefabbricati, giunti dall’Italia dopo essere servite in Friuli a seguito del terremoto.
Con il trascorrere del tempo si è cercato di dare alla comunità cristiana una collocazione più degna e idonea a svolgere il proprio ruolo educativo e formativo, oltre che di dotarla di un edificio più degno per il culto.
La soluzione scelta, dopo aver analizzato alcune alternative, è stata l’acquisizione, nel 2003, di un terreno di circa 8mila metri quadrati in una zona periferica della cittadina di Puke, nei pressi della strada per Scutari. In un contesto sociale dove tutte le proprietà appartengono a cittadini di fede musulmana, l’acquisto del terreno è avvenuto con la piena approvazione della comunità islamica locale, cui sin dall’inizio era stata precisata la destinazione d’uso: la costruzione della chiesa e delle opere parrocchiali annesse.
L’area è stata gradualmente attrezzata con costruzioni provvisorie semplici ma razionali per poterla utilizzare fin dall’inizio, in particolare le attività con la gioventù, rivolte indistintamente ai cattolici e ai musulmani, e per l’animazione spirituale e la formazione catechistica. Lo scopo è stato quello di costruire prima la comunità umana e cristiana e, con questa, edificare anche la chiesa in muratura.
Ora il sogno è diventato realtà e nella mattinata di giovedì 24 giugno, solennità della natività di Giovanni Battista, è stata consacrata la nuova chiesa parrocchiale, intitolata proprio a San Giovanni Battista. A presiedere la solenne celebrazione è stato mons. Simon Kulli, vescovo di Sapë (diocesi di cui Puke fa parte), affiancato da altri presuli tra i quali gli arcivescovi di Tirana e Scutari e alla presenza anche del nunzio apostolico mons. Luigi Bonazzi. Insieme ai fedeli della parrocchia e alla comunità delle Suore di madre Teresa, non mancava neppure il rappresentante della comunità musulmana locale, che rap
presenta circa tre quarti della popolazione di questa cittadina di circa 4mila abitanti situata nella parte centro settentrionale del territorio albanese.
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«Il progetto della chiesa – precisa don Giovanni Fiocchi, tornato per l’occasione alcuni giorni in Albania –, su progetto dell’architetto Paolo Massi di Merate, prevede al piano inferiore le aule, un salone e ambienti di servizio, mentre al piano superiore si trova la chiesa».
Don Fiocchi ripercorre i passaggi che hanno portato dall’acquisto del terreno alla posa della prima pietra nel 2003, le difficoltà economiche e l’impulso decisivo dato dall’allora nunzio, mons. Charles John Brown, fino all’inizio dei lavori nel 2018.
Proprio da Cremona giunsero 143 tonnellate di tondini di ferro da utilizzare per le strutture in cemento armato, donati dall’acciaieria Arvedi, così come dal Soncinese il laterizio offerto dalla Fornaci Danesi. Senza naturalmente dimenticare il sostegno garantito a più ripresa dalla Chiesa cremonese, che nell’estate del 2018 aveva espresso la propria vicinanza anche con la visita del vescovo Antonio Napolioni e dell’incaricato per la Pastorale missionaria don Maurizio Ghilardi.