Il vescovo Napolioni in visita alla missione albanese di don Giovanni Fiocchi

Dopo l'incontro la scorsa estate con i "fidei donum" del Brasile, tappa nei Balcani insieme a don Maurizio Ghilardi, incaricato diocesano per la Pastorale missionaria

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Venerdì 20 luglio è iniziato il viaggio del vescovo Antonio Napolioni in terra albanese. Un itinerario per conoscere in prima persona le realtà in cui operano i sacerdoti “fidei donum” cremonesi. Se lo scorso anno la meta era stata il Brasile, quest’anno il Vescovo, insieme all’incaricato diocesano per la Pastorale missionaria, don Maurizio Ghilardi, fa tappa nella missione di don Giovanni Fiocchi.

«Questo passaggio in terra albanese, guidati da don Giovanni, – precisa don Ghilardi – è utile per comprendere, con il suo aiuto, la vita di un intero popolo, sottoposto per secoli alle invasioni e alle vessazioni dell’impero ottomano prima e del regime comunista poi. È di estremo interesse toccare con mano come è cresciuto un popolo senza Vangelo e senza libertà e constatare come tutto quello che si può fare, al momento, è ridare forma e dignità a una comunità cattolica numericamente più che minoritaria e, contemporaneamente, trasmettere ai non cristiani un modo nuovo di leggere la vita, diverso: quello del vangelo, appunto».

«Le domande che possono sorgere – continua il responsabile della Pastorale missionaria cremonese – sono se vale la pena mettere a disposizione le energie di una vita per un progetto così arduo. È questa la missionarietà? E tutto questo coincide con quel progetto diocesano di risveglio del compito missionario della nostra Chiesa? L’inizio di questa visita ci dice che è possibile, è giusto, è bello, è faticoso, ma non può essere un lavoro per pochi».

Il vescovo Antonio Napolioni insieme a don Giovanni Fiocchi

«Questo popolo, nel cuore dell’europa, – conclude don Ghilardi – merita dignità e attenzione. Non solo da parte della Chiesa, ma di quell’Europa che pare stia perdendo la sua giusta direzione.
Il popolo albanese, infatti, si sta ancora riducendo. Ancora oggi molti preferiscono lasciare il loro paese, che ora è costituito da quasi 3 milioni di abitanti. Questo perché la libertà senza la giustizia, e la giustizia senza la libertà, non offrono prospettive di vita. Il neocapitalismo e i lasciti del comunismo non hanno ancora trovato un equilibrio rispettoso della persona e le nuove vie che la “mezza luna” cerca per rientrare in terra europea forse non sono nemmeno conosciute e prese in considerazione dai potenti. Stare ed esserci come Chiesa, allora, è stare con le persone. Dalle persone, infatti, inizia il viaggio. Incontrando le singole piccole comunità cattoliche disseminate se questo territorio che, dal punto di vista naturalistico, è bellissimo, eppure aspro».

Classe 1959, originario di Cassano d’Adda, don Fiocchi è partito per la missione nel 1998 dopo essere stato per diversi anni vicario al Cambonino (dal 1983 al 1990) e a Rivolta d’Adda (dal 1990 al 1998): da allora svolge il proprio servizio nella diocesi di Sape.

 

Venerdì 20 luglio tappa a Puke

La visita della delegazione cremonese è iniziata venerdì 20 luglio da Puke, presso la parrocchia di don Fiocchi.

Alcuni bambini giocano all’oratorio di Puke

Qui, dove c’è l’oratorio e una cappellina per la Messa feriale (dedicata ai martiri albanesi), si sta costruendo la nuova chiesa, grazie al contributo di tanti benefattori, anche da Cremona. In particolare il 20 giugno scorso sono giunte a Puke 143 tonnellate di tondini di ferro da utilizzare per le strutture in cemento armato. La donazione, da parte dell’acciaieria Arvedi, ha un valore commerciale 71mila euro, cui aggiungere il costo del trasporto (circa 20.000 €), ma che sul mercato locale può raggiungere un totale di almeno 200mila euro. Leggi per saperne di più sulla nuova chiesa

Il cantiere della nova chiesa

L’attuale chiesa è un prefabbricato usato in Friuli dopo il terremoto del ’76

Photogallery dell’arrivo a Puke

A caratterizzare la prima giornata in terra albanese anche l’incontro con le Missionarie della Carità, l’istituto religioso fondato da madre Teresa di Calcutta. Stretta la collaborazione di don Fiocchi con queste suore, anche per garantire il costante collegamento con i tanti villaggi sparsi sulle montagne.

I sacerdoti cremonesi con le suore di madre Teresa

Intanto in paese c’è chi già si prepara all’inverno facendo scorta di legna

 

Tappe di sabato 21 luglio

La giornata di sabato 21 luglio è iniziata visitando i locali della parrocchia di Qelez, dove la delegazione cremonese è venuta a conoscenza di un singolare fatto accaduto durante il regime. Un uomo ha deciso di nascondere in casa sua due statue di santi allora conservate nella chiesa (poi andata distrutta): tutti lo sapevano, ma nessuno lo ha denunciato. Così, oggi, le due immagini sacre sono potute tornare alla devozione di tutti, nella nuova chiesa.

Photogallery della visita a Qelez

 

 

 

Ammirando paesaggi mozzafiato, ulteriore tappa è stata nel villaggio montano di Qaf-Tmugut (a circa 2 ore e mezzo da Puke), dove si trova la chiesetta costruita nel 2014 da don Giovanni per servire la comunità composta da una ventina di famiglie.

Photogallery della visita a Qaf-Tmugut

 

Singolare il fatto che in questo contesto, per non far mancare la Messa domenicale nei vari villaggi sparsi per i monti, in alcuni di essi la celebrazione prefestiva si svolge al mattino del sabato.

 

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