Comunicazione: c’è uno stile per «parlare con il cuore»

In occasione della Giornata per le Comunicazioni sociali il talk "Chiesa di casa" dedica un approfondimento ai media diocesani sul territorio

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Una questione di cuore. Sembra essere questo il tema della riflessione al centro della 57ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.

«Dopo aver riflettuto, negli anni scorsi, sui verbi “andare e vedere” e “ascoltare” come condizione per una buona comunicazione ‒ ha ricordato il Papa Francesco ‒ vorrei soffermarmi sul “parlare con il cuore”». È dunque questo il titolo scelto per la Giornata, seguito dalla citazione di San Paolo agli Efesini: «Secondo verità nella carità».

«Credo sia proprio questo il senso della comunicazione cristiana ‒ ha sottolineato Riccardo Mancabelli, direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Cremona, nella nuova puntata di “Chiesa di casa” ‒ che si basa innanzitutto su queste due dinamiche: verità e carità, cioè cura della realtà e dell’altro».

Attenzioni che si declinano in molti modi differenti, quando si parla di comunicazione. Secondo Eugenio Clerici, direttore del bollettino parrocchiale di Castelleone, «vivere la carità significa riuscire a tenere insieme il tessuto ecclesiale con quello dell’intera comunità civile. Solo così si può parlare a tutti gli effetti di Chiesa».

Il legame con il territorio, d’altra parte, è sempre fondamentale per una buona comunicazione. «Essa infatti è efficace ‒ per Riccardo Mancabelli ‒ solo se è capace di ridurre le distanze per creare un contatto vero e autentico con coloro che vivono la comunità in prima persona».

Un compito non facile, soprattutto nella realtà dei più giovani, spesso abitata da social e intelligenza artificiale. «Far sentire i ragazzi parte del processo comunicativo per noi è molto importante ‒ ha chiosato Clerici ‒ perché ci pare l’unico modo per renderli protagonisti consapevoli del mondo in cui vivono».

Dunque se è vero, come sottolineato da Papa Francesco, che la comunicazione è una questione di cuore, «il nostro impegno è innanzitutto quello di formare ed educare a comunicare bene ‒ ha concluso Mancabelli ‒ impegnandoci per essere sempre più capaci di costruire e coltivare relazioni belle con la comunità che abitiamo».

Dopo aver visto e ascoltato, allora, «Parlare col cuore», il titolo della Giornata Mondiale per le Comunicazioni Sociali 2023, non è un semplice slogan da affiggere sulle bacheche delle chiese. Si tratta innanzitutto di una missione, un invito rivolto a ogni cristiano, che diventa quindi chiamato a portare avanti, nel quotidiano, uno stile comunicativo colmo di verità e carità.

Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
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