«Collaborazione, onestà e giustizia», la ricetta del Vescovo alla coop. Il Calabrone

Il tradizionale appuntamento natalizio della realtà di Picenengo legata alla Comunità Giovanni XXIII domenica 12 dicembre con la Messa presieduta da monsignor Napolioni

image_pdfimage_print

Guarda la photogallery completa

 

Un gioioso pomeriggio di festa presso il capannone della cooperativa “Il Calabrone” di Cremona si è svolto nel pomeriggio di domenica 12 dicembre a Picenengo. Ospite il vescovo Antonio Napolioni che ha celebrato l’Eucarestia e si è intrattenuto con gli operatori e i volontari di questa realtà nata in seno alla “Comunità Papa Giovanni XXIII”.

Una realtà – raccontata anche nelle buone pratiche della recente Settimana sociale dei cattolici italiani di Taranto – che proprio quest’anno compie 25 anni, come ha ricordato prima della celebrazione il presidente Enzo Zerbini, raccontando come negli ultimi anni la cooperativa sia cresciuta, con l’acquisto del nuovo capannone e di nuovi macchinari, consentendo di assumere anche nell’ultimo anno una nuova dozzina di dipendenti che vanno ad aggiungersi alla quarantina già presenti. Anche per la cooperativa la pandemia si è fatta sentire, ma ora l’attività è in ripresa e la crescita è ricominciata con il prezioso contributo di ciascuno e nuovi investimenti.

A concelebrare l’Eucarestia insieme al vescovo di Cremona don Adamo Affri, sacerdote della casa-famiglia di Fiorenzuola e cappellano del carcere di Piacenza, e il segretario episcopale don Flavio Meani.

Nella sua omelia mons. Napolioni ha ripreso dal Vangelo del giorno le parole di san Giovanni Battista: «Oggi spopolano le trasmissioni di cucina e il Battista ci suggerisce alcuni ingredienti: la collaborazione, l’onestà e la giustizia».

Il vescovo ha quindi proseguito: «Oltre a quello che fa il Signore occorre che ci sia la nostra collaborazione, uomini e donne di ogni razza e cultura che si rimbocchino le maniche. Le folle davanti al Battista si sono date da fare, noi che cosa possiamo fare? Anzi, che cosa volgiamo fare? Le risposte che Papa Giovanni e don Oreste ci dato sono la condivisione, della quale non vi devo insegnare nulla, poiché per voi è gesto di vita quotidiana, un gesto che fa bene a chi lo sceglie, anche dal punto di vista economico».

«Il modo di collaborare dei discepoli è secondo onestà, correttezza e trasparenza, un valore aggiunto da non trascurare – ha quindi proseguito il vescovo Antonio Napolioni -. Ai soldati il Battista dice di non maltrattare: l’esercizio della forza, che a volte è necessario, deve avvenire con sobrietà e giustizia, perché deve essere garantito anche al peggiore dei criminali la dignità, poiché Gesù dà la possibilità di cambiare a tutti».

Concludendo il vescovo di Cremona ha ripreso la particolare metafora culinaria: «Questi ingredienti formano una ricetta che riceve la vera Parola del Vangelo, riceve Gesù che vive e cammina con noi».

La festa è quindi proseguita, dopo la Messa, con i canti di alcuni dei ragazzi ospitati nelle case-famiglia e un video riepilogativo delle attività dell’anno appena trascorso.

 

La cooperativa “Il Calabrone”

“Il Calabrone” è una cooperativa sociale che da 25 anni si occupa di meccanica di precisione. Promossa dalla “Comunità Papa Giovanni XXIII”, la comunità opera nel vasto mondo dell’emarginazione sociale, fondata da don Oreste Benzi. Oggi “Il Calabrone” è una azienda certificata del territorio cremonese che si è consolidata nel comparto della filiera metalmeccanica.

Più della metà dei dipendenti sono persone svantaggiate, uscite dalla tossicodipendenza, dal carcere, con problemi psichiatrici. Persone che attraverso il lavoro hanno ritrovato fiducia e dignità, potendo iniziare una nuova vita. Una realtà produttiva, competitiva e in continua espansione, che riunisce al suo interno professionalità ed integrazione sociale, rendendola unica nel suo genere.

Matteo Lodigiani
TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail