Caravaggio fa memoria dell’apparizione: «Le parole di Maria e il coraggio di Giannetta ci riuniscono oggi al Fonte»

Nel pomeriggio di giovedì 26 maggio la celebrazione nell’ora dell’apparizione del 1432. Il santuario affollato di fedeli riscopre la tradizione dei “michini”, il pane impastato con l’acqua benedetta

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«Come Giannetta, troviamo il coraggio di annunciare a tutti il nuovo orizzonte di vita che il Vangelo porta con sé». Così il vescovo emerito di Cremona, Dante Lafranconi, nei Vespri celebrati nel giorno della memoria dell’apparizione della Madonna a Caravaggio.

Come da tradizione, nel pomeriggio del 26 maggio è stato vissuto un importante momento di preghiera presso il Santuario di Santa Maria del Fonte. La data ricorda quella della prima apparizione, avvenuta nel lontano 1432 alla giovane Giannetta, e subito seguita da una notevole vivacità devozionale. Da qui l’edificazione di una chiesa e un ospedale, già nel 1451, seguita dalla costruzione dell’attuale Santuario, avvenuta nel 1575.

Proprio nel Santuario di Caravaggio si sono aperte le celebrazioni della memoria dell’apparizione nella mattinata di martedì 26 maggio, con la solenne celebrazione presieduta da mons. Lafranconi.

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Nel pomeriggio, invece, è stato pregato il Santo Rosario in Basilica, seguito dal Vespro, aperto dalla lettura del racconto dell’apparizione. Molto suggestivo il momento di silenzio che è stato vissuto al termine del racconto, in attesa dello scoccare delle ore 17, orario in cui la Madonna apparve a Giannetta.

Dopo il rito di aspersione che ha introdotto i Salmi e la Lettura Breve, mons. Lafranconi ha commentato il passo dell’Apocalisse proposto dalla liturgia ricordando come «per i cristiani la vita non si conclude con la morte. C’è un oltre, una vita eterna a cui tutti noi siamo chiamati». Ed è proprio questo desiderio, questo anelito, «a sostenere la nostra fede, che si modella sull’immagine di Cristo, a doverci spingere verso scelte non necessariamente conformiste, ma volte al bene e alla Verità». Un invito forte, dunque, da parte del vescovo, in linea con l’esempio fornito da Giannetta che, seguendo l’indicazione di Maria, «ha avuto il coraggio di raccontare, di testimoniare ciò che aveva visto e udito a tutti coloro che ha incontrato. Ed è proprio grazie alle sue parole che, ancora oggi, possiamo riunirci qui a vivere la nostra fede, a dissetarci al Fonte per poter portare nel mondo la luce del Vangelo».

Le celebrazioni della Memoria dell’Apparizione è stata preceduta dalla consueta novena, che dopo due anni di difficoltà, è tornata ad essere celebrata in modo solenne e con una notevole partecipazione da parte dei fedeli.

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Dopo oltre quarant’anni, è stata inoltre ripresa un’antica tradizione. Le suore del Santuario hanno prodotto i cosiddetti “michini”, dei piccoli panini impastati con l’acqua del Fonte che sono stati  distribuiti ai pellegrini che, in questo modo, hanno potuto portare con loro l’acqua benedetta. Un segno bello, questo, di vicinanza e apertura, una vera testimonianza di Chiesa in uscita verso tutti.

Il Santuario di Caravaggio, d’altra parte, «è uno dei luoghi più frequentati dai pellegrini ‒ come ricordato da mons. Amedeo Ferrari, rettore del Santuario, al termine del Vespro ‒ i quali, con gratitudine e devozione, continuano ad affidarsi alla Madre del Signore». Ed è proprio a lei, a Santa Maria del Fonte, patrona, insieme a s. Omobono, della Diocesi, che tutta la chiesa cremonese è chiamata ad affidarsi con fiducia e speranza.

 

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Andrea Bassani
TeleRadio Cremona Cittanova
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