Associazioni e movimenti ecclesiali sempre più coinvolti nella vita della Chiesa diocesana

Il 22 maggio in Seminario il vescovo Napolioni ha incontrato i rappresentanti delle aggregazioni laicali, invitate a strutturare un coinvolgimento sistematico nelle quattro aree pastorali

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Valorizzare la presenza e il carisma delle associazioni e dei movimenti ecclesiali presenti sul territorio diocesano perché possano essere risorsa preziosa per l’intera Chiesa cremonese. L’obiettivo è chiaro. Le modalità tutte da costruire, insieme. Per questo nella mattinata di sabato 22 maggio, in Seminario, il vescovo Antonio Napolioni ha voluto incontrare i rappresentati di tutte le aggregazioni ecclesiali per sviluppare un processo, in stile sinodale, capace di guardare al futuro.

Fotogallery dell’incontro

Non a caso l’incontro è stato promosso alla vigilia della Pentecoste, come ha sottolineato il vicario per la pastorale, don Gianpaolo Maccagni, nell’introduzione dopo la preghiera comunitaria. Evidenziando anche la disponibilità di tutte le realtà associative a rispondere con convinzione ed entusiasmo all’invito del Vescovo. Un incontro che ha voluto essere occasione per ritessere le fila, dopo un anno segnato dal distanziamento forzato, e in qualche modo aggiornare la fotografia delle realtà associative presenti in diocesi.

Introduzione di don Maccagni

Prima di prendere la parola il Vescovo ha voluto fare un giro di presentazione tra i presenti, da cui è emerso un ventaglio di carismi e specificità molto differenti tra loro: gruppi di preghiera accanto a realtà impegnate sul versante della carità, del volontariato, della difesa della vita o dell’accompagnamento dei più fragili, ma anche gruppi di insegnanti e associazioni di stampo culturale, educativo e aggregativo, anche attraverso lo sport. Piccole realtà, a volte esigue anche nel numero degli aderenti oltre che per la loro diffusione, accanto invece ad associazioni fortemente radicate sul territorio e persino di respiro nazionale o internazionale.

   

Incontri del vescovo con queste realtà non sono mancati anche in passato e alcune di loro sono pure rappresentate negli organismi diocesani. «Ma non basata!», ha detto monsignor Napolioni, sottolineando un bisogno di condivisione e testimonianza che sappia superare i modelli portati avanti sino ad ora. Da qui l’ipotesi di nuove modalità di confronto a partire da precise tematiche, in sintonia e relazione con il lavoro degli uffici diocesani, cui affiancarsi e collaborare all’interno delle quattro aree pastorali, facendo in modo che il contributo di ciascuno risulti ancora più prezioso.

Intervento del vescovo Napolioni

Un colloquio che ha lasciato presto spazio proprio al confronto con i presenti. Tanti i temi emersi. Dalla necessità di uscire dall’autoreferenzialità e saper instaurare collaborazioni a partire da elementi comuni, alla consapevolezza che ogni realtà esprime un particolare carisma. Dalla necessità di individuare priorità, al desiderio di poter dare il proprio contributo alle parrocchie e alla diocesi.

   

Interventi cui ha fatto seguito una sintetica presentazione delle quattro aree pastorali prima del “compito a casa” affidato dal vescovo a ciascun gruppo: individuare con quale di queste aree (una o anche più) possano esserci maggiori affinità per iniziare un cammino di condivisione attraverso la presenza in esse di alcuni dei propri associati. Più che un tavolo di lavoro comune, come è stato sino ad ora, la prospettiva ora è di strutturare un coinvolgimento sistematico nelle quattro aree pastorali, ognuna delle quali designerà due propri rappresentanti nel rinnovato Consiglio pastorale diocesano che avvierà i propri lavori il prossimo anno.

Lo scopo è quello di reimpostare le modalità di valorizzazione delle esperienze di associazioni e movimenti nel cammino pastorale della Chiesa cremonese. Con l’obiettivo di vedere i gruppi laicali sempre più coinvolti nella vita della Chiesa diocesana.

TeleRadio Cremona Cittanova
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