Acli, una via crucis per ricordare insieme al sacrificio sulla Croce anche quello dei morti sul lavoro

Nelle varie tappe riflessioni e testimonianze a partire da alcuni temi di grande attualità per il mondo del lavoro

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La Via crucis dei lavoratori organizzata dalle Acli cremonesi per la serata di martedì 16 aprile si è svolta lungo un tragitto di cinque stazioni, con soste presso luoghi simbolici per il mondo del lavoro: ad ogni tappa si è alternata una testimonianza del mondo del lavoro. La processione è stata guidata da don Antonio Agnelli, assistente spirituale delle Acli, affiancato da Carla Bellani, presidente provinciale. È stato un momento per riflettere, durante la Settimana Santa, sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e sullo sfruttamento dei lavoratori,  poiché per la Chiesa, come per la Costituzione italiana, il lavoro è un elemento fondamentale per la vita dell’uomo: se è vero che il lavoro genera fatica non deve provocare sofferenza.

Alcuni dei partecipanti durante il tragitto hanno indossato un indumento di colore bianco come simbolo delle morti bianche.

In Italia ogni anno ci sono più di mille decessi sul lavoro, senza considerare i morti del lavoro nero. I dati dell’Inail mostrano che anche in Lombardia le morti bianche sono molte, sia per i lavori di una volta come per i nuovi lavori come ad esempio i rider su bicicletta.

Purtroppo le imprese non sempre investono abbastanza in sicurezza, i sindacati devono sempre monitorare le situazioni e i lavoratori devono conoscere e rispettare le regole di sicurezza. In questo infelice orizzonte anche il governo ha ulteriormente tagliato più di 100 milioni di euro per la formazione, la prevenzione e i controlli Inail sui luoghi di lavoro. L’opinione pubblica però non è affatto sensibile a queste tematiche che riguardano l’esistenza di tutti quanti.

Questo momento di preghiera non è stato solo un’occasione per ricordare le vittime, i malati e i feriti sui luoghi di lavoro, insieme alle loro famiglie e amici, ma vedendo come l’uomo cade si è contemplato Dio che cade.

Ricordando il costo sociale che portano le morti bianche e gli infortuni sul lavoro è stato ribadito che non ci può essere profitto o pregresso che possa giustificare la perdita della vita umana e la sua mutilazione.

Tra le toccanti testimonianze di morti sul lavoro c’è stato anche un momento per ricordare l’esperienza della “Comunità Emmaus”: comunità nate in Francia, grazie alla volontà dell’Abbé Pierre, sono totalmente autofinanziate dalle persone che ne fanno parte, trovando occasione di riscatto tramite il loro lavoro. Già quarant’anni fa l’Abbé Pierre pensò alla riduzione dell’orario di lavoro e di come impiegare il tempo lasciato libero.

Un’altra testimonianza ha toccato il tema della presenza dell’amianto nei materiali di costruzione: respirarlo significa ammalarsi a causa delle fibrille che si staccano e anche a distanza di trent’anni possono portare ad ammalarsi di mesotelioma e dare origine a tumori. In Lombardia è censito circa un terzo dell’amianto italiano e purtroppo le previsioni per il numero di ammalati nel futuro non si possono smentire, colpendo sia lavoratori che tutto il resto della popolazione a causa dell’esposizione ambientale diffusa. Per questo è necessario ripensare anche ai modelli produttivi più rispettosi dell’ambiente prendendo ad esempio anche l’enciclica Laudato si’ di Francesco sulla cura della casa comune.

 

Questo il percorso della Via Crucis:

  1. sede Acli – Gesù è condannato dai poteri del suo tempo: presentazione del tema della via Crucis
  2. centro Ri-uso Amici di Emmaus – Gesù cade sotto il peso della croce: i morti sul lavoro oggi (con Monica Manfredini)
  3. deposito ferroviario ex Squadra Rialzo – Gesù viene inchiodato alla croce: testimonianza di chi ha perso un familiare sul lavoro (con Simona Carnesella)
  4. supermercato Penny – Gesù colpito dalla lancia: gli infortuni sul lavoro (testimonianza di Franco Berettini)
  5. sagrato chiesa di S. Bernardo – Gesù muore in croce per risorgere: quando il lavoro fa ammalare l’ambiente e la salute (con Antonio Vezzosi)
  6. chiesa di S. Bernardo – riflessioni e preghiera finale

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Matteo Lodigiani
TeleRadio Cremona Cittanova
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