A San Matteo delle Chiaviche concluso il restauro del grande affresco dell’abside ispirato dal pensiero di don Mazzolari

E venerdì 30 ottobre, alle 18.30, il vescovo Antonio Napolioni presiederà la dedicazione dell’altare

image_pdfimage_print

Sono terminati nei giorni scorsi i lavori di restauro del grande affresco dell’abside della chiesa parrocchiale di San Matteo delle Chiaviche. L’intervento, avviato a luglio e affidato al restauratore Marco Sanguanini, si era reso necessario per eliminare i danni provocati dalle infiltrazioni di umidità. L’opera è stata finanziata da sei famiglie benefattrici del paese.

La chiesa di San Matteo ha celebrato pochi anni fa il centenario della ricostruzione: venne edificata infatti nel 1916. L’affresco dell’abside fu realizzato nel 1942 dall’artista di Rivarolo del Re Palmiro Vezzoni (1908-1997). Il dipinto fu con ogni probabilità direttamente ispirato dal pensiero di don Primo Mazzolari, con cui l’allora parroco don Adelmo Gozzi (ritratto tra i personaggi dell’affresco) coltivava rapporti di stima e amicizia. Si tratta di un’opera coraggiosa per l’epoca (piena era fascista), in considerazione delle tematiche sociali e della religiosità accogliente e concreta che la permeano. Lo stesso don Mazzolari era stato all’epoca invitato per presentare il dipinto ai parrocchiani e offrire le sue riflessioni.

L’affresco ritrae Cristo Redentore (con i piedi a terra e non sospesi, contrariamente alla tradizione, forse a significare la vicinanza di Dio all’umanità), circondato dalla Madonna, dal santo patrono e da un gruppo di popolani – lavoratori, provati ma dignitosi; un reduce di guerra; vecchi e bambini; un rappresentante del governo dallo sguardo freddo e distante – davanti al panorama degli impianti idrovori del consorzio di bonifica (le imponenti costruzioni, candidate come patrimonio dell’umanità Unesco, che ancora oggi caratterizzano il panorama rurale di San Matteo).

L’affresco rinnovato è stato inaugurato ufficialmente lunedì 21 settembre, festa patronale, in occasione della celebrazione eucaristica presieduta dal parroco don Angelo Maffioletti. Nei giorni precedenti si era svolta la festa dell’oratorio: sabato serata musicale con dj Mattia; domenica la Messa solenne, la benedizione del paese alla presenza di una delegazione dei pompieri, lo spettacolo teatrale offerto dalla sezione Avis (“Un sogno nel castello”: allegorie e buffi personaggi, di e con Max Fenaroli e Marcello Nicoli della compagnia Teatrodaccapo), la tombolata e la cena in amicizia.

Venerdì 30 ottobre, alle 18.30, il vescovo Antonio Napolioni sarà a San Matteo per la cerimonia di dedicazione dell’altare. «L’altare originale in marmo – spiega don Maffioletti – era stato rimosso nel primo post-concilio, e collocato al cimitero. Ora però l’abbiamo recuperato, nell’ambito del più ampio progetto di riqualificazione del presbiterio». La struttura è stata completamente rifatta nella parte in muratura, a cura della ditta Poli (architetti in Verona). Gli stessi Poli hanno disegnato le nuove vetrate, ispirate al tema della creazione con elementi in grado di dialogare con la liturgia (il sole simbolo di Cristo, e la luna che, come Maria e la Chiesa, ne riflette la luce).

Riccardo Negri
TeleRadio Cremona Cittanova
Facebooktwittermail