È con lo sguardo ai patroni di Rivolta d’Adda – sant’Alberto Quadrelli, san Sigismondo e il beato Francesco Spinelli – e anche a santa madre Teresa di Calcutta (canonizzata lo stesso giorno) che è iniziato il nuovo ministero di parroco di mons. Dennis Feudatari, piadenese classe 1955 che, dopo diversi incarichi diocesani, dal 2004 era parroco di S. Ilario e dal 2011 anche di S. Agata in città.
La grande festa in paese è iniziata intorno alle 16.30 nella chiesetta intitolata a S. Alberto Quadrelli, vescovo lodigiano originario di Rivolta. Dopo la preghiera di affidamento al patrono, davanti alla sua reliquia, in questa chiesa edificata secondo la tradizione dove sorgeva la casa della famiglia Quadrelli, una festosa camminata ha accompagnato il nuovo parroco verso la chiesa parrocchiale.
Ad aprire il corteo la banda civica S. Alberto. Poi i tanti fedeli, e tra loro anche il Consiglio generale delle Suore Adoratrici del SS. Sacramento che a Rivolta hanno la loro Casa madre. Seguivano i membri della Confraternita del SS. Sacramento e i ministranti, il nuovo parroco, accompagnato dal vicario zonale, mons. Giansante Fusar Imperatore, e dal vicario don Luca Bosio. Molta anche la gente che ha aspettato lungo il percorso il passaggio del corteo, salutato da tanti applausi e saluti di benvenuto.
Una grande festa proseguita in piazza Vittorio Emanuele II, in attesa del Vescovo e dell’inizio della Messa.
A precedere la celebrazione, accanto al portone d’ingresso della basilica, il saluto del sindaco di Rivolta d’Adda, Fabio Calvi, che ha auspicato di instaurare con il nuovo parroco un «proficuo dialogo» «in vista di quei valori di umanità, solidarietà e attenzione al prossimo che sono agire sociale della Chiesa e della missione di un’Amministrazione nei confronti dei propri cittadini. Al di là delle scelte di fede personali di ogni cittadino, il primo cittadino si è detto «lieto di aprire le porte a una guida pastorale per chi crede e a un operatore del bene per coloro i quali non hanno il dono della fede».
Il saluto del sindaco
Quindi l’ingresso in Chiesa del Vescovo e del nuovo parroco insieme ai diversi concelebranti presenti, tra i quali i sacerdoti della comunità di S. Agata e S. Ilario con anche il successore di mons. Feudatari – don Irvano Maglia – e il collaboratore parrocchiale don Mauro Felizietti.
Dopo il saluto liturgico da parte di mons. Napolioni, il vicario zonale, mons. Giansante Fusar Imperatore, ha dato lettura del decreto di nomina del nuovo parroco che, al termine, percorrendo la navata centrale, ha asperso l’assemblea con l’acqua benedetta, prima di incensare la mensa eucaristica.
Ha quindi preso la parola Massimo Serina che, a nome della comunità parrocchiale, ha rivolto il saluto al vescovo e al nuovo parroco, senza tralasciare un ricordo del predecessore, il compianto mons. Alberto Pianazza. In dono al nuovo parroco un icona dipinta a mano raffigurante sant’Alberto Quadrelli nella tipica iconografia di uomo di carità e con le immagini delle chiese di Lodi e Rivolta. L’immagine sacra è stata realizzata dall’artista rivoltana Donatella Beltrami.
Il saluto del rappresentante parrocchiale
Aprendo l’omelia il Vescovo ha ricordato la sua prima visita a Rivolta, nella triste occasione dei funerali di mons. Pianazza. Come allora, anche in questa giornata di festa la comunità si è mostrata tutta unita. Un fatto che ha commosso il presule.
Poi lo sguardo alla Parola di Dio, di cui «abbiamo bisogno per non fermarci a commenti puramente umani», ricordando a ciascuno che è il «pezzo di un’unica realtà, membra dello stesso corpo».
Guardando poi all’ingresso del nuovo parroco, mons. Napolioni ha focalizzato l’attenzione sui tanti «sì» di sacerdoti che hanno accettato la sfida di un nuovo incarico pastorale: «La Chiesa – ha sottolineato il Vescovo – cammina e la società ha un futuro se diciamo tanti sì. Tanti sì al Signore, tanti sì alla chiamata, tanti sì alle nuove responsabilità, tanti sì alla fiducia». Fiducia data da una consapevolezza: «Cambia tutto – ha evidenziato mons. Napolioni – se noi prendiamo sul serio quell’ “amare più lui di tutto”. Non è un Dio che ci toglie la vita: ci dà il centuplo se noi ci fidiamo di lui. Lo capiscono in modo speciale i consacrati e le consacrate. Ma hanno bisogno di saperlo e assaporarlo anche gli sposi, i giovani, i malati … In ogni condizione della vita quel “più amore a Cristo” ci tira fuori dal nostro io». E ancora: «Lui ci insegna ad amare, dilata il nostro cuore, rende possibile per don Dennis non dimenticare nessuno di coloro che ha incontrato negli anni scorsi: non se li porta dietro, non se li lega a sé, ma se li porta dentro. E portandoseli dentro li riconosce anche nei volti nuovi che ora gli vengono affidati, perché è sempre Gesù che ci viene incontro se abbiamo messo lui al primo posto. E ci affascina la sua regia sulla nostra vita, il suo prendersi cura della sua Chiesa, attraverso uomini fragili come noi».
Una fiducia, quella nel Signore, che permette anche di instaurare con lui quella familiarità che permette di immedesimarsi in Cristo stesso, come la seconda lettura ricordava di san Paolo.
«Concludo – ha detto il Vescovo – facendo mia e vostra questa bellissima preghiera con cui si conclude il salmo (Sal 89): la affido al cuore di don Dennis e degli altri sacerdoti – con i quali, certamente, giorno per giorno, ci sarà un cammino di condivisione e di responsabilità – e a tutti voi. Saziaci al mattino con il tuo amore: siamo affamati, Signore, la tua parola e la tua grazia ci danno pace. Esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni. Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: rendi salda per noi l’opera delle nostre mani. Sia in particolare su di te, don Dennis, la dolcezza del Signore. E lui renderà salda l’opera delle tue mani».
L’omelia del vescovo Antonio
Al termine dell’omelia il nuovo parroco ha recitato da solo la professione di fede (il Credo), segno che sarà lui il primo responsabile della diffusione e della difesa dei contenuti della fede nella comunità.
Alla fine della celebrazione, supportata con il canto della corale parrocchiale diretta da Dario Pettenon, mons. Feudatari ha preso la parola per il saluto ai vecchi e nuovi parrocchiani. Il pensiero è partito dal pellegrinaggio svolto due anni fa con l’Azione Cattolica proprio a Rivolta d’Adda: il ringraziamento a mons. Pianazza per l’accoglienza offerta allora ha assunto in questa occasione un nuovo significato. Nelle parole del nuovo parroco nessun particolare indirizzo pastorale, se non le linee diocesane, faro anche per il cammino parrocchiale.
Alcune attenzioni particolari il nuovo parroco le ha tracciate guardando alla figura dei patroni: sant’Alberto che ha insegnato a considerare l’uomo come fratello e presenza di Cristo, a cui occorre sempre guardare – ricorda san Sigismondo – proprio per non schiacciare l’uomo. E poi – guardando al beato Spinelli – il cuore della Messa domenicale: l’Eucaristia. Senza tralasciare nemmeno un pensiero per Maria Assunta, patrona anche della comunità d’origine di mons. Feudatari.
Il saluto del nuovo parroco
Dopo la Messa la firma degli atti ufficiali da parte del Vescovo, del nuovo parroco e di due testimoni: Omobono Alessandro Variani e Laura Pettenon. Quindi la festa è continuata in piazza, dove era stato preparato un ricco rinfresco. L’occasione per salutare in amicizia il nuovo parroco e rinnovargli il benvenuto, anche attraverso la proiezione di suggestive immagini del paese realizzate con i droni da un gruppo di appassionati. Da segnalare anche la sottoscrizione promossa in paese in occasione dell’ingresso di mons. Feudatari: il ricavato a favore di “Medici con l’Africa CUAMM”.
Successivo appuntamento la mattina di lunedì 5 settembre, alle 8.30, con la Messa presieduta da mons. Feudatari al cimitero in memoria di tutti i parroci e fedeli defunti.
Biografia del nuovo parroco
Mons. Dennis Feudatari è nato il 1° giugno 1955 a Voltido. Originario della parrocchia di Piadena è stato ordinato sacerdote il 21 giugno 1980. Ha iniziato il suo ministero pastorale come vicario a Pomponesco, quindi nel 1987 è stato inviato a Roma, dove ha conseguito la licenza in Teologia pastorale.
Rientrato in diocesi nel 1990 ha ricoperto gli incarichi di delegato provinciale Fidae (Federazione istituti di attività educativa) fino al 1994 e vicedirettore del Centro pastorale diocesano fino al 1997. Tra il 1994 e il 1996 è stato anche segretario generale del Sinodo.
Dal 1997 al 2004 ha ricoperto l’incarico di delegato episcopale per la Pastorale e, tra il 1999 e il 2000 è stato anche direttore della FOCr. Proprio nel 2000 è stato insignito del titolo di cappellano di Sua Santità. Dal 1990 al 2013 è stato insegnante in Seminario.
Nel 2004 è stato nominato parroco e destinato alla parrocchia Ss. Apollinare e Ilario; dal 2011 è diventato parroco anche della vicina parrocchia di S. Agata.
Ora mons. Napolioni, con decreto del 9 giugno, l’ha trasferito a Rivolta d’Adda come parroco di S. Maria Assunta e S. Sigismondo, succedendo a don Alberto Pianazza, deceduto l’8 febbraio scorso.
Il saluto del nuovo parroco
Carissimi, mi è stato chiesto un saluto sul foglio che raggiunge tutte le famiglie della comunità di Rivolta in attesa di incontravi e di dare un volto e un nome a ciascuno di voi. Da subito vi assicuro, nella preghiera, la mia disponibilità ad intraprendere un cammino che spero spedito e fruttuoso.
Vengo da un’esperienza cittadina ove i contorni dell’appartenenza alla comunità cristiana non sono geograficamente garantiti e dove l’identità è data dal tracciato pastorale più che dai rapporti sociali. Spero che arrivando da voi, la reciproca conoscenza sarà favorita dalla consuetudine al luogo e all’unitarietà del tessuto umano.
Vengo ‘segnato’ dalla storia pastorale di Sant’Ilario che unendosi a quella di Sant’Agata, in questi anni ha camminato nel confronto, nel servizio reciproco, nella necessità di ridimensionare false percezioni, riportando i credenti e me stesso alla verità della fede. Questo percorso di purificazione ha fatto del bene alla mia vita di prete e di parroco, rimotivandola. Vengo, perciò, convinto che determinante nella vita di una parrocchia non sono semplicemente le cose fatte o da farsi, i sentimenti o i gesti della quotidianità, i desideri o le speranze, le tradizioni o le novità, bensì la capacità di percepire con chiarezza l’agire del Signore in noi e intorno a noi. La verità sta dietro l’evidenza e oltre le nostre stesse intenzioni. Lo Spirito del Signore va da subito invocato e pregato affinché suggerisca questa comprensione all’intelligenza del cuore, come assicura San Paolo. Questo deve essere il livello dell’incontro e dell’intesa, almeno così a me pare, e di questo livello a me è chiesto di essere ‘ministro’ affinché ognuno possa offrire la vita a Dio per il bene di tutti i suoi figli.
Il Signore ci conceda questo incontro e questa intesa. A presto.