A Pietrasanta vacanza di servizio per gli studenti del liceo Vida

Un mix di attenzione, preghiera e amore nei confronti dei ragazzi affidati alle comunità di neuropsichiatria infantile di via Bonomelli. Dal 20 al 30 luglio si è svolto il 1° turno, altra esperienza dal 12 al 22 agosto

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L’esperienza di Pietrasanta, tra i ragazzi che hanno frequentato la 2° e la 3° liceo, classico e scientifico del Liceo Vida di Cremona, e i ragazzi minorenni affidati alle comunità di neuropsichiatria infantile di via Bonomelli, si è conclusa dopo 10 giorni intensissimi, dal 20 al 30 luglio. I ragazzi del Liceo sono stati capaci di mettersi in gioco fino in fondo, superare le pigrizie e le difficoltà, sapersi adeguare alla situazione in un servizio senza tempo e senza attenzioni per se stessi. E questo, per un adolescente, è davvero il massimo che si possa chiedere.

Sveglia presto, discesa veloce delle scale, lodi mattutine e meditazione, poi subito a dispensare le colazioni e a lavare scodelle e posate, come nel dopo pranzo e dopo cena. Alla sera il vespro e la messa. La preghiera è stata l’anima di queste giornate, ma ciascuno dei ragazzi è stato in grado di capire il valore alto del servizio ai più piccoli.

“Abbiamo avuto l’onore e il privilegio – ha detto qualcuno – di servire Gesù, di metterlo a letto, di aiutarlo a fare il bagno, a giocare”.

E nell’aiuto ai più fragili e nell’aiuto reciproco si è scoperta la bellezza di una vita e di un’integrazione che possono essere vissute con grande apertura d’animo. E questo non perché qualcuno è “bravo” e l’altro no, ma perché Gesù per primo ci ha lavato i piedi, ci ha detto di fare altrettanto dopo che lui aveva lasciato a noi un esempio. Nella sera dell’adorazione c’è stata la lavanda dei piedi, segno dell’ultimo posto scelto dal Maestro e della modalità che i discepoli di sempre devono avere.

Tutto, dunque, è stata un’attenzione ai ragazzi. Si era lì per loro. Anche il cellulare, consegnato il primo giorno, è stato usato solamente una sera sì e una sera no, per circa mezzora, senza che alcuno lo chiedesse. Si è così potuta sperimentare anche una libertà d’animo e un valore relativo che gli strumenti hanno.

Molto intensa la collaborazione tra ragazzi del Liceo, i propri professori (presente la prof. Margherita Costa con il marito e i suoi tre figli, la prof. Giusy Rosato e il prof. Samuele Lanzi con Chiara e i suoi due bambini), gli operatori delle cooperative Gamma e Borea.

È stato bello conoscere anche la vocazione dell’educatore, a volte così ignorato, non valorizzato e messo da parte da una società che ne ha bisogno e la loro testimonianza, silenziosa e operativa, è stata anche di incoraggiamento ai ragazzi del Vida.

IMG-20160731-WA0037Una bella giornata, intensa e carica di emozione, è stata vissuta a Sant’Anna di Stazzema, luogo dell’eccidio del 12 agosto 1944, ad opera dei nazisti che sterminarono cinquecento persone, tutti bambini, donne e anziani mentre si stavano ritirando, fuggendo dagli Alleati.

Insomma, un mix di servizio, di preghiera, di attenzione e di amore perché la crescita di tutti quanti sia il più autentica possibile.

È stato molto bello che nei dieci giorni ci fosse anche la presenza di alcuni adulti (sempre del servizio neuropsichiatrico) e le ragazze over 18. Con loro, in modalità differenti, si è potuto condividere un tratto di strada, alcune gite (Pisa e Lucca) e un laboratorio di cucina da far invidia ai migliori ristoranti.

Il prossimo 12 agosto, fino al 22, partirà il secondo turno. I partecipanti del Liceo Vida, in totale, tra i due turni, saranno quasi 50.

Mentre sabato 30 luglio i pulmini riportavano a casa i ragazzi del Vida sul gruppo sono arrivati innumerevoli messaggi. “Tornerei subito a Pietrasanta per ricominciare”. “Giorni che ci hanno arricchito, interrogato, messo alla prova, arricchito”. “Ho scoperto l’anima di ognuno che mi ha fatto crescere come donna, mamma e insegnante”. “È stata una splendida esperienza. Mi manca già tutto…”. “Non è la prima volta che mi succede, ma quando lasci un posto lasci una parte di te. Ti manca qualcosa…”. “I ragazzi, coi loro sorrisi e i loro ‘grazie’ ci hanno lasciato un segno indelebile nel cuore. Ripeterei l’esperienza mille volte”. “Da stasera mi sento un po’ perso… forse dovremmo ricordarci ogni giorno di ciò che abbiamo vissuto e di chi abbiamo incontrato”.

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Non sono mancati anche sms dei genitori che hanno visto tornare a casa i loro figli entusiasti, trasformati, capaci di fare e di raccontare il bene fatto e ricevuto. Segno che se ai giovani si chiede molto, sanno dare molto di più.

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