A Casalmaggiore porte aperte per l’adorazione e lunedì le campane richiameranno alla recita del Rosario

Le iniziative proposte dai sacerdoti delle comunità casalesi per continuare ad essere Chiesa nel periodo della quarantena e della malattia

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Dare prova di comunità ai tempi in cui la separazione è imposta per decreto. Dare prova di unione nella fede e nella preghiera ai tempi in cui è richiesto tenere una distanza di sicurezza. Trovare il modo di essere uniti anche da casa, senza rinnegare la priorità dell’essere unica Chiesa, popolo di Dio in cammino.

A questo popolo di Dio, che si rinnova nella Chiesa “sacramento in Cristo”, si sono rivolti i sacerdoti della comunità di San Leonardo e Santo Stefano di Casalmaggiore, don Claudio, don Arrigo, don Cesare e don Angelo. E lo hanno fatto dalla quarantena a cui sono costretti dopo la scoperta che il parroco don Claudio Rubagotti ha contratto il temuto Covid-19. Nonostante l’isolamento in cui versano (e don Cesare da alcuni giorni è ricoverato all’ospedale Oglio Po), sono riusciti a mantenere le chiese aperte quotidianamente e a non interrompere la bella opportunità che don Claudio ha voluto offrire ai cittadini casalesi, credenti e non, prima di venire ricoverato: l’esposizione del crocifisso, datato 1676, donato da Padre Francesco da Modena alla comunità e che da allora viene venerato per chiedere grazie durante pestilenze e alluvioni. Come allora, oggi. Molti sono i passanti che si fermano per una supplica o una riflessione, e che hanno la possibilità di leggere la preghiera di affidamento che l’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI ha predisposto e diffuso in tutte le Diocesi italiane. Molti coloro che possono leggere dal breviario esposto le letture del giorno o portare a casa i sussidi per il tempo di Quaresima.

Non solo il Duomo però accoglie. Anche la chiesa di San Francesco è aperta tutto il giorno e al suo ingresso si invitano i pellegrini a far visita anche a San Sebastiano, piccola chiesa costruita come ex voto dopo la pestilenza del ‘600 e rimasta chiusa dopo il terremoto del 2012. «Andiamoci a pregare, come hanno insegnato generazioni di cristiani» è l’invito rivolto dal parroco alla comunità su un foglio esposto all’esterno del portone.

E da ultimo, ancora un’occasione pubblicata sui social locali in queste ore. «Affidiamoci particolarmente a Maria Santissima, a lei ci dobbiamo consegnare e affidare l’anima dei nostri fratelli defunti. Per intensificare la nostra preghiera siamo invitati a stringerci come comunità parrocchiali, per cui da lunedì 16 marzo alle ore 18, al suono simultaneo delle campane delle nostre chiese, reciteremo ognuno nelle nostre case il Santo Rosario» si legge sull’avviso. Un’occasione di preghiera comunitaria cha va ad aggiungersi alla quotidiana Santa Messa celebrata da don Angelo nella sua abitazione e da don Arrigo nella Cripta del Duomo e all’invio della riflessione settimanale che viene fatta circolare ogni domenica sui social.

Perché “dove due o tre sono riuniti nel mio nome – anche solo spiritualmente e virtualmente – io sono in mezzo a loro”.


#restiamocomunita – #chiciseparera

Sara Pisani
TeleRadio Cremona Cittanova
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