“Perché e come lavorare”, al Novembre Sociale di Castelleone l’intervento di don Bignami

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Anche il secondo incontro del Novembre Sociale 2025, sul tema “Democrazia e lavoro”, svoltosi domenica 23 novembre all’oratorio di Castelleone, ha  avuto un buon riscontro di presenze, sia per l’importanza del relatore, don Bruno Bignami, sacerdote cremonese direttore dell’Ufficio nazionale CEI per i Problemi sociali e il lavoro e Apostolato del mare, sia per l’argomento trattato “Perché e come lavorare”.

Il lavoro resta un problema centrale del nostro tempo anche perché i segnali dell’economia non sembrano positivi, ma don Bignami ha voluto fornire dati concreti sull’attuale attività industriale italiana che si sta riconvertendo verso una produzione bellica: un segnale allarmante della realtà politica ed economica che si sta vivendo. È seguita una disanima delle problematiche relative al lavoro in Italia: aumento dell’occupazione, ma salari bassi; molti giovani che lasciano i loro luoghi natali per cercare lavoro altrove, impoverendo di risorse e di persone diverse zone d’Italia; dimissioni volontarie di molte persone da realtà occupazionali che non soddisfano o che mettono in crisi la propria coscienza.

Bisogna quindi recuperare il senso del lavoro e del perché lavorare, dove l’obiettivo non è solo quello di procurarsi un salario. Il riferimento è la Dottrina sociale della Chiesa, che ritorna in modo chiaro in quanto detto da Papa Francesco nella visita apostolica a Genova del maggio 2017: “Perché quando non si lavora, o si lavora male, si lavora poco o si lavora troppo, è la democrazia che entra in crisi, è tutto il patto sociale”. Affermazione che recupera il senso autentico del primo articolo della Costituzione italiana: “L’Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro”.

Il tema del lavoro è stato ripreso da Papa Francesco anche nell’enciclica Fratelli tutti, al paragrafo 162, dove si afferma che il lavoro è visto come “un mezzo per la crescita personale, per stabilire relazioni sane, per esprimere sé stessi, per condividere doni, per sentirsi corresponsabili nel miglioramento del mondo e, in definitiva, per vivere come popolo”. Quindi bisogna recuperare il senso più autentico del lavoro in questa capacità di costruire insieme una comunità.  Don Bruno ha concluso il suo intervento con una frase di Simone Weil: ”La fatica e la quotidianità ci associano all’opera di Dio Creatore. Dio creando il mondo accetta che ci sia altro da sé, si diminuisce. Tuttavia esprime se stesso come amore”.

Gli interventi e le domande da parte del pubblico presente hanno toccato temi come il consumismo, il lavoro nero e una eccessiva distanza tra quanto sostenuto dalla Dottrina sociale della Chiesa e la realtà quotidiana del lavoro.

TeleRadio Cremona Cittanova
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