Sabato 18 ottobre alle ore 21, presso la chiesa dell’Immacolata Concezione, nel quartiere Maristella di Cremona, la Diocesi di Cremona vivrà uno dei momenti più significativi del mese missionario: la veglia missionaria, presieduta dal vescovo Antonio Napolioni. L’appuntamento, preparato dall’Ufficio missionario diocesano, sarà un tempo di ascolto, condivisione e testimonianza, nel segno della speranza.
La veglia si articolerà in tre momenti principali. Il primo sarà dedicato alla Parola di Dio, con la proclamazione del brano degli Atti degli Apostoli 10,34-42. In questo testo Pietro afferma che “Dio non fa preferenza di persone” e testimonia la Risurrezione di Cristo. È proprio in queste parole che si radica la speranza: Dio è per tutti, e la vita vince la morte. A seguire, il vescovo offrirà una riflessione per aiutare a leggere il presente alla luce del Vangelo e alimentare un cuore missionario capace di guardare oltre.
Nel secondo momento saranno letti alcuni passaggi del messaggio del Papa per la Giornata missionaria mondiale 2025, intitolato “Missionari di speranza tra le genti”. Un testo forte, che invita la Chiesa a non chiudersi in se stessa, ma ad uscire, ad abitare le periferie del mondo e a farsi prossima a chi cerca senso e luce.
La terza parte della veglia sarà caratterizzata dalle testimonianze di giovani che hanno vissuto esperienze missionarie significative. Yodit Bacchi, dell’unità pastorale “Madre della Speranza” di Cremona (S. Bernardo, Borgo Loreto, Zaist, Maristella), racconterà il suo viaggio a Salvador de Bahia, in Brasile, dove – insieme ad altre giovani – in estate ha vissuto la fraternità con la comunità di Jesus Cristo Ressuscitado guidata da don Davide Ferretti. Valeria Monfrini, della parrocchia di Rivolta d’Adda, insieme a Cecilia Piccinini, della diocesi di Modena, condivideranno la loro avventura in Camerun, vissuta con le Suore Adoratrici del SS. Sacramento in una comunità carica di fede e umanità. Infine, due giovani della Costa d’Avorio, oggi residenti a Cremona, porteranno la loro esperienza di speranza vissuta tra due culture.
A rendere ancora più viva la serata sarà il canto festoso del coro africano della Costa d’Avorio, che quest’anno vedrà la partecipazione congiunta del gruppo “Madre del Divino Amore” di Cremona e della “Comunità missionaria Regina Pacis”, attiva soprattutto nella diocesi di Reggio Emilia.
Nel messaggio per la Giornata missionaria mondiale 2025, Papa Francesco invita la Chiesa universale a riscoprire la propria vocazione missionaria come vocazione alla speranza. “In un mondo segnato da guerre, divisioni e disperazione – scrive il Pontefice – i cristiani sono chiamati ad essere artigiani di riconciliazione e testimoni di un Dio che non abbandona nessuno”. Il Papa sottolinea che la missione non è proselitismo, ma testimonianza viva del Vangelo attraverso la vicinanza, l’ascolto e la condivisione della vita. La speranza, dice il Santo Padre, è ciò che permette di guardare avanti anche nelle situazioni più buie: “Essa non delude, perché si fonda sull’amore di Dio che è stato riversato nei nostri cuori”.
Essere missionari di speranza significa dunque portare Cristo lì dove sembrano dominare l’indifferenza e la rassegnazione. Significa credere che ogni popolo, ogni cultura, ogni persona può essere raggiunta dalla luce del Vangelo.
«Anche se siamo una piccola Chiesa, una minoranza nella nostra società – commenta don Umberto Zanaboni, responsabile diocesano per la Pastorale missionaria – abbiamo ancora il desiderio di annunciare il Vangelo e di mostrare la bellezza dell’essere cristiani. I giovani che scelgono di mettersi in gioco in esperienze di incontro con altri popoli e i gruppi africani che portano con entusiasmo il loro modo di vivere la fede ci dicono che c’è ancora speranza. Le forme cambieranno, alcune strutture crolleranno, ma il cristianesimo continuerà a vivere, forse più vero e attuale che mai».
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