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Soncino la vocazione ad essere parrocchia (in un momento cruciale)

In apertura della festa dell’oratorio, la parrocchia di Soncino, nella sera mi mercoledì 30 agosto, con l’aiuto del Centro Diocesano Vocazioni, ha colto l’occasione per riflettere sul senso della comunità e della vocazione di ciascuno a costituirne una parte insostituibile. Il tutto, con spirito di gratitudine per il servizio pastorale svolto dal parroco uscente, don Mario, in attesa del suo successore, don Giuseppe.

Soncino, 30-09-2017

Momento di preghiera con la comunità parrocchiale

 

Canto iniziale: “Chiesa di Dio”

Chiesa di Dio, popolo in festa,
alleluia, Alleluia!
Chiesa di Dio, popolo in festa,
canta di gioia il Signore è con te!

Dio ti ha scelto, Dio ti chiama, nel suo amore ti vuole con sé:
spargi nel mondo il suo Vangelo, seme di pace e di bontà.

 

Introduzione: Cosa significano per noi le dimensioni oratorio – parrocchia – famiglia – chiesa

 

PRIMA PARTE: LE FONDAMENTA

Legge un anziano:

Le persone mature, in parrocchia, hanno il compito di indirizzare attraverso la loro saggezza, l’esperienza, il senno, il discernimento. Sono anche la memoria storica della comunità, che tengono viva raccontando ai più giovani gioie e dolori, fatiche e soddisfazioni che hanno fatto crescere questa grande famiglia. Ma anche loro, come tutti, hanno bisogno di farsi illuminare dalla parola di Dio, che ascoltiamo dal libro della Sapienza.

 

Sap 4, 11-16

[11]La sapienza esalta i suoi figli e si prende cura di quanti la cercano. [12]Chi la ama ama la vita, quanti la cercano solleciti saranno ricolmi di gioia. [13]Chi la possiede erediterà la gloria, qualunque cosa ntraprenda, il Signore lo benedice. [14]Coloro che la venerano rendono culto al Santo, e il Signore ama coloro che la amano. [15]Chi l’ascolta giudica con equità; hi le presta attenzione vivrà tranquillo. [16]Chi confida in lei la otterrà in eredità; i suoi discendenti ne conserveranno il possesso.

 

Di nuovo una persona matura: Signore, aiutaci a vivere sempre questo atteggiamento, per dare sicurezza e solidità alla comunità intera.

 

Segno: viene portato al centro una pietra, simbolo delle fondamenta. Nel mentre, viene cantato il solo ritornello del canto “Se il Signore non costruisce la città”

 

SECONDA PARTE: LE PARETI.

Parla un adulto:

Raccogliendo l’eredità di chi li ha preceduti, gli adulti di oggi hanno il compito di edificare veramente la Chiesa e, più nel concreto, la parrocchia e l’oratorio. Essi ne costituiscono le mura, di cui ognuno è un insostituibile mattone. Anche per loro, la Parola di Dio è il punto di partenza, per comprendere a fondo e giocare correttamente il proprio ruolo. La ascoltiamo nella prima lettera di Pietro

 

1Pietro 2

4 Stringendovi a lui, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, 5 anche voi venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo. 6 Si legge infatti nella Scrittura:
Ecco io pongo in Sion una pietra angolare, scelta, preziosa e chi crede in essa non resterà confuso.
7 Onore dunque a voi che credete; ma per gli increduli la pietra che i costruttori hanno scartato
è divenuta la pietra angolare, 
8 sasso d’inciampo e pietra di scandalo.

Parla di nuovo un adulto: aiutaci a non dimenticare mai, o Signore, che per costruire davvero un edificio spirituale, dobbiamo sempre stringerci a te, pietra viva. Insegnaci a confidare non nella nostra solidità, ma nella Tua. Amen

 

Segno: viene portato al centro un mattone. Intanto, viene eseguito il canto “Tu sei” (“Soffierà”).

 

TERZA PARTE: LE FINESTRE SUL MONDO.

Parla un adolescente / un giovane:

La Chiesa ha bisogno non solo di tradizione, saggezza e solidità, ma anche di una ventata di aria nuova, di modi di vedere differenti che le impediscano di chiudersi e la “obblighino” a guardare fuori di sé. Questa è la missione dei giovani, che portano una componente di salutare “rimescolamento” nel popolo di Dio. In questo, devono seguire l’esempio dello Spirito Santo, che rinnova e vivifica. Lasciamoci istruire dalla Bibbia sul modo in cui questo può avvenire.

At 2, 1-11

1 Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme nello stesso luogo. 2 Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov’essi erano seduti. 3 Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. 4 Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.

 

Segno: viene portato al centro un campanello, mentre viene eseguito il solo ritornello del canto “Invochiamo la tua presenza” (Vieni Spirito…)

 

QUARTA PARTE: LA PIANTICELLA

Parla un ragazzo delle medie o un bambino delle elementari. La comunità deve anche prendersi cura di chi sta crescendo, che dà vitalità alla comunità e, al tempo stesso, ha bisogno di essere protetto e accompagnato. Come i fiori in un giardino, come gli alberi appena piantati. Ecco come il Vangelo ci descrive lo stile di chi costituisce la parte più giovane della famiglia parrocchiale.

Luca 2:51-52

51 Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. 52 E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.

Riprende la parola il ragazzo:

Aiutaci, o Signore, a crescere docili al Tuo insegnamento, attraverso l’esempio di quelli più grandi di noi. Insegnaci ad avere l’entusiasmo dei giovani unito alla pazienza di chi vuole crescere bene.

 

Segno: una pianticella viene portata in mezzo, mentre si esegue il ritornello del canto “Con te faremo cose grandi”.

 

Al termine di ogni parte, ognuna delle tra categorie che NON ne fanno parte pensa cosa chiederebbe a questa fascia di età per il bene della Chiesa. Poi, tutti insieme, li si affida a Maria con un’Ave Maria.

 

CONCLUSIONE

Ora, preghiamo per don Mario e per don Giuseppe. Prende la parola Arrigo.

“Signore, ti affidiamo ora don Mario, che per anni ha fatto crescere questa parrocchia con dedizione paterna, e don Giuseppe che sta per raccoglierne il testimone. Aiuta entrambi a comprendere cosa il Signore chiede loro, in questa nuova fase del loro ministero, e noi a star loro vicino, con la preghiera e l’azione, affinché la fisionomia di questa famiglia parrocchiale ne risulti non diminuita, ma solo evoluta. Padre nostro…… Ave Maria. Benedizione.

 

 

Canto finale: “Vieni e seguimi”

 

 

Lascia che il mondo vada per la sua strada.
Lascia che l’uomo ritorni alla sua casa.
Lascia che la gente accumuli la sua fortuna.
Ma tu, tu vieni e seguimi, tu vieni e seguimi.

Lascia che la barca in mare spieghi la vela.
Lascia che trovi affetto chi segue il cuore.
Lascia che dall’albero cadano i frutti maturi.
Ma tu, tu vieni e seguimi, tu vieni e seguimi.

E sarai luce per gli uomini
e sarai sale della terra
e nel mondo deserto aprirai
una strada nuova. (2v)

E per questa strada va’, va’
e non voltarti indietro, va’. (da capo)

…e non voltarti indietro.

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La vocazione ad essere animatore in oratorio

Le i concetti di “animazione” e “vocazione”, a parte l’assonanza lessicale, sembrerebbero essere distanti: l’uno legato al gioco, l’altro ad una scelta seria. Si è cercato di far comprendere che non è necessariamente così durante il momento di riflessione di stampo vocazionale proposto dalla FOCR all’interno della 3 giorni “Giochiamoci i talenti 2017”, la scuola animatori annuale, rivolta ai ragazzi delle superiori della nostra diocesi, che in questa edizione ha avuto luogo in seminario dal 29 al 31 agosto.

Ecco qualche immagine ed il testo della meditazione proposta.

Scuola animatori “Giochiamoci i talenti” 2017 – Seminario di Cremona, 29-30-31/08/2017

 

Canto iniziale: “Soffierà”

Tu sei la prima stella del mattino,

tu sei la nostra grande nostalgia,

tu sei il cielo chiaro dopo la paura,

dopo la paura di esserci perduti,

e tornerà la vita in questo mare. (2v.)

 

RIT:   Soffierà, soffierà   il vento forte della vita,

soffierà sulle vele e le gonfierà di te!

Soffierà, soffierà   il vento forte della vita,

soffierà sulle vele e le gonfierà di te. (2v.)

 

Tu sei l’unico volto della pace,

tu sei la speranza nelle nostre mani,

tu sei il vento nuovo sulle nostre ali,

sulle nostre ali soffierà la vita,

e gonfierà le vele per questo mare. (2v.)

RIT: Soffierà, soffierà…

“Vieni e vedi” Gv 1,45-49

45 Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret». 46 Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». 47 Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». 48 Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». 49 Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!».

Significato: anche noi, pur con la schiettezza e la libertà di chi è libero da convenzioni e ingessature, dobbiamo lasciarci attrarre dal Signore, per poi portarvi anche altri.

La casa sulla roccia (Mt 7, 24-27)

24 Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. 26 Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande».

Significato: distinguere ciò che è strutturale, da ciò che è accessorio. L’eterno e il contingente, la strategia e la tattica. Ogni mezzo è buono se porta a Dio preservando la libertà.

Cosa c’entra tutto ciò con la scuola animatori ed il nostro essere qui? Che cos’è l’animazione?

E’ solo gioco? No, è una declinazione dell’apostolato. Dobbiamo trovare mezzi moderni per ricondurre i ragazzi a Gesù. Per far ciò, identifichiamo le cose effimere e quelle “di sostanza”, per orientare noi stessi e, eventualmente, i ragazzi

 

Cose effimere (bandiere che sventolano)

  • Le opinioni altrui
  • Le mode
  • Le aspettative della gente
  • L’umore di quelli che ci stanno vicini
  • La soddisfazione momentanea

 

Cose “di sostanza”

  • Qualcuno più grande di noi
  • Delle dritte su come vivere
  • La coerenza
  • La fatica e l’impegno sedimentati nel tempo
  • L’aiuto dato e ricevuto senza secondi fini
  • La disponibilità ad approfondire le cose, anziché rimanere in superficie
  • Il desiderio di tenere un animo pulito e in relazione con Dio.
  • I Sacramenti, pilastri sui cui poggiare e a cui ritornare spesso.

ED ORA VENIAMO A NOI

Per essere un buon animatore occorre:

  • Sapere cosa fare
  • Divertirsi per far divertire
  • Farsi seguire

In linguaggio evangelico si potrebbe tradurre con:

  • seguire Gesù e trovare la roccia
  • Apprezzare la Sua compagnia per farla apprezzare
  • Trovare i linguaggi adatti per comunicare agli altri questa esperienza

LAVORO DI GRUPPO (per oratori?): Troviamo gli esiti delle combinazioni “monche”: nell’animatore e nel cristiano. Cosa succede se manca una delle tre dimensioni? Ti viene in mente qualche personaggio evangelico con tutte queste dimensioni? E qualcun altro che ne possiede solo alcune?

CONDIVISIONE IIN PLENARIA

(ATTIVITA’ INDIVIDUALE) E tu, che animatore – cristiano sei? Quale di queste tre dimensioni possiedi di più, e quale di meno?

ATTIVITA’ CONCLUSIVA (individuale): scrivi su un post – it cosa puoi fare per essere un punto di riferimento cristiano ancora migliore per i ragazzi dell’oratorio.

 

 

Preghiera del sinodo

Padre Santo, Dio dell’universo,

tu chiami ogni uomo a camminare verso il tuo Regno.

 

Anche ai giovani della Chiesa cremonese

proponi di ascoltare il Vangelo del tuo Figlio,

per trovare in Lui speranza e gioia

e fare della propria vita un dono d’amore.

 

Tu chiedi alle nostre comunità di guardare lontano,

di uscire incontro a tutti i giovani,

per vedere in loro i segni del futuro che Tu prepari.

 

Rendici ascoltatori attenti della tua Parola,

che prende carne in ogni nuova vita.

Facci sentire quanto è grande la tua misericordia,

che riveste di tenerezza le nostre fragilità.

 

Donaci il tuo Spirito, perché faccia verità in noi

e ci ricordi che il Signore Gesù è la nostra via.

 

Benedici il sinodo dei giovani, i nostri passi insieme,

per diventare sale della terra e luce del mondo.

 

Te lo chiediamo con tutta la fede e la gioia

che Tu stesso hai seminato in noi.

Amen

 

Canto finale: “Vieni e seguimi”

Lascia che il mondo vada per la sua strada,
lascia che l’uomo ritorni alla sua casa;
lascia che la gente accumuli la sua fortuna:
ma tu vieni e seguimi, tu, vieni e seguimi.

Lascia che la barca in mare spieghi la vela,
lascia che trovi affetto chi segue il cuore;
lascia che dall’albero cadano i frutti maturi:
ma tu vieni e seguimi, tu, vieni e seguimi.

E sarai luce per gli uomini
e sarai sale della terra;
e nel mondo deserto aprirai
una strada nuova (2 v).

E per questa strada va’, va’,
e non voltarti indietro, va’
e non voltarti indietro.

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Gandellino, il campo ACR parla della vocazione

Il giorno venerdì 18 agosto, nella casa in montagna a Gandellino (Val Seriana, BG), i ragazzi di elementari e medie (circa un centinaio, sotto la guisa di don Stefano Montagna e gli educatori) presenti al campo estivo ACR hanno avuto modi di trascorrere una mattinata di spiritualità, durante la quale don Stefano e don Davide del CDV, partendo dal brano evangelico della chiamata di Levi, li hanno aiutati a riflettere sulle proposte che Dio ci rivolge nella vita. Ecco qualche foto ed il testo della meditazione delle medie.

Venerdì 18 agosto 2017 

Gandellino – campo ACR, momento vocazionale (seconda e terza media)

Chiamata di Levi (LC 5) 27Dopo questo egli uscì e vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». 28Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. 29Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. 30I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?».31Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati;32io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».

Parte prima (Individualmente: circa mezz’ora): Attività sul brano della chiamata di Levi. Il Vangelo dice che Matteo) Levi accoglie subito la chiamata di Gesù. Immaginiamo, invece, che ci sia stata un po’ di “trattativa”, o, almeno, di dialogo tra i due, con qualche richiesta di spiegazioni da parte di Matteo. Che cosa potrebbe aver chiesto Matteo a Gesù? Prova a stendere una decina di domande.

Ora (sempre più difficile!!!) prova a metterti nei panni di Gesù, scegli tre domande e prova a rispondere nella maniera più convincente possibile.

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Parte seconda (Individualmente: circa 10 minuti) Test: so rischiare oppure no?

  1. Matteo non ci pensa due volte a seguire Gesù. Lo definirei:
    1. Esagerato
    2. Avventato
    3. Fiducioso
    4. Da imitare
  2. DI fronte alle novità, quello che valuto per primo è:
    1. Perché non mi lasciano mai in pace nella mia tranquillità?
    2. Cosa ho da guadagnarci?
    3. Chi propone è una persona di cui ci si può fidare?
    4. Potrebbe essere un’occasione di crescita e di miglioramento?
  3. Di fronte alla proposta del campo ACR:
    1. Non volevo venire, mi hanno convinto altre persone.
    2. Avevo delle titubanze, ma le ho superate.
    3. MI sembrava una bella opportunità
    4. Lo attendevo come una occasione importante
  4. Per scegliere la scuola superiore che frequenterai, come intendi procedere (o, se l’hai già fatto, come ti sei regolato)?
    1. Restare insieme al maggior numero di persone che già conosco oppure scegliere una scuola dove non si studi troppo
    2. Fare qualcosa che mi piace
    3. Mettere a frutto le mie capacità, anche se vorrà dire faticare un bel po’
    4. Pensare in grande, anche per tenermi aperte varie strade per la mia vita adulta.
  5. Per prendere decisioni riguardo al mio futuro, mi regolo:
    1. A seconda dell’umore del momento
    2. In base a quello che so di me
    3. In base ai consigli delle persone più sagge che conosco
    4. Facendo un mix tra quello che mi piace e quello che mi sembra possa farmi crescere come persona

Calcola il tuo punteggio. Risposte a: 5 punti; risposte b: 10 punti; risposte c: 15 punti; risposte d: 20 punti.

Da 25 a 50 punti: timoroso / pantofolaio. Sei poco disposto a lasciare la via vecchia per la nuova. Hai bisogno di garanzie e certezze prima di prendere una decisione. Ogni cambiamento ti suona inizialmente come sospetto e il tuo motto è “Se non vedo, non credo”.

Da 51 a 75 punti: cauto. Non sei del tutto contrario al cambiamento, ma vuoi vederci chiaro: il rischio di rimetterci, secondo te, è sempre alto. Vuoi capire quanto è credibile chi ti offre un’opportunità, ma, se capisci che ti puoi fidare, non hai obiezioni ad accettare la sfida.

Da 76 a 100 punti: pronto a tutto. La tua filosofia di vita punta a cogliere ogni opportunità, a cercare di non perdere nessun treno, per paura che poi non passi più. “Carpe diem” (“Cogli l’attimo”) è il tuo motto e cerchi di agire in maniera tale da non ritrovarti, un giorno, con dei rimpianti. Vai alla ricerca di ogni opportunità per crescere, superare i tuoi limiti e diventare una persona migliore.

Passo successivo: assegnazione dei punti e scoperta del proprio “profilo

Spiegazione: le dinamiche della chiamata. Dal piccolo al grande. Dai piccoli “sì”, ai grandi “sì”. Imparare a riconoscere le sensazioni che Dio ci pone.

Parte terza: secondo test (individuale): le “chiamate” della mia giornata (15 minuti)

Assegna un valore da 1 (minimo gradimento) a 5 (massimo gradimento) a queste proposte che ti possono venire rivolte nella vita di tutti i giorni:

  1. Da un amico / a: proposta ad unirsi al gruppo, che esce per fare un giro
  2. Da un compagno / a di classe: invito a ripassare insieme in vista di un’interrogazione.
  3. Dai nonni: invito ad andarli a trovare, una volta ogni tanto.
  4. Dai genitori: invito a rimanere seduti, durante i pasti, fino a che tutti hanno terminato di mangiare.
  5. Da un insegnante: invito a far fruttare meglio la propria intelligenza, impegnandosi un po’ di più.
  6. Dal prete del tuo oratorio: invito a non saltare la Messa e a mantenere una certa regolarità con preghiera e confessione.
  7. Dalla tua parrocchia / oratorio: invito a sperimentare un’esperienza di volontariato.
  8. Dal tuo insegnante di musica alle medie che nota una certa predisposizione: invito a iniziare lo studio di uno strumento
  9. Dai genitori: invito a partecipare un po’ alla discussione in famiglia, anziché rispondere a monosillabi.
  10. Dalla propria coscienza: invito a prendere la vita un po’ meno per gioco e un po’ più con impegno.

Verifica. Guarda le opzioni in cui hai messo “5”. Perché. Ora considera quelle in cui hai messo “1”: perché questo voto? Sei soddisfatto del mix generale dei tuoi punteggi? Se dovessi essere tu a tracciare un profilo della tua capacità a rispondere alle “chiamate” della vita quotidiana, come ti definiresti? Pronto? Pigro? Generoso? Opportunista? Profondo? Superficiale?

Ti è mai capitato, in passato, di provare la sensazione di aver sprecato un’occasione? In che ambito, soprattutto? Se dovessi formulare il proposito di essere più “pronto”, disponibile e reattivo in qualche campo, quale sceglieresti?

 

Parte quarta (a gruppi, circa mezz’ora): le “occasioni” che si nascondono anche nel quotidiano. Quali sono le opportunità, che di solito non si notano, che sono presenti nella realtà in cui viviamo? Ciascun gruppo si consulti tra sé, se necessario si sposti anche all’esterno, e faccia una lista di luoghi, cose, persone che possono offrire un’occasione di crescita, spiegando bene in quale maniera la renderebbero possibile. Poi si torna e ci si confronta.

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Taizé, un’esperienza vocazionale da provare

Ci si chiede spesso come fare ad avvicinare i giovani alla preghiera. A volte, un’esperienza di “rottura” può far bene, come ha dimostrato la settimana a Taizé (in Borgogna, Francia) proposta dalla diocesi e conclusasi domenica 13 agosto. In concreto, si condividono la liturgia e la preghiera della comunità monastica fondata da frère Roger, che sono caratterizzate da uno stile molto curato ed, allo stesso tempo, particolarmente adatto ai giovani, grazie ad un sapiente equilibrio tra canti (particolarmente efficaci), parola di Dio, preghiera e silenzio.

In 3700, il numero di persone presenti nella settimana scelta per il nostro pellegrinaggio diocesano, ci siamo ritrovati per tre volte al giorno nella grande chiesa per i momenti “ufficiali”, che, anche se caratterizzati marcatamente dal canto, seguivano la struttura della liturgia delle ore. In più, la catechesi mattutina, per gruppi, le prove di canto e la Messa, per chi lo desiderava, e la possibilità della preghiera personale.

Molto significativo l’incontro con l’attuale priore ed i momenti specifici del gruppo cremonese, a mo’ di verifica in itinere dell’esperienza e di riflessione sul sinodo giovani.

La sistemazione logistica, che il gruppo cremonese ha declinato nella versione del soggiorno in tenda, ha certamente richiesto flessibilità e spirito di adattamento, ma il tutto è stato ripagato ampiamente da un’atmosfera di immersione continua in uno stile giovane, ma al tempo stesso molto rispettoso e raccolto.

A livello vocazionale, questa esperienza ha riprodotto in piccole le dinamiche della “chiamata”: ritrosia e diffidenza iniziale nell’aderire (il gruppo cremonese non era certamente numeroso), ma grande gioia una volta scoperto che fidarsi di Dio è sempre vantaggioso.

In conclusione, per chi l’ha saputa cogliere si è trattato indubbiamente di una grande opportunità che ha permesso di constatare che la preghiera non è roba da vecchi e che è più spontanea e naturale di quanto non si possa credere. Per chi non ha partecipato, l’invito è: provare per credere.

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Campi estivi, un’occasione vocazionale

Le esperienze oratoriane dei campi estivi sono un’occasione preziosa, data la presenza dei ragazzi in un contesto particolarmente favorevole, per trattare temi vocazionali. Ecco, ad esempio, il testo del sussidio dell’oratorio della Beata Vergine a Cremona, utilizzato durante il soggiorno a San Martino di Castrozza dal 23 al 29 luglio. Il CDV, compatibilmente con le forze in campo, è disponibile a tenere riflessioni vocazionali nei campi estivi (o invernali) di qualunque oratorio ne faccia richiesta.

Oratorio “Beata Vergine” – Campo estivo a San Martino di Castrozza.

Salita e “vocazione”.

Ne vale la pena.

 

Salire la montagna: non è obbligatorio.

Si può restare in pianura.

Ma, salendo, la qualità della vita aumenta.

Così è la vocazione. Si può rimanere al livello base.

Ma, dicendo qualche “sì”, la vita migliora.

Vogliamo provare?

Primo spunto. LA METAFORA

La vita, intesa come un cammino nella fede, da percorrere in questo mondo per arrivare infine a Dio, è paragonata ad un’escursione fatta in montagna: un’escursione che

  1. è faticosa (come può esserlo la vita);
  2. si snoda tra le rocce e le asperità del terreno (le sfide e le difficoltà della vita di tutti i giorni);
  3. è punteggiata, qua e là, anche da sorgenti e oasi dove trovare ristoro (il Signore che sempre ci accompagna e che sempre possiamo incontrare nella quotidianità);
  4. necessita di strumenti appositi come scarponi, zaino, bastone, corda, torcia, bussola, ecc. (per la vita si tratta della fede, a sua volta generata dall’azione dello Spirito);
  5. porta verso una mèta precisa, in grado di ripagarci della fatica sopportata nel corso del cammino (per il cristiano si tratta di Dio).

Secondo spunto: mettersi in cammino

Iniziare un cammino può essere faticoso, può indurre a chiedersi “ma chi o cosa me lo fa fare?”, soprattutto se, all’inizio, non sono chiari né la mèta né le difficoltà che incontreremo. Per questo la decisione di cominciare un cammino comporta coraggio e fiducia nell’obiettivo perseguito.

LETTURA BIBLICA: La chiamata di Abramo (Gn 12,1-9).

1 Il Signore disse ad Abram: «Vàttene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre,
verso il paese che io ti indicherò. 2 Farò di te un grande popolo e ti benedirò, renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. 3 Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra». 4 Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran. 5 Abram dunque prese la moglie Sarai, e Lot, figlio di suo fratello, e tutti i beni che avevano acquistati in Carran e tutte le persone che lì si erano procurate e si incamminarono verso il paese di Canaan. Arrivarono al paese di Canaan 6 e Abram attraversò il paese fino alla località di Sichem, presso la Quercia di More. Nel paese si trovavano allora i Cananei. 7 Il Signore apparve ad Abram e gli disse: «Alla tua discendenza io darò questo paese». Allora Abram costruì in quel posto un altare al Signore che gli era apparso. 8 Di là passò sulle montagne a oriente di Betel e piantò la tenda, avendo Betel ad occidente e Ai ad oriente. Lì costruì un altare al Signore e invocò il nome del Signore. 9 Poi Abram levò la tenda per accamparsi nel Negheb.

ATTIVITA’: Dopo aver introdotto Abramo e sottolineato il coraggio che dovette avere per iniziare un cammino dalle prospettive ignote, diamo ad ogni squadra un’immagine e 8 didascalie (è infatti fondamentale dividere i ragazzi in squadre, così da ”frammentare” il disordine; si potrebbero dividere i ragazzi in 4 squadre). L’immagine raffigura un personaggio conosciuto (può trattarsi di un santo ma non necessariamente) perché nella sua vita ha saputo iniziare, come Abramo, un cammino dapprincipio nebuloso ma che poi si è rivelato giusto e concludente. I personaggi potrebbero essere i seguenti:

  • Don Pino Puglisi;
  • Alcide De Gasperi;
  • Nelson Mandela;
  • Santa Madre Teresa di Calcutta (o anche Rosa Parks).

Per ricostruire la storia del personaggio, ogni squadra avrà bisogno di 8 didascalie (dove si trovano le informazioni biografiche), che però saranno sparpagliate e divise tra le altre squadre. Ergo, le squadre dovranno confrontarsi le une con le altre per trovare i ”pezzi mancanti”, scambiarli e ricostruire così la storia del loro rispettivo personaggio.

Valore aggiunto dell’attività:

  • operativo: i ragazzi hanno la possibilità di approfondire il discorso sul cammino, precedentemente fatto, mediante la conoscenza di alcuni personaggi ”concreti”: la possibilità di scoprire che il cammino di vita è qualcosa di molto vicino ad ognuno di noi (quello che poi è il senso ”moderno” di santità)
  • ludico: l’attività aiuta a rendere la catechesi meno noiosa e più interattiva
  • di socializzazione: le squadre interagiscono tra di loro e cooperano per potersi scambiare le didascalie
  • PREGHIERAPer fare strada

Arriva un giorno in cui bisogna lasciare tutto, abbandonare tutto: mettersi in cammino, anche se è faticoso. È la dinamica stessa dell’esistenza che chiama ad uscire da sé, dalle proprie abitudini, dalle proprie sicurezze e a mettersi in ricerca.

Può essere un Sogno, una Voce, una Persona a metterti in movimento… ciò che conta è che tu sia disposto a partire, che tu sia disposto a rischiare, nonostante le paure, le incertezze, le incognite che avvolgono il futuro.

Terzo spunto: un cammino pieno di difficoltà e ostacoli

Il cammino può essere disseminato di difficoltà, prove e minacce: bisogna esserne consapevoli, in quanto cristiani, e pronti ad affrontarle con la giusta tempra e con l’aiuto del Signore.

LETTURA BIBLICA: Vi mando come pecore in mezzo ai lupi (Mt 10,16-25)

16 Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. 17 Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; 18 e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. 19 E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: 20 non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. 21 Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. 22 E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. 23 Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo. 24 Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone; 25 è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più i suoi familiari!

ATTIVITA’: Dopo aver letto il passo di Matteo, ci si può ricollegare ai personaggi forti (De Gasperi, Mandela, ecc) del giorno precedente e alle difficoltà, ostacoli e prove che, nel loro cammino e nelle loro imprese, essi incontrarono e dovettero affrontare.

Se in giornata è prevista un’escursione veramente lunga e faticosa, potrebbe usata come metafora, nel corso della giornata, per tornare sull’argomento principale, ossia le difficoltà del cammino di vita, e così ricollegarci al brano di Matteo.

Infine, prima di iniziare il viaggio di ritorno verso casa, il discorso fatto potrebbe essere concluso con un’attività simbolica: invitare i ragazzi a scegliere i compagno/a con cui scambiare il proprio zaino, così che uno porti su di sé lo zaino dell’altro e viceversa. Tutto questo con un senso preciso:

  • se la vita può esser disseminata di prove e avversari pronti a mettere i bastoni tra le ruote, allora bisogna esser capaci di aiutarsi, come cristiani e tra cristiani;
  • scambiarsi lo zaino è anche un atto di fiducia: ti affido le cose che mi sono più utili per affrontare il cammino; quindi, ripongo in te la mia massima fiducia;
  • infine, si tratta di uno stratagemma per fare ulteriormente interagire i ragazzi, con le prevedibili proteste che molti (soprattutto le ragazze) solleveranno, senza però stemperare il lato divertente dell’attività.

PREGHIERA: Signore, io vorrei essere tra quelli che sanno partire e rischiano la vita…

Signore, io vorrei essere tra quelli che sanno partire e rischiano la vita.

Signore, tu sei nato durante un viaggio e sei morto come un malfattore, dopo aver percorso, senza soldi tutte le strade: quelle dell’esilio, dei pellegrinaggi, e delle predicazioni itineranti.

Fammi uscire dal mio egoismo e dalla mia comodità, perché segnato dalla croce, io non tema la vita difficile e i momenti in cui si rischia la propria vita. I momenti in cui si è impegnati con la propria responsabilità.

Ma Signore, al di là di tutte le avventure più o meno sportive, al di là di tutti i rischi di una vita più o meno segnata nell’azione, rendimi disponibile alla bella avventura a cui tu mi chiami.

Ho impegnato la mia vita, o Signore, sulla tua parola. Ho giocato la mia vita, o Signore, sul tuo Amore.

Quarto spunto TEMA: Incontrare Dio per la strada  

Nel cammino, nonostante le difficoltà, non siamo mai abbandonati da Dio, che anzi possiamo incontrare se ci mettiamo nella giusta disposizione: vigili, umili eD aperti.

LETTURA BIBLICA: Dio appare ad Elia (1Re 19,9-13) e L’apparizione di Gesù ai discepoli sulla strada per Emmaus (Lc 24,13-35)

13 Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, 14 e conversavano di tutto quello che era accaduto. 15 Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. 16 Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. 17 Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; 18 uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». 19 Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20 come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. 21 Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22 Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro 23 e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24 Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto». 25 Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26 Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27 E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. 28 Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. 29 Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. 30 Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31 Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. 32 Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?». 33 E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34 i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». 35 Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

ATTIVITA’: Riprendendo l’immagine del cammino, quando facciamo un’escursione faticosa e difficoltosa può capitare di trovare una sorgente d’acqua, alla quale dissetarsi così da rinfrescarsi; o un’oasi fresca e ombrosa, dove riposarsi e riprendere le forze per meglio affrontare il cammino.

Allo stesso modo, nel cammino della vita incontriamo Dio, che è nostra acqua e nostra oasi, disposto ad offrirci riparo e sostentamento per ricostituire le nostre forze. Ma il punto è: come e dove troviamo Dio?

  • nella Parola
  • nell’Eucarestia, cioè la Messa
  • nel prossimo
  • nella storia, cioè nella vita di tutti i giorni, dove però la sua presenza risulta essere meno visibile all’occhio umano.

Per far capire ai ragazzi questi quattro punti, può essere svolta un’attività in due parti, ognuna accompagnata da un preciso brano della Bibbia:

  • Costruire una portantina, una specie di barella, segno del riposo e del ristoro per chi non è in grado, temporaneamente, di provvedere a se stesso. Può essere realizzata con spago portato da casa e legno e materiali di fortuna trovati in montagna. La costruzione di questa portantina simboleggia i Sacramenti dell’Eucarestia e della Penitenza.
  • lettura di 1Re 19,9-13 (Elia incontra il Signore sul monte), per far capire ai ragazzi che l’azione di Dio nella storia non è appariscente e megalomane ma discreta e silenziosa, ragion per cui occorre essere vigili, attenti, + brainstorming in cui ai ragazzi viene chiesto di scrivere in quali eventi della storia e/o della vita sono riusciti a riconoscere l’azione di Dio.

Queste due attività focalizzano solamente sull’Eucarestia – Penitenza e sull’azione di Dio nella storia; ma, al termine, sarà facile far capire ai ragazzi che sono stati toccati anche gli altri due punti, ossia

  • la Parola (perché, per svolgere le due attività, saranno stati appositamente letti due brani della Bibbia, principale guida e punto di riferimento di ogni cristiano)
  • e il prossimo (perché, anche in questa occasione, i ragazzi hanno lavorato insieme, confrontandosi e aiutandosi in uno spirito di amicizia).

Le squadre dovrebbero svolgere tutte e due le attività, ma non allo stesso tempo (per evitare confusione), bensì due a due: due squadre fanno il pane mentre altre due il brainstorming, per poi invertirsi.

Il pane impastato dai ragazzi, una volta cotto in forno, deve ovviamente essere mangiato, ma in uno spirito di condivisione: ciò significa che, talvolta, le varie pagnotte fatte dai ragazzi dovrebbero essere da loro e tra loro divise. Questo atto di condivisione del pane potrebbe tanto più ricordare l’Eucarestia se (nel caso in cui sia presente un sacerdote) le pagnotte venissero benedette prima d’iniziare il pranzo.

PREGHIERA: Mostrami il tuo volto

Cerco il tuo volto, Signore, non nascondermelo. Insegnami, nel profondo del cuore, dove e come cercarti,

dove e come trovarti. Ovunque presente, perché non ti vedo? Abiti, lo so, una luce inaccessibile. Ma ove risplende questa luce e come giungere ad essa? Chi mi guiderà, chi mi introdurrà, perché ti possa vedere?

Riguardami, Signore, ed esaudiscimi. Dammi la luce e mostrati. Abbi pietà del mio volerti trovare, che nulla posso senza te. Mi inviti a guardarti: aiutami, insegnami a cercarti! Non posso farlo se tu non me lo insegni.             (Sant’Anselmo d’Aosta)

Quinto spunto: in cammino (missione) con i mezzi adatti – Per fare un buon cammino servono strumenti adeguati

LETTURA BIBLICA: Non prendete né oro né argento (Lc 9,1-6)

1 Egli allora chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demòni e di curare le malattie. 2 E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. 3 Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. 4 In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. 5 Quanto a coloro che non vi accolgono, nell’uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi». 6 Allora essi partirono e giravano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni.

ATTIVITA’: Ci concentriamo sulla necessità di non farsi distrarre dai beni terreni, sapendo rinunciare a ciò che è superfluo così da non essere appesantiti nel corso del nostro cammino.

Per far capire questo, vengono presentati alle 4 squadre degli ”strumenti da escursione” (zaino, bussola, vestiti di ricambio, borraccia, panino, carte da gioco, pallone, cellulare, i-pod, ombrello, k-way, occhiali da sole, crema abbronzante, ecc.): esse dovranno, a turno, prendere uno alla volta, finché tutti gli oggetti non saranno stati presi o finché le squadre non avranno dichiarato di non volere nient’altro.

Alle squadre sarà spiegato che dovranno dotarsi solo degli strumenti che ritengono VERAMENTE NECESSARI per fare una breve e semplice escursione di 1 km. Se riterranno di non avere l’occorrente, potranno rivolgersi alle altre squadre e chiedere loro di cedere un oggetto oppure di barattare un oggetto con un altro. Alla fine, quando tutte le squadre avranno dichiarato di avere tutto l’occorrente, gli animatori passeremo a giudicarle per stabilire quale, fra di loro, si sia attrezzata meglio per l’escursione. Se nessuna squadra sarà risultata vincente in base ai criteri di giudizio, verrà concesso loro un secondo ed ultimo turno per ottenere e scambiare gli strumenti necessari.

Vince la squadra che rinuncia a TUTTI gli oggetti, capendo che, per fare una camminata di un solo kilometro, non c’è bisogno di nessuno strumento da trekking, ma solo di gambe per muoversi e voglia di camminare. Il messaggio da capire è quindi sottile, e non è detto che qualche squadra ci arrivi: in questo caso starà agli animatori, dopo il secondo turno, interrompere il gioco e spiegare alle squadre qual era il modo per vincere ed il significato del gioco: per svolgere un buon cammino, è necessario liberarsi della zavorra, delle cose che appesantiscono e rallentano. Così anche per il cammino di vita, in cui, forti dell’unico strumento valido che è la fede, siamo chiamati a liberarci dalla schiavitù dei beni terreni per guardare ai beni del cielo.

PREGHIERA: Signore Gesù Cristo, custodisci questi giovani nel tuo amore …

Signore Gesù Cristo, custodisci questi giovani nel tuo amore, Fa’ che odano la tua voce e credano a ciò che tu dici, poiché tu solo hai parole di vita eterna. Insegna loro come professare la propria fede, come donare il proprio amore, come comunicare la propria speranza agli altri. Rendili testimoni convincenti del tuo Vangelo,

in un mondo che ha tanto bisogno della tua grazia che salva. Fa’ di loro il nuovo popolo delle Beatitudini,

perché siano sale della terra e luce del mondo all’inizio del terzo millennio cristiano. Maria, Madre della Chiesa, proteggi e guida questi giovani uomini e giovani donne del ventunesimo secolo.

Tienili tutti stretti al tuo materno cuore. Amen.       (Giovanni Paolo II)

Sesto spunto: TEMA: Arrivo a destinazione – La gratificazione che si sperimenta quando infine si raggiunge la mèta fissata.

LETTURA BIBLICA: La ricompensa a chi rinuncia (Lc 18,28-30)

28 Pietro disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato le nostre cose e ti abbiamo seguito». 29 Ed egli disse loro: «Vi dico in verità che non c’è nessuno che abbia lasciato casa, o moglie, o fratelli, o genitori, o figli per amor del regno di Dio, 30 il quale non ne riceva molte volte tanto in questo tempo, e nell’età futura la vita eterna».

ATTIVITA’: Per far sperimentare ai ragazzi la bellezza di un traguardo raggiunto, di un tesoro trovato, di un obiettivo centrato, può essere organizzato il gioco della “caccia all’animatore”.

PREGHIERA: L’ateo e la rupe

Un ateo precipitò da una rupe.  Mentre rotolava giù, riuscì ad afferrare il ramo di un alberello, e rimase sospeso fra il cielo e le rocce trecento metri più sotto, consapevole di non poter resistere a lungo.  Allora ebbe un’idea.  “Dio!”, gridò con quanto fiato aveva in gola.  Silenzio! Nessuna risposta.  “Dio!”, gridò di nuovo.

“Se esisti, salvami e io ti prometto che crederò in te e insegnerò agli altri a credere”.  Ancora silenzio! Subito dopo fu lì lì per mollare la presa dallo spavento, nell’udire una voce possente che rimbombava nel burrone.

“Dicono tutti così quando sono nei pasticci”.  “No, Dio, no!” egli urlò, rincuorato.  “Io non sono come gli altri. Non vedi che ho già cominciato a credere, poiché sono riuscito a sentire la tua voce? Ora non devi far altro che salvarmi e io proclamerò il tuo nome fino ai confini della terra”.  “Va bene”, disse la voce. “Ti salverò. Staccati dal ramo”.  “Staccarmi dal ramo?”, strillò l’uomo sconvolto.  “Non sono mica matto!”.

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Vocazione, una scelta “logica”

Pubblichiamo l’intervento di don Davide del CDV di Cremona sul numero di giugno di “Chiesa in  Cammino” (il periodico del Seminario Vescovile

Vocazione: un biglietto “ordinario” per la felicità

Per quanto si possa riflettere sulla vocazione, non si riesce mai a togliere, a questa parola, un certo “alone” di eccezionalità che da sempre la connota. Quando non si tratta di fastidio, comunque è sempre una sorta di timore reverenziale a permeare le reazioni che tale idea suscita.

E’ pur vero che l’aspetto più visibile alla gente, cioè il numero di persone che sembrano aver ufficialmente aderito ad una vocazione, con la sua esiguità, sembra avallare una interpretazione simile.

Ma noi possiamo provare, almeno nelle nostre teste, a cambiare le cose, attraverso un semplice ragionamento. Proviamo a vedere se le seguenti affermazioni, che dipendono l’una dall’altra, stanno in piedi. Se così è, la vocazione dovrebbe diventare un fatto “normale”. Se, invece, anche una sola di esse non regge, fa cadere anche tutte le altre e allora siamo veramente autorizzati a trattare la vocazione come un caso speciale, riservato a pochi eletti.

Dunque. Dio, da sempre, manda segnali all’umanità, per il suo bene. La Bibbia descrive tutti gli sforzi del Signore per educare il Suo popolo. Sempre nelle Bibbia, vediamo che tutte le volte che il popolo ebraico ha ascoltato Dio, gliene è venuto del bene, viceversa ha avuto grandi problemi quando ha fatto il contrario. La stessa cosa possiamo constatare noi, nella nostra esperienza personale: la fedeltà al Vangelo, anche quando ci ha richiesto molto, non ci ha mai “traditi”: sfidati, sì, ma sempre in vista di un bene maggiore. Possiamo quindi dire che Dio “chiama” a cose impegnative, ma che non si tratta mai di un imbroglio. Seguire la propria coscienza, attraverso la quale Dio ci parla, perciò ci conduce a compiere scelte che, portandoci su di un piano superiore, avvicinano a Dio e realizzano il nostro bene. Rispondere di sì a tali stimoli dovrebbe quindi essere naturale, rappresentare la “normalità” per un cristiano.

Il ragionamento fila? Rimane in piedi? Oppure ha qualche anello debole che ne inficia la validità? A me sembra che l’impianto tenga. Se così è, allora possiamo tranquillizzarci sull’idea di vocazione. Ascoltare la propria significa dunque accettare il suggerimento di Gesù di provare ad imitarlo; rinunciare alla via più facile, anche se meno etica; non ignorare il senso di inadeguatezza che abbiamo dentro, quando facciamo qualcosa di sbagliato; non mettere limiti alla nostra voglia di essere conformi a Cristo; non guardare con sospetto le pagine di Vangelo più impegnative; essere onesti con noi stessi quando sentiamo che una certa frase della Buona Novella è rivolta proprio a noi.

Per un cristiano, la vocazione è, in altre parole, un invito alla coerenza. Rispondere di sì a piccole o grandi chiamate vuol dire trarre le logiche conseguenze da un’immagine di Dio che ci ama e che non ci imbroglia. Magari, così, la vocazione fa un po’ meno paura. Appare un po’ più “logica”.

Ma possiamo provare a tradurla in una maniera ancor più convincente. Dio ci ha preparato un posto, su misura, nel Suo Regno, che, al momento, magari non ci piace tanto perché abbiamo paura di perdere qualcosa. Temiamo di perdere, perché non sappiamo bene quanto è grande ciò che troveremo. Conoscendo il Signore poco a poco, impareremo a fidarci, il timore diminuirà e comprenderemo la vera funzione di quel posto personalizzato che Lui ha pensato per noi: diventare felici ed aiutare gli altri ad esserlo altrettanto. Insieme a Lui.

 

Don Davide Schiavon

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Gli animatori del grest di tutta la città in preghiera a Cristo Re

Ha avuto forti accenti vocazionali la veglia preparata dai vicari di città per gli animatori del grest 2017, che ha avuto luogo nella chiesa di Cristo Re la sera di martedì 6 giugno. Prendendo spunto dalla creazione e dai quattro elementi che fanno da filo conduttore al tema di quest’anno, c’è stata l’opportunità di riflettere sui capisaldi della fede e sul ruolo dei ragazzi all’interno di questo mondo che Dio ci ha donato. La partecipazione è stata forte, anche a livello numerico, e sentita.

Ecco qualche immagine e il testo della veglia.

TERRA

https://www.youtube.com/watch?v=a_urxI9L5Ak

Genesi creazione – intervallato da: Laudato sii, Signore mio…

 

Laudato sii, Signore mio (4 v)

 

In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.

 

Dio disse: “Sia la luce!”. E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo.

 

Dio disse: “Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque”. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.

 

Dio disse: “Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto”. E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona.

 

Dio disse: “La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto”. E così avvenne. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.

 

Dio disse: “Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte”. E così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi e le stelle. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.

 

Dio disse: “Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra”. Dio creò tutti gli esseri viventi che guizzano nelle acque e tutti gli uccelli alati. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quinto giorno.

 

Dio disse: “La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie”. E così avvenne. Dio vide che era cosa buona.

 

Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra”.

E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.

 

 

La terra è il mondo che Dio ha creato e consegnato alle mani dell’uomo, un uomo fatto esso stesso di terra, perché possa esserne custode attento e premuroso. La terra è il dono e il segno della promessa di libertà per il popolo d’Israele, per il popolo che Dio ama e che vuole libero. Ma cosa significa custodire? Come possiamo tradurre questo compito? L’impegno è di prenderci cura di ciò e dichi ci sarà affidato con pazienza e disponibilità, disposti ad essere come il seme di grano che caduto in terra e morto a se stesso, ha dato e dà molto frutto. Rinunciamo al tempo per noi per dedicare energie e cuore agli altri, sporcandoci le mani con la terra, sporcandoci di noi per riconoscere limiti e risorse che ci caratterizzano. Per questo, preghiamo insieme:

 

preghiera responsabilità uomo verso il creato: riflessione e preghiera del sussidio FOCr e/o della Laudato sii

 

Dio Onnipotente,

che sei presente in tutto l’universo

e nella più piccola delle tue creature,

Tu che circondi con la tua tenerezza

tutto quanto esiste,

riversa in noi la forza del tuo amore

affinché ci prendiamo cura

della vita e della bellezza.

Inondaci di pace,

perché viviamo come fratelli e sorelle

senza nuocere a nessuno.

O Dio dei poveri,

aiutaci a riscattare gli abbandonati

e i dimenticati di questa terra

che tanto valgono ai tuoi occhi.

Risana la nostra vita,

affinché proteggiamo il mondo

e non lo deprediamo,

affinché seminiamo bellezza

e non inquinamento e distruzione.

Tocca i cuori

di quanti cercano solo vantaggi

a spese dei poveri e della terra.

Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,

a contemplare con stupore,

a riconoscere che siamo profondamente uniti

con tutte le creature

nel nostro cammino verso la tua luce infinita.

Grazie perché sei con noi tutti i giorni.

Sostienici, per favore, nella nostra lotta

per la giustizia, l’amore e la pace.

 

 

ACQUA

 

Nella Bibbia, l’acqua è simbolo di purificazione e salvezza, è la possibilità di rinascere a vita nuova: il Nilo che salva la vita a Mosè, le acque del mare che si dividono per lasciar passare il popolo d’Israele e quella del Giordano con la quale Giovanni battezza.

L’uomo ha bisogno dell’acqua per vivere e per sopravvivere, Gesù stesso la chiederà alla Samaritana, ma l’acqua da sola non basta: c’è bisogno dello Spirito Santo che ci rende uomini e donne pieni di vita.

Senza l’acqua non c’è vita: “chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno, anzi l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna.” (Gv 4,14). Lasciamoci provocare da quest’acqua che parla di essenzialità perché la nostra vita sia piena e perché noi siamo trasparenti e autenticamente capaci di esserci.

 

Insieme vogliamo rinnovare le promesse del nostro Battesimo, confermate nel giorno della nostra Cresima. Ringraziamo Dio per il dono dell’acqua battesimale, ripetiamo le nostre rinunce a tutto ciò che è male e la nostra professione di fede.

 

Ad ogni invocazione, ripetiamo insieme: Gloria, gloria! Cantiamo al Signore!

 

  1. Padre misericordioso, dal fonte del Battesimo hai fatto scaturire in noi la nuova vita di figli.
  2. Gloria, gloria! Cantiamo al Signore!

 

  1. Tu dall’acqua e dallo Spirito Santo fai di tutti i battezzati un solo popolo in Cristo.
  2. Gloria, gloria! Cantiamo al Signore!

 

  1. Tu infondi nei nostri cuori lo Spirito del tuo amor per darci la libertà e la pace.
  2. Gloria, gloria! Cantiamo al Signore!

 

  1. Tu chiami i battezzati perché annuncino con gioia il Vangelo di Cristo nel mondo intero.
  2. Gloria, gloria! Cantiamo al Signore!

 

  1. Dio Onnipotente che nei segni della nostra fede rinnovi i prodigi della creazione, ti ringraziamo per quest’acqua battesimale; fa’ che tutti i rinati nel Battesimo siano annunciatori e testimoni del tuo amore. Per Cristo nostro Signore.
  2. Amen.

 

  1. Rinunciate al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio?
  2. Rinuncio.

 

  1. Rinunciate alle seduzioni del male, per non lasciarti dominare dal peccato?
  2. Rinuncio.

 

  1. Rinunciate a satana, origine e causa di ogni peccato?
  2. Rinuncio.

 

  1. Credete in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra?
  2. Credo.

 

  1. Credete in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, che nacque da Maria vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre?
  2. Credo.

 

  1. Credete nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna?
  2. Credo.

 

Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla, in Cristo Gesù nostro Signore.

  1. Amen.

 

Ora ci possiamo avvicinare al fonte battesimale e, dopo aver intinto la mano nell’acqua benedetta, fare il segno di croce, ringraziando nel silenzio Dio nostro Padre per averci fatto suoi figli in Gesù con il dono dello Spirito.

 

segno dell’Acqua

 

canto: La canzone della Speranza

Canto di pace di serenità, di chi ha fiducia nella Tua bontà,

per la promessa che non morirà crediamo in Cristo vivo

che cammina ogni momento accanto a noi e che perdona chi vive col cuore in umiltà.

Canto di gioia di felicità, di chi ha scoperto nella Sua bontà

una sorgente che non morirà, sorgente di speranza nel mistero della vita, vivo in Lui:

 

e non è più la fantasia che ci porta a sognare, che ci porta a sperare

nella vita del cielo, dono per l’eternità.

Vieni a cantare la gioia di credere, vieni a scoprire che la Resurrezione

è la speranza che ci rende liberi, è la certezza di chi non muore mai.

 

Canto di festa dell’umanità, per la salvezza nella sua bontà,

festa di un mondo che non morirà un mondo di speranza,

nel mistero della vita vivo in Lui…

 

 

 

FUOCO

Atti 2, 1-12 (Pentecoste)

1 Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. 2Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. 3Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, 4e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

5Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. 6A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. 7Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: “Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? 8E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? 9Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, 10della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, 11Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio”. 12Tutti erano stupefatti e perplessi, e si chiedevano l’un l’altro: “Che cosa significa questo?”.

 

Lo Spirito Santo dona coraggio e forza, aiuta a trovare le soluzioni migliori alle difficoltà che si incontrano, ci permette di vivere sempre in comunione con Dio, per essere trasformati dal suo amore e donarlo poi ai fratelli che incontriamo. Per questo insieme lo invochiamo:

 

preghiera allo Spirito (sussidio FOCr)

Non ti chiedo né miracoli né visioni

ma solo la forza necessaria

per portare il tuo fuoco in questo mondo.

Rendimi attento e inventivo

per scegliere al momento giusto

conoscenze ed esperienze

che mi toccano particolarmente.

Rendi più consapevoli le mie scelte

nell’uso del mio tempo,

donandomi di capire ciò che è essenziale.

Ti chiedo la forza, l’autocontrollo e la misura:

perché non mi lasci, semplicemente,

portare dalla vita ma organizzi con sapienza

lo svolgimento della giornata.

Aiutami a far fronte all’immediato

e a riconoscere l’oggi

come il momento decisivo per essere.

Dammi di riconoscere con lucidità

che le difficoltà e i fallimenti della vita

sono occasione di crescita e maturazione.

Fa’ di me un uomo capace di raggiungere

coloro che hanno perso la speranza

e dammi non quello che io desidero

ma solo ciò di cui ho davvero bisogno.

Signore, insegnami l’arte dei piccoli passi.

Amen

 

 

canto: Invochiamo la tua presenza

Invochiamo la tua presenza vieni Signor.

Invochiamo la tua presenza scendi su di noi.

Vieni Consolatore e dona pace e umiltà.

Acqua viva d’amore questo cuore apriamo a Te.

 

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!

Vieni su noi Maranathà, vieni su noi Spirito!

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi!

Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi,

scendi su di noi.

 

Invochiamo la tua presenza, vieni Signor,

invochiamo la tua presenza scendi su di noi.

Vieni luce dei cuori dona forza e fedeltà.

Fuoco eterno d’amore questa vita offriamo a te.

 

 

VENTO

 

Lo Spirito Santo è un dono d’amore che non sai da dove viene né dove va. E’ difficile da quantificare: quanto è grande? Quanto pesa? Quanto misura? Lo Spirito Santo è come il vento: ci smuove e ci indica la direzione verso il bene. Se ci lasciamo condurre da Lui, ci farà sentire più vicino al Signore, ci solleverà e ci porterà più vicino al cielo. Pensate al vento come piega gli alberi, in particolare quelli più esili e proprio per questo più resistenti al cambiamento; così anche lo Spirito soffia in noi e ci sostiene quando l’amore e la cura ci mettono a dura prova. Non sempre è facile stare nella relazione con gli altri e con Dio, in una relazione di amore sincero e di prossimità.

 

Occorre innanzitutto aprire gli occhi sulla realtà che ci circonda e capire che le difficoltà degli altri ci riguardano, non possono lasciarci indifferenti, tocca a noi fare qualcosa per cambiare in meglio il mondo nel quale viviamo…

 

 

sermig dati ONU

 

Ascoltiamo la testimonianza di due persone che hanno cercato di dare la loro risposta a questa domanda…

 

testimonianza suor Anna Nobili PIF: https://www.youtube.com/watch?v=_6oD-RFbhkI

testimonianza d’Avenia: https://www.youtube.com/watch?v=4QJpSCcLUK8

 

 

BENEDIZIONE

 

  1. Il Signore sia con voi.
  2. E con il tuo spirito.

 

  1. Manda il tuo Spirito, Signore, su questi ragazzi che stanno per iniziare l’avventura del GrEst come animatori ed educatori. Dona loro fiducia in se stessi e in te, fa che si aiutino e sostengano a vicenda e possano, insieme, diventare custodi sensibili e generosi della tua creazione e della vita dei fratelli.
  2. Amen.

 

  1. E la benedizione di Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo, discenda su di noi e con noi rimanga sempre.
  2. Amen.

 

  1. Con gioia ed entusiasmo, usiamo i doni ricevuti da Dio custodire il mondo creato per noi e servire i fratelli con amore. Andiamo in pace.
  2. Rendiamo grazie a Dio.

 

 

canto finale: Soffierà

Tu sei la prima stella del mattino,

tu sei la nostra grande nostalgia,

tu sei il cielo chiaro dopo la paura,

dopo la paura di esserci perduti,

e tornerà la vita in questo mare.

 

Soffierà, soffierà il vento forte della vita,

soffierà sulle vele e le gonfierà di te! (2 v)

 

Tu sei l’unico volto della pace,

tu sei la speranza nelle nostre mani,

tu sei il vento nuovo sulle nostre ali,

sulle nostre ali soffierà la vita,

e gonfierà le vele per questo mare.

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Pizzighettone, S. Vincenzo Grossi e le vocazioni

Ha avuto un ‘intonazione decisamente vocazionale l’omelia della S. Messa a Pizzighettone, la domenica 21 maggio, presieduta da don Michele Gianola, direttore del Centro Regionale Vocazioni, nell’ambito della celebrazione eucaristica che ricordava l’ordinazione presbiterale di San Vincenzo Grossi nell’ambito del centenario della sua morte. Il sacerdote, durante la celebrazione a cui era presente una nutrita delegazione delle suore Figlie dell’Oratorio, fondate da San Vincenzo, prendendo spunto dalla vita del Santo, ha sottolineato l’importanza della vocazione insita in ogni vita cristiana, auspicando che Pizzighettone, e la diocesi di Cremona in generale, vedano fiorire anche oggi numerose risposte positive ai richiami di Dio. Ottima la presenza e la partecipazione della popolazione locale.

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Paderno Ponchielli, un rosario per le vocazioni

Il gruppo di preghiera, una quarantina di persone, che ogni domenica si riunisce per la recita del rosario presso la chiesa parrocchiale di Paderno Ponchielli, il 14 maggio ha pregato, oltre che con il parroco don Claudio Rasoli, anche con l’incaricato del Centro Diocesano Vocazioni don Davide Schiavon. Quest’ultimo ha anche illustrato l’importanza di momenti come questo e stimolato ad essere perseveranti. L’occasione è stata anche propizia per riflettere sulle vocazioni.

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Spinadesco, gli adolescenti riflettono su entusiasmi e paure, alla luce della fede

La sera di venerdì 28 maggio, presso la parrocchia di Spinadesco, il gruppo di adolescenti guidato dal parroco don Pietro Samarini e dalla loro catechista ha preso parte a un incontro, preparato dal Centro Diocesano Vocazioni, sul tema delle proprie certezze e delle proprie paure, considerate a seconda che le si inquadri o meno in un’ottica di fede.

Qui di seguito la traccia della serata e una presentazione in powerpoint, scaricabile, utilizzata come supporto multimediale.

Spinadesco, venerdì 28-4-2017 – Incontro con le superiori

Né impaurito,

né temerario.

Semplicemente…al sicuro

 

Le mie sicurezze. Le mie paure. Sono fondate?

Di solito ho paura di…

  • Restare solo
  • Non essere all’altezza
  • Perdere le persone più care
  • Vivere una vita senza soddisfazioni

Ciò che mi dà fiducia e sicurezza

  • Le mie capacità
  • La speranza che la vita abbia in serbo cose buone per me
  • Le mie amicizie
  • La mia bravura nel cavarmela in ogni situazione.

Alla luce di questi due elementi quale può essere la strategia “vincente” nella mia vita?

E se inserissi anche la presenza di Dio?

Come potrebbe influire sulle mie paure?

Come sui miei punti di forza?

Cosa avrei da “perdere”?

Cosa da “guadagnare”?

Matteo 28,18-20

18 E Gesù, avvicinatosi, disse loro: «Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. 19 Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo, 20 insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Lavori di gruppo:

  • Che differenza c’è tra camminare da soli e camminare in compagnia?
  • Alla fine, qual è il vero motivo per non aver paura (messaggio g.m. preghiera vocazioni)?
  • E quale il vero motivo per essere contenti?
  • Come ridefiniresti le tue paure e le tue soddisfazioni, alla luce della fede?

Spinadesco ven 28 aprile 2017_PDF

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