Vide e si prese cura di lui, oggi la giornata per le cure palliative

La riflessione del personale dell’Hospice della casa di cura San Camillo

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L’11 novembre, festa di san Martino, si celebra la Giornata nazionale per le cure palliative. In questa occasione pubblichiamo la riflessione del personale dell’Hospice della casa di cura San Camillo.

 

“Una presenza per una speranza affidabile” è il titolo della riflessione che gli Hospice cattolici e di ispirazione cristiana hanno condiviso in diversi incontri su proposta dell’Ufficio di Pastorale della salute della CEI.  Speranza è la parola, il valore che spesso e volentieri ha popolato queste riflessioni.

Papa Francesco in un suo discorso così si esprimeva: “Il dolore, la sofferenza, il senso della vita e della morte sono realtà che la mentalità contemporanea fatica ad affrontare con uno sguardo pieno di speranza. Eppure, senza una speranza affidabile che lo aiuti ad affrontare anche il dolore e la morte, l’uomo non riesce a vivere bene e a conservare una prospettiva fiduciosa davanti al suo futuro. È questo uno dei servizi che la Chiesa è chiamata a rendere all’uomo contemporaneo”.

L’Hospice è un luogo che apre alla speranza. “Un contributo unico lo danno gli operatori con il loro esserci, prima ancora con il loro fare, possono e devono dare al morente, così che possa non subire la morte, ma trovare la speranza e in essa la possibilità di vivere in pienezza fino all’ultimo istante”.

L’Hospice è un luogo che risponde ai bisogni spirituali e religiosi del paziente. “La malattia spinge il malato ad interrogarsi su ciò che sta vivendo: nascono in lui domande profonde sul senso della vita e della morte stessa. Può essere questo il tempo della ricerca della presenza di Dio”.

L’Hospice è il luogo che si prende cura della famiglia. “Accogliere il malato significa accogliere anche tutte le persone che vivono un legame di amore con lui. Prendersi cura della famiglia del paziente che con lui è chiamata a sostenere il peso della malattia è un obiettivo fondamentale dell’Hospice”.

L’Hospice è un luogo che restituisce dignità alla persona e se ne prende cura. “In Hospice si vuole tornare a vedere la persona nella sua uni-totalità, l’essere umano he, in quanto tale, è degno di essere profondamente rispettato e onorato. Una dignità intrinseca ed inviolabile: la persona vale per ciò che è. Perché figlia di Dio. La persona è così al centro dell’attenzione: in tutto e sempre. E, in quella fase della malattia in cui nulla sembra più possibile, si può ancora fare tanto”.

L’Hospice è un luogo in dialogo con le comunità locali che vanno a recuperare la propria vocazione di “comunità sananti”, ma anche segno di accoglienza e valorizzazione del volontariato che esprime ed evidenza l’impegno della compassione, del sapersi fermare e non andare oltre davanti ad un fratello che è segnato dalla debolezza e dalla malattia, accogliendo l’insegnamento che ci giunge dalla parabola del samaritano.

L’Hospice è un luogo dove ci si prende cura di quelli che curano. “Tutti siamo fragili e il contatto ogni giorno con il dolore e la morte è un difficile peso per gli operatori… Incontri di équipe, di supervisione, di eventuale supporto psicologico e spirituale individuale devono essere parte fondamentale di una visione di cura costante degli operatori stessi”.

“I credenti sostengono il comune impegno, proprio in ogni Hospice, di accompagnamento al morire umano, alla luce che scaturisce dal vivere, morire e risorgere di Gesù di Nazaret”.

TeleRadio Cremona Cittanova
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