Venerdì Santo, la colletta per i cristiani di Terra Santa

Durante il pellegrinaggio diocesano del marzo scorso i cremonesi hanno potuto constatare le necessità della Chiesa di Gerusalemme

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“Mi appello alla nostra comune umanità, alla fede cristiana che ci accomuna in Cristo, affinché tu sia veramente generoso e possa contribuire alla pace nella regione di Gesù, nella Terra Santa, divenendo protagonista e costruttore di questo mondo”. È l’invito che il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, rivolge ai fedeli in vista della Colletta per la Terra Santa che, per tradizione, si tiene il Venerdì Santo.

Il porporato ricorda l’importanza della custodia e del mantenimento dei Luoghi santi che “sono l’approccio, per noi che crediamo senza aver visto, per arrivare ad essere fisicamente vicini al Salvatore, figlio di Dio”. Davanti ai fatti che accadono in questa regione tormentata del mondo, aggiunge il prefetto, il rischio che si corre è quello di “vederli quasi come se non fossero nostri, come se non avessimo alcuna responsabilità. Rendendoti partecipe della Colletta per la Terra Santa, stai contribuendo personalmente a trasformare questa realtà di guerra, di miseria, di terrorismo, di violenza, di divisione. Non lo fanno altri ma tu stesso”.

Da qui l’appello per la Colletta per “contribuire alla pace nella regione di Gesù”. Come è noto, la “Colletta per la Terra Santa” nasce dalla volontà dei Papi di “mantenere forte il legame tra tutti i cristiani del mondo e i Luoghi Santi. La Colletta, che tradizionalmente viene raccolta nella giornata del Venerdì Santo, è la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai Luoghi Santi; è anche lo strumento che la Chiesa si è data per mettersi a fianco delle comunità ecclesiali del Medio Oriente. Nei tempi più recenti, Papa Paolo VI, attraverso l’Esortazione Apostolica ‘Nobis in Animo’ (25 marzo 1974), diede una spinta decisiva in favore della Terra Santa”.

Per la diocesi di Cremona la Colletta acquista un ulteriore significato grazie anche al recente pellegrinaggio in Terra Santa (6-12 marzo) durante il quale si è tenuto un significativo incontro con mons. Pierbattista Pizzaballa, amministratore apostolico di Gerusalemme. L’arcivescovo di origini bergamasche ha raccontato la fatica dei cristiani nel vivere in queste zone dove sono minoranza e dove non sono per nulla considerati socialemente sia da parte palestinese sia da parte israeliana. La stessa diocesi di Gerusalemme versa in grandi difficoltà economiche, anche a motivo delle sostegno delle oltre 100 scuole cattoliche operanti sul territorio. Istituzioni assai oneroso dal punto di vista economico, ma importanti per il mantenimento dell’identità cristiana e per il dialogo interreligioso dato che molte famiglie musulmane scelgono proprio queste scuole per l’educazione dei loro figli.

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