Venerdì alla cascina San Colombano del Boschetto il ricordo di Mazzolari nel 127° compleanno

A seguire un incontro alle ACLI sul commercio delle armi con don Antonio Agnelli e Carla Bellani. Sabato a Palazzo comunale la presentazione del libro “La parola ai poveri” con mons. Sapienza

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Venerdì 13 gennaio, in occasione del 127° anniversario della nascita di don Primo Mazzolari, si terrà la tradizionale commemorazione nella parrocchia natia del Boschetto, a Cremona.
Alle 16.30 sul sagrato della chiesa si ritroveranno i rappresentanti del volontariato, del pacifismo e della solidarietà internazionale per la formazione del corteo verso la cascina San Colombano dove don Primo nacque il 13 gennaio 1890, come ricorda la targa situata all’ingresso. Qui don Antonio Agnelli, assistente ecclesiali delle ACLI cremonesi, proporrà una riflessione a partire dal “Tu non uccidere”, uno dei testi mazzolariana più intensi e attuali.

La riflessione proseguirà quindi alle 17.30 presso la sede provinciale delle Acli, in via Cardinal Massaia, con un incontro sul tema “Il commercio delle armi, la denuncia di Papa Francesco e le nostre responsabilità”. Interverranno don Agnelli e la presidentessa provinciale delle Acli, Carla Bellani.

Sempre nel contesto dell’anniversario della nascita di don Mazzolari, sabato 14 gennaio sarà presentato a Cremona il libro, pubblicato da EDB lo scorso ottobre, “La parola ai poveri, curato da mons. Leonardo Sapienza, reggente della Prefettura della Casa pontificia. Proprio l’autore interverrà nel pomeriggio del 14 gennaio nel salone dei Quadri del Palazzo comunale di Cremona, insieme al vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, e del sindaco della città, Gianluca Galimberti.

 

Presentazione de “La parola ai poveri”

“La parola ai poveri” è una raccolta di scritti del parroco di Bozzolo pubblicati negli anni ’50 in una rubrica del quindicinale Adesso. I poveri chiedono la parola più che una facile strumentalizzazione ideologica. Essi sono una continua provocazione anche per la Chiesa, che attraverso la sua povertà può parlare con credibilità al cuore di ogni uomo. I poveri sono un soggetto ecclesiale scomodo e rappresentano un severo richiamo per chi è chiamato a decidere le sorti dell’umanità.

Padre Sapienza, religioso rogazionista, è uno dei più stretti collaboratori di papa Francesco. La sua straordinaria capacità organizzativa è stata ininterrottamente al servizio di tre pontefici: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e ora Francesco. Il prelato non ha mai nascosto il suo debito spirituale nei confronti di don Primo, che ha letto, studiato e meditato per anni. Collabora da tempo con la Fondazione di Bozzolo: accanto al libro che verrà presentato il 14 gennaio, è in uscita nelle prossime settimane un altro testo di Mazzolari, curato sempre da mons. Sapienza e intitolato Quaresimale minore.

Il volume La parola ai poveri è di particolare pregio perché riporta un testo autografo di papa Francesco, che non solo consiglia la lettura delle meditazioni di don Primo, ma ne vede la profezia evangelica. Le parole del Pontefice incoraggiano con forza a dare voce ai poveri, a fare della Chiesa la voce di chi non ha voce, ad aprire il cuore verso le necessità degli ultimi.

Scrive Francesco di suo pugno: «Ci farà bene leggere e meditare queste pagine molto attuali di don Primo Mazzolari, sacerdote coraggioso. Lui ci ricorda che i poveri sono la vera ricchezza della Chiesa, i poveri sono l’unica salvezza del mondo! Chiediamo al Signore la grazia di vedere i poveri che bussano al cuore, e di uscire da noi stessi con generosità, con atteggiamento di misericordia, perché la misericordia di Dio possa entrare nel nostro cuore».

L’invito ad accostare Mazzolari da parte di Papa Francesco fa intuire una profonda sintonia con il messaggio del parroco di Bozzolo, già indicato come modello di sacerdote nel discorso di apertura del Convegno Ecclesiale della Diocesi di Roma nella basilica di San Giovanni in Laterano lo scorso 16 giugno. In quell’occasione era stato il riferimento all’omelia del 3 aprile 1958 su “Nostro fratello Giuda” a motivare la citazione di don Mazzolari.

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