Veglie missionarie/5. «La Chiesa cremonese sarà capace di donare altri sacerdoti alle diocesi più povere?»

Sabato sera nella chiesa di Viadana Castello la testimonianza di don Maurizio Germiniasi, ex "fidei donum" in Brasile

image_pdfimage_print

«Sarà capace, la Chiesa cremonese, di donare altri sacerdoti alle diocesi più povere?»: è l’interrogativo lanciato da don Maurizio Germiniasi, sabato 21 ottobre a Viadana, nel corso della veglia missionaria.

La celebrazione, nella chiesa del Castello, è stata guidata dal vicario della Zona 5, don Davide Barilli, coadiuvato da due seminaristi, mentre l’animazione è stata affidata al coro di Cividale-Spineda. La veglia – sul tema “La messe è molta – è stata introdotta da alcune letture e riflessioni; e si è conclusa, davanti ad un grande mappamondo, con la simbolica consegna di una spiga alle comunità presenti, e con la recita del Padre nostro. Nel corso della serata, Roberto Marchini ha presentato le attività del Gruppo “Aiuto ai missionari” di Villa Pasquali.

Momento centrale, la testimonianza di don Germiniasi, attuale collaboratore parrocchiale a Pomponesco-Salina-Casaletto-Bellaguarda dopo vent’anni come “fidei donum” in Brasile (prima nella città amazzonica di Belén, poi nella diocesi di S. Luis de Montes Belos al fianco del vescovo cremonese dom Carmelo Scampa).

Don Maurizio ha raccontato il suo operato quotidiano: «Ho svolto un servizio semplice, da parroco. Non mi sento un eroe; ma, grazie a questa esperienza, ho cominciato a leggere la Parola di Dio con gli occhi dei poveri. Ho imparato che le cose belle sono le gioie quotidiane, sull’esempio di persone che, pur nella miseria, sanno sorridere e ringraziare il Signore, perché hanno capito Chi è che riempie l’anima». Il sacerdote ha raccontato storie toccanti di gente «senza terra, tetto, internet, benzina, farmacia», sempre pronta nonostante tutto «a dare ragione a Dio».

«Di fronte a certe situazioni di disgregazione sociale – ha ricordato il missionario – la Chiesa ha alzato la voce, e detto chiaramente che il Signore preferisce essere incontrato in mezzo ai poveri. C’è una messe grande, che ha fame di pace, futuro e giustizia. Fame di Dio. Ma la semente è caduta in terra e darà frutto, come testimonia l’esempio di sacerdoti che hanno donato la vita e di tanti operatori silenziosi del Vangelo».

Don Maurizio ha chiuso l’intervento con una provocazione: «La Chiesa di S. Luis (trentatré sacerdoti per 350mila abitanti, disseminati su una regione grande come Lombardia e Veneto) ha voluto inviare uno dei suoi preti in una diocesi ancora più povera. Se la Chiesa cremonese (336 sacerdoti per 368mila abitanti) non sarà capace di dare uno dei suoi preti, significa una sola cosa: che è ancora troppo ricca».

 

Photogallery

Facebooktwittermail