Veglie missionarie/3. In Cattedrale il mandato a Chiara Gallarini, in partenza per il Kenya

La testimonianza è stata proposta anche da Andrea Franzini, rientrato in Italia dopo 21 anni in Amazzonia come coordinatore nazionale della pastorale dei minori

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Arrivi e partenze nella veglia missionaria per la zona pastorale 3 presieduta dal vescovo Napolioni nella Cattedrale di Cremona la sera di sabato 21 ottobre. Nel corso della veglia, infatti, il Vescovo, con la consegna del crocifisso, ha conferito il mandato a Chiara Gallarini, 28enne di Castelleone che a breve partirà per un anno di servizio civile a Mombasa (Kenya) con un progetto della Caritas ambrosiana.

Accanto a lei Andrea Franzini, rientrato in Italia dopo 21 anni svolti in Amazzonia con l’incarico di coordinatore nazionale della pastorale dei minori della Conferenza episcopale brasiliana. È stata la sua la prima testimonianza, nella quale ha sottolineato come la missionarietà non siano tanto una questione di luoghi, quanto nel modo con cui i cristiani li abitano. Poi l’idea che la missione deve essere una scelta totalizzante per un credente, chiamato quindi a raggiungere le “periferie” (non solo quelle fisiche). A ognuno il compito di presentare un Dio «concreto», «un Dio vivo, orizzontale, in mezzo a noi», ha detto, rifacendosi ad alcuni episodi vissuti in Brasile a contatto con la violenza e la povertà. Ma anche in queste drammatiche condizioni anche un sorriso, lo stare insieme o semplicemente una partita a calcio può diventare il segno tangibile di un Dio vivo e presente tra gli uomini.

Ha fatto seguito la riflessione del Vescovo che, rifacendosi al tema della Giornata, ha invitato tutti a essere operai di fronte a una messe così abbondante. Della fede cristiana, infatti, non si può rimanere spettatori o semplici consumatori. «La missione è per noi – ha affermato mons. Napolioni – per guardare in faccia le distanze che creiamo anche senza volere». Allora partire non è solo un modo per portare il Vangelo, annunciandolo in modo concreto di solidarietà e cambiamento, ma anche vederlo crescere dalle condizioni della vita umana. Poi un importante chiarimento, vero obiettivo per la Chiesa cremonese: «Abbiamo bisogno di progetti concreti. Uno di questi sarà rivedere a che punto è la passione missionaria di sacerdoti, religiosi e laici». E ancora: «Questo partire, in mille modi, ci farà solo bene! Perché tirerà fuori da noi questa capacità di incontro e di adesione, di condivisione e di rinnovamento, che solo con le nostre forze e i nostri discorsi non accade».

Subito dopo ha preso la parola Chiara Gallarini, da sempre impegnata in oratorio che a un certo punto della propria vita ha capito le che serviva qualcosa di più. Così negli ultimi quattro anni è partita per diversi paesi del mondo con Caritas Ambrosiana, partecipando ai “cantieri della solidarietà”: nel 2013 in Bolivia, in una comunità per minori orfani e abbandonati, la «Ciudad de los ninos»; l’anno successivo in Nicaragua, nella comunità di Nueva Vida (nella periferia di Managua) dove sono accolte donne vittime di violenza e bambini di strada, cui è data la possibilità di studiare. Il 2015 l’ha portata ad Haiti dove, con alcuni giovani locali, è stata impegnata nell’animazione, stile Grest, di due villaggi collaborando con i Benedettini della zona. L’estate scorsa Chiara l’ha passata in Serbia, nel campo profughi di Bogovadja. L’estate scorsa una pausa, per partecipare alla Gmg di Cracovia, dove l’invito del Papa ai giovani a “scendere dal divano” è stato la molla che ha fatto scegliere questa ulteriore forma di impegno. Volontariato con lo stile cristiano portato avanti dalla Caritas, vera e propria «carezza della Chiesa».

La veglia, animata dal coro ivoriano “Saint Michel” insieme al Grande coro diocesano, e che ha avuto un’attenzione missionaria anche nella carità, è stata introdotta da don Maurizio Ghilardi. L’incaricato diocesano per la Pastorale missionaria ha presentato anche la suggestiva scenografia. Sull’altare una croce, piantata tra un mazzo di spighe. Tra le bandiere delle diverse nazioni un’immagine notturna del planisfero davanti alla quale si trovavano le foto dei martiri cremonesi: mons. Barosi e padre Zanardi (uccisi in Cina) e padre Ripari (morto in Paraguay), che nella loro missione hanno cercato di portare luce, seminando e mietendo la messe preparata da Signore.

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