Una quarantina di giovani delle zone IX e X in pellegrinaggio al Santuario della Fontana

L'occasione per vivere in profondità l'Anno giubilare si è svolta la sera di sabato 12 marzo partendo dalla chiesa di Ponteterra

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Sabato sera perfetto per la quarantina di giovani che il 12 marzo hanno voluto vivere l’Anno Santo della Misericordia camminando nella campagna casalasca dalla chiesa di Ponteterra al Santuario della Fontana. Presenti le parrocchie di Bozzolo, Sabbioneta, Rivarolo del Re, Rivarolo Mantovano, Calvatone e Casalmaggiore, che hanno risposto all’invito delle Commissioni di pastorale giovanile delle zone IX e X.

Alle 19 il gruppo ha ascoltato la lettura della parabola del buon samaritano che il vicario di Casalmaggiore, don Marco Notarangelo, ha commentato chiedendo a ciascuno di rifare a Gesù la stessa domanda dello studioso della legge di Mosè: “Cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”.

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Dopo il breve momento nella bella parrocchiale di san Girolamo, i giovani si sono messi in cammino: dietro la croce, in silenzio, scortati dai vigili di Casalmaggiore.

Il buio della sera, il silenzio della campagna, la compagnia degli amici hanno aiutato ciascuno a entrare in se stesso per paragonare la propria vita con quella del disgraziato caduto nelle mani dei briganti (perché tutti siamo feriti dal peccato), con quella del sacerdote e del levita (perché tutti rischiamo di cadere nella trappola dell’indifferenza), con dell’uomo di Samaria (perché tutti siamo invitati a farci prossimo).

Durante il cammino diversi hanno anche colto l’occasione di celebrare il sacramento della Confessione e far curare le ferite della propria anima da Gesù buon samaritano.

Poco dopo le 20 si era in vista del Santuario dove i padri Cappuccini hanno accolto i giovani in grande stile: chiesa illuminata come nelle solennità, portone centrale spalancato, un ricordo del Giubileo da consegnare a tutti.

Dopo una prima sosta davanti alla porta del Santuario – per ricordare la parola di Gesù: “Io sono la porta: chi passa attraverso di me sarà salvo” – il gruppo si è disposto nella navata della chiesa per ascoltare due testimonianze. Non due lezioni sulla misericordia, ma due racconti di vita. Il primo di don Francesco Gandioli, diacono nell’unità pastorale San Vincenzo Grossi, prossimo all’ordinazione sacerdotale, che ha presentato quello che sta sperimentando dell’opera di misericordia “pregare Dio per i vivi e per i morti”. Il secondo di Angela, mamma, impiegata, ministro straordinario della Comunione, che ha portato la sua esperienza sull’opera “visitare gli infermi”.

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Il momento in Santuario si è concluso con il rinnovo delle promesse battesimali, la preghiera per il Papa e l’invocazione alla Madonna della Fontana nella cripta.

Terminato il momento spirituale i giovani pellegrini hanno potuto condividere la cena nei locali messi a disposizione dai frati.

I sacerdoti che accompagnavano il gruppo, e soprattutto i giovani che hanno partecipato, hanno espresso un sincero apprezzamento per la proposta e per il clima di silenzio e di raccoglimento in cui si è svolta. Un seme nella primavera della campagna casalasca che si spera possa portare frutto.

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