Un milione di lombardi alla Messa di Francesco

Al Parco di Monza anche mille cremonesi guidati dal vescovo Napolioni hanno partecipato all'Eucaristia papale nella solennità dell'Annunciazione del Signore

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«Dio continua a percorrere i nostri quartieri e le nostre strade, si spinge in ogni luogo in cerca di cuori capaci di ascoltare il suo invito e di farlo diventare carne qui e ora. Parafrasando sant’Ambrogio, possiamo dire: Dio continua a cercare cuori come quello di Maria, disposti a credere persino in condizioni del tutto straordinarie. Il Signore accresca in noi questa fede e questa speranza». L’immensa folla non può, non vuole trattenere l’entusiasmo, tra di essi anche oltre mille cremonesi guidati dal vescovo Antonio Napolioni. E a una sola voce, come ha pregato, come ha cantato, come ha partecipato fino a questo momento all’Eucaristia nel parco di Monza, pur nel raccoglimento della celebrazione, esplode unanime alle parole di Papa Francesco con un lungo applauso.

«Al pari di Maria, anche noi possiamo essere presi dallo smarrimento», avevo detto poco prima il Pontefice in un passo centrale della sua omelia. «Si specula sulla vita, sul lavoro, sulla famiglia. Si specula sui poveri e sui migranti; si specula sui giovani e sul loro futuro. Tutto sembra ridursi a cifre, lasciando che la vita quotidiana di tante famiglie si tinga di precarietà e di insicurezza. Mentre il dolore bussa a molte porte, mentre in tanti giovani cresce l’insoddisfazione per mancanza di reali opportunità, la speculazione abbonda ovunque».

 

I fedeli di Covo si avvicinano al parco di Monza (clicca sulle foto per ingrandire)

Eppure Francesco ha esortato a non scoraggiarsi, perché «”nulla è impossibile a Dio”: così termina la risposta dell’Angelo a Maria. Quando crediamo che tutto dipenda esclusivamente da noi rimaniamo prigionieri delle nostre capacità, delle nostre forze, dei nostri miopi orizzonti. Quando invece ci disponiamo a lasciarci aiutare, a lasciarci consigliare, quando ci apriamo alla grazia, sembra che L’impossibile incominci a diventare realtá».

E non sono parole generiche quelle del Papa, ma rivolte proprio a queste terre ambrosiane «che nel corso della storia, hanno generato tanti carismi, tanti missionari, tanta ricchezza per la vita della Chiesa!».

«Un popolo – ha ricordato ancora papa Francesco – formato da mille volti, storie e provenienze, un popolo multiculturale e multietnico. Un popolo chiamato a ospitare le differenze, a integrarle con rispetto e creatività e a celebrare la novitá che arriva dagli altri».

Fedeli di San Bernardo, Stagno Lombardo e Boschetto alla Messa del Papa (clicca per ingrandire)

Fin dal primo mattino fiumi di persone hanno raggiunto il Parco di Monza da ogni direzione, come arterie che confluiscono in un grande cuore verde. Comunità parrocchiali guidate dai loro sacerdoti, gruppi di ragazzi accompagnati dai loro educatori, studenti con gli insegnanti, tantissime famiglie con bambini, ma anche disabili, che hanno potuto accedere direttamente davanti al palco. Un palco che idealmente abbraccia tutta la diocesi ambrosiana, amplificando l’abbraccio stesso del Papa.

Francesco celebra la Messa al Parco di Monza davanti a un milione di fedeli.La partecipazione gioiosa e convinta di questo popolo di Dio, radunatosi attorno al suo Pastore, non è per il gusto di presenziare a un evento, ma per il desiderio di partecipare in prima persona a un incontro che segna la vita.

I fedeli di Pandino che hanno partecipato alla Messa papale (clicca sulle foto per ingrandire)

Canti, cori e preghiere hanno scandito l’attesa per l’arrivo di Francesco. E i canti continuano  ad accompagnare l’intera celebrazione eucaristica, con ben novemila coristi provenienti da tutta la Diocesi, compresi anche i giovanissimi allievi della Cappella musicale del Duomo di Milano. Uno di loro ha intonato il salmo responsoriale, ed è stato un momento di vibrante commozione.

Come significativa, prima dell’inizio della Messa stessa, è stata la consegna simbolica al Pontefice delle chiavi di 50 appartamenti ristrutturati a Niguarda, quartiere della periferia nord di Milano, destinati a famiglie e a persone in difficoltà: un progetto fortemente voluto dall’Arcivescovo Scola e realizzato dalla Caritas Ambrosiana.

Anche Sospiro è presente all’incontro con il Pontefice a Monza

Insieme a papa Francesco concelebrano quattro cardinali di origine ambrosiana: oltre allo stesso Angelo Scola, Gianfranco Ravasi, Francesco Coccopalmerio e Renato Corti. Sono presenti inoltre quaranta vescovi e oltre un migliaio di sacerdoti. Con loro, per distribuire la comunione ai fedeli, anche un centinaio fra diaconi permanenti e seminaristi, e settecento ministri straordinari, uomini, donne, consacrati, sempre provenienti da tutte le parrocchie della Diocesi.

All’associazione Unitalsi è stato affidato il compito di organizzare il servizio di trasporto e assistenza ai fedeli in difficoltà quali disabili, ammalati e anziani. Al Parco di Monza sono arrivate oltre 7 mila persone che hanno occupato i due settori affidati, di questi oltre 3 mila non deambulanti in carrozzella; in un settore erano presenti sette malati gravi in barella. Alla sinistra del Santo Padre, grazie all’intercessione del cardinale Angelo Scola, sono stati portati all’altare anche venti sacerdoti ammalati in carrozzina: «Un motivo di orgoglio per l’Unitalsi, in modo particolare della sezione Lombarda» sottolinea il suo presidente Vittore De Carli. L’assistenza proseguirà fino a stasera nella via del ritorno.

Fedeli di Soncino da Papa Francesco (clicca sulle foto per ingrandire)

La celebrazione si è conclusa con il saluto commosso dell’Arcivescovo Angelo Scola: «È una giornata densa di grazia. I gesti che Lei ha compiuto ci offrono una significativa prospettiva per l’evangelizzazione di questa nostra metropoli lombarda. In particolare l’abbraccio ai più poveri, agli immigrati, il paziente saluto ad uno ad uno a tutti i carcerati, il pranzo con loro, ci ricordano anche di pregare per le vittime del tragico attentato di Londra, per i loro cari e anche per due detenuti che l’altro ieri si sono tolti la vita proprio qui nel carcere di Monza».

L’Arcivescovo ha annunciato la consegna di 55 appartamenti per altrettante famiglie in difficoltà «come espressione di gratitudine per la sua visita, oltre a un segno per la carità del Papa, consegniamo a partire da oggi»: «Sono state acquisite dalla Diocesi, restaurate e verranno date oggi a queste famiglie. Chiediamo alla Madonnina che, come diceva un po’ esagerando il Manzoni, sotto questo cielo di Lombardia “che è bello quando è bello” si vede da ogni punto della Diocesi, chiediamo a Lei di stendere sempre un lembo del suo manto a protezione del Successore di Pietro».

Una rappresentanza dalla parrocchia di Rivolta d’Adda (clicca sulle foto per ingrandire)

Fedeli di Arzago d’Adda verso il parco di Monza (clicca sulle foto per ingrandire)

Alla messa erano presenti fedeli dalle comunità di Arzago d’Adda, Brignano Gera d’Adda, Calvenzano, Casaletto di Sopra, Casirate, Cassano d’Adda, Costa Sant’Abramo, Covo, Cremona / San Bernardo, Gadesco Pieve Delmona, Melotta, Motta Baluffi, Persico Dosimo, Pizzighettone, Rivolta d’Adda, Scandolara Ravara, Soncino, Sospiro, Stagno Lombardo, Vailate. Da segnalare, inoltre, la consistente presenza del Cammino Neocatecumenale con un gruppo di circa 200 persone.

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L’omelia integrale di papa Francesco

LA MATTINATA Di PAPA FRANCESCO A MILANO

Milano, capitale economica e morale dell’intero paese, modello di efficienza e di imprenditorialità per l’intera Europa, si è fermata sabato 25 marzo per accogliere il Papa di Roma, Francesco. Oltre 10.000 persone lo hanno abbracciato alle Case Bianche di via Salomone nel quartiere Forlanini, uno dei più popolari e contraddittori della grande città. Qui ha visitato tre famiglie, tra cui una musulmana, e si intrattenuto con i fedeli della parocchia affermando: «Entro in Milano come sacerdote al servizio del popolo».

Successivamente ha visitato il Duomo, intrattenendosi in preghiera dinanzi alle reliquie dei santi Ambrogio e Carlo, e ha risposto alle domande di sacerdoti, diaconi e religiosi che stipavano la maestosa cattedrale gotica. All’incontro era presente anche il vescovo Antonio insieme a tutti i presuli lombardi. Ad un sacerdote che rivelava la fatica dell’apostolato ha risposto: «l’evangelizzazione non è sempre sinonimo di prendere pesci. Bisogna prendere il largo, dare testimonianza e poi è il Signore che prende i pesci: quando, dove e come non ha importanza». Ad un diacono, invece, ha specificato il suo compito: «custode del servizio nella Chiesa. Il servizio alla Parola, all’Altare, ai Poveri», mentre ad una suora che gli chiedeva come poter dare una testimonianza di vita povera, vergine e obbediente all’uomo di oggi, vista la “minorità” delle suore nella Chiesa e nella società ha spiegato: «le congregazioni non sono nate per essere la massa, ma un po’ di sale e un po’ di lievito perché la massa crescesse e il Popolo di Dio avesse il condimento che gli mancava».

Il Pontefice è poi uscito in piazza, gremitissima di milanesi, per la recita dell’Angelus e la benedizione apostolica, quindi si è spostato nel carcere di San Vittore dove si è intrattenuto anche a pranzo con i detenuti. A questi uomini feriti dalla vita ha detto «Vi ringrazio dell’accoglienza. Io mi sento a casa con voi. Gesù ha detto: “Ero carcerato e tu sei venuto a visitarmi”. Voi per me siete Gesù, siete fratelli. Io non ho il coraggio di dire a nessuna persona che è in carcere: “Se lo merita”. Perché voi e non io? Il Signore ama me quanto voi, lo stesso Gesù è in voi e in me, noi siamo fratelli peccatori. Pensate ai vostri figli, alle vostre famiglie, ai vostri genitori. Passo tanto tempo qui con voi che siete il cuore di Gesù ferito. Grazie tanto e pregate per me».

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