Sulla spianata di Blonia aperta ufficialmente la Gmg 2016 con la Messa presieduta dal card. Dziwisz

Nelle parole del Porporato che fu segretario di san Giovanni Paolo II l’invito ai giovani a parlare il linguaggio della fraternità, della solidarietà e della pace

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«Parlate molte lingue. Ma da oggi tutti useremo tra di noi il linguaggio del Vangelo. Il linguaggio dell’amore. Il linguaggio della fraternità, della solidarietà e della pace». Con queste parole l’arcivescovo di Cracovia, il card. Stanislaw Dziwisz, nel pomeriggio di martedì 26 luglio ha dato il benvenuto ai 500mila giovani che gremivano la spianata di Blonia, non lontano dal centro storico della città. 

La pioggia delle ore precedenti non ha spento l’entusiasmo, né attenuato il tripudio di bandiere e colori che hanno accompagnato questo primo momento ufficiale della XXXI Gmg, in un clima sereno e accanto ad un imponente spiegamento di forze dell’ordine.

La liturgia è iniziata sulle note dell’inno della Gmg cantato da decine di migliaia di ragazzi, mentre un gruppo di giovani portava all’altare la grande croce lignea e l’icona di Maria Salus Populi Roman, i simboli della GMG. Sull’altare erano presenti la reliquia di san Giovanni Paolo II e quella di santa Faustina Kowalska, poste in ostensori dorati, «come segno visibile dell’invisibile presenza degli Apostoli della Misericordia», ha sottolineato il card Dziwisz. Per l’occasione, è stato anche acceso lo stemma della GMG.

Cracovia 26 luglio 2016. GMG 2016 Giornata Mondiale della Giovent. Nel parco Blomia la Messa di apertura

Sul palco l’enorme immagine di Gesù Misericordioso, a ricordare il senso più profondo di questa Gmg, inserita nella cornice più ampia del Giubileo straordinario della Misericordia voluto da Papa Francesco. Sulla sommità del palco, un’enorme croce bianca sovrastava il prato di Blonia.

Migliaia i sacerdoti raccolti nelle prime file, a formare una macchia bianca sotto il palco inserita in una cornice colorata di magliette e bandiere. Numerosi anche i vescovi, che da mercoledì 27 saranno impegnati nelle catechesi ai giovani nelle varie chiese e parrocchie della Polonia.

Il Porporato nell’omelia ha incoraggiato i giovani ad avere fede: «È stato Gesù – ha affermato – a condurci qui. Egli è presente tra noi. Ci accompagna come ha accompagnato i discepoli di Emmaus. Affidiamogli le nostra quotidianità, le paure e le speranze». «Incontrandoci con Gesù – ha proseguito Dziwisz – sperimentiamo che insieme formiamo la stessa Chiesa. Siamo tutti figli di Dio».

Non è mancato un passaggio rivolto ai cristiani che sono crudelmente perseguitati in diversi paesi del mondo.  «Ci sono tra noi anche ragazzi di Paesi in cui la gente soffre a causa di conflitti e di guerre – ha detto nell’omelia il card. Dziwisz –, in cui i bambini muoiono di fame, in cui i cristiani sono crudelmente perseguitati». E ancora: «Ci sono tra noi ragazzi provenienti da regioni del mondo dove ci sono violenze e cieco terrorismo». Il pensiero di tutti è andato alle vittime dell’ultimo folle attentato di Rouen, poche ore prima. Ma il dolore, lo sconcerto e la preoccupazione non hanno soppiantato la speranza né la fede. Da qui il messaggio di speranza affidato alle nuove generazioni: «Che la fiamma dell’amore avvolga tutto il nostro mondo – ha concluso – che respinga l’egoismo, la violenza e l’ingiustizia, così che si rafforzi sulla terra la civiltà del bene, della riconciliazione, dell’amore e della pace”.

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Il testo dell’omelia del card. Dziwisz

 

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