Solenne veglia dell’Assunta al Santuario di Caravaggio

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Anche quest’anno si è tenuta, presso il Santuario di Caravaggio, la veglia dell’Assunzione in Cielo della Beata Vergine Maria in anima e corpo: tutto, nella serata di veglia di sabato 14 agosto, è stato preparato con cura per accompagnare i fedeli alla contemplazione di questo grande mistero.

Ormai considerata quasi una tradizione per le veglie in Santuario, la cupola della basilica era coronata di lumini che splendevano nel buio, forte richiamo al brano dell’Apocalisse che fa riferimento a Maria: “Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle” (Ap. 12,1). Ad accogliere i fedeli, i volontari dell’AVoSS che distribuivano ceri con l’immagine di Maria che sarebbero poi stati accesi all’inizio della veglia.

La celebrazione ha avuto inizio nel piazzale antistante la basilica con il rito del lucernario che ha preceduto la parte più suggestiva per ogni fedele: la recita del Rosario, durante il quale i fedeli si sono composti ordinatamente in processione lungo i portici pregando i misteri della Gloria, per poi entrare in basilica per il canto dell’Ufficio delle Letture. A presiedere entrambi i momenti don Alessandro Locatelli, rettore del Santuario della Madonna Addolorata della Cornabusa in Sant’Omobono Terme (BG), affiancato da tutto il clero in servizio al Santuario.

L’intera celebrazione della veglia è stata animata dall’Unione corale “don Domenico Vecchi” diretta dal maestro Roberto Grazioli (diventato direttore in sostituzione del compianto maestro Giovani Merisio deceduto lo scorso gennaio), sulle note dell’organo, con alla consolle Marco Bianchi, e della tromba, suonata da Gigi Ghezzi, che ha reso particolarmente solenne questo momento di preghiera comune con alcune antifone e i versetti polifonici del canto del Te Deum composti appositamente per l’occasione dal maestro Grazioli.

Durante l’intera serata è stata garantita la sicurezza, in modo scrupoloso ed attento, dal personale laico, sia volontario che dipendente, del Santuario.

Nell’omelia, don Locatelli, citando il commento di san Paolo VI della seconda lettura dell’Ufficio ha sottolineato la frase del Pontefice: “E noi dal basso guardiamo a te Maria! Noi dal basso guardiamo in alto, Assunta, e questo è per noi motivo di conforto e di speranza”. Se da una parte è giusto pregare Maria, chiedendole favori per noi o per i nostri cari, dall’altro ciò che occorre imparare da lei è qualcosa di molto più importante: cioè che ci aiuti a seguire il suo esempio perché, come scriveva il Papa, lei è onorata e conosciuta quale esempio, il più alto!

Qual è il suo esempio? Vivere la sua fede, la sua speranza, la sua carità. La sua fede fiduciosa nel progetto che Dio aveva su di Lei (“Beata sei tu, o Vergine Maria, perché hai creduto!”). La Speranza: Maria guardando suo Figlio, cammina con lui verso la Croce, aperta alla Risurrezione; una speranza non senza la Croce, Maria in questo modo dice che bisogna vivere nella Speranza, in ogni circostanza. La Carità: Maria – ricorda l’evangelista Luca – va in fretta dalla cugina Elisabetta compiendo un gesto di carità. La carità non deve sostituirsi alla responsabilità della persona. Si vive la carità quando si aiuta l’altro a realizzare le proprie potenzialità, a diventare se stesso: non si deve possederlo o dominarlo per sempre. Per questo Luca conclude dicendo che “Maria rimase da lei tre mesi e poi tornò a casa sua”.

Prima della benedizione conclusiva, il rettore del Santuario, mons. Amedeo Ferrari, ha ringraziato in modo particolare tutti quanti hanno preparato e organizzato la veglia mettendo comunque in primo piano il ringraziamento Maria che ha radunato così tanti fedeli per pregare coralmente e renderle omaggio.

TeleRadio Cremona Cittanova
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