Sinodo dei giovani: precisati dal Vescovo gli obiettivi

Intanto la Segreteria del Sinodo ha predisposto alcune schede di accompagnamento

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Rendere davvero protagonisti i giovani, misurarsi con la realtà con più coraggio e schiettezza, rinnovare la coscienza di Chiesa e concretizzare il processo di riforma proposto dalla “Evangelii Gaudium”. Sono questi i quattro nuclei-obiettivi del Sinodo diocesano dei giovani indiividuati dal vescovo Antonio Napolioni dopo la ricognizione nelle Zone pastorali e alcuni ulteriori passaggi della Segreteria del Sinodo (in foto), che nel frattempo ha predisposto alcuni materiali. L’orizzonte sinodale si apre così alla vera e propria fase “preparatoria”, segnata in gennaio-febbraio da due momenti forti: il convegno diocesano del 28 gennaio e l’incontro con fr. Jhon della comunità di Taizé il 12 febbraio.

I quattro nuclei-obiettivi del Sinodo diocesano dei giovani delineati dal Vescovo sono presentati ufficialmente nella terza newsletter del Sinodo. È il tentativo – come spiega lo stesso mons. Napolioni – di «focalizzare ulteriormente gli obiettivi che stiamo decidendo di perseguire con questa esperienza sinodale, attraverso le sue diverse fasi».

Anzitutto con il Sinodo si intende «rendere davvero protagonisti i giovani della loro crescita umana e cristiana (EG 106), riconoscerli portavoce di un messaggio di Dio per tutti noi, ascoltandoli attentamente, senza pregiudizi, con profonda fiducia educativa e spirituale, per cogliere ciò che lo Spirito Santo ha già iniziato in loro, individualmente e come nuova generazione delle nostre comunità». Con una consapevolezza chiara: «i nostri giovani – scrive il Vescovo – non sono affatto chiusi alla chiamata di Dio, al servizio e a percorsi di vera comunione, se noi li stimiamo e li accompagniamo nei percorsi esigenti della santità. Un’assemblea ecclesiale prevalentemente fatta di giovani ci stupirà, e ci insegnerà ad ascoltarli ancora, da protagonisti indispensabili, in tutti i luoghi in cui si fa discernimento comunitario».

Secondo obbiettivo quello di «misurarci con più coraggio e schiettezza con la realtà (EG 231-233), dei giovani, delle famiglie, delle comunità, della vita ecclesiale e della cultura in cui siamo immersi, talvolta senza più capacità di decifrare luci e ombre, sfide e chances». «Un percorso educativo e pastorale – precisa il Vescovo – deve partire da dove realmente siamo noi, da dove realmente sono coloro cui vogliamo rivolgerci. A costo di sentirci dire qualcosa che ci possa far male, dobbiamo uscire e andare incontro davvero a ciò che vivono, sentono, pensano, temono, sperano, i giovani di oggi, uomini e donne, cristiani di domani».

Vi è quindi la necessità di «rinnovare la nostra coscienza di Chiesa che, come la luna, deve sempre specchiarsi nel Signore vivente». «Sarà la vita dei giovani – scrive il Vescovo – a dirci qualcosa di importante su Dio e sulla Chiesa. Ci dirà come, in essi, il Signore stesso guarda con amore, giudica con franchezza, e rinnova da dentro la sua Chiesa, la nostra Chiesa cremonese. La ricchissima tradizione pastorale e scolastica, oratoriana e associativa, con cui finora abbiamo saputo educare i giovani alla fede, mostra ancora il suo valore ma anche i suoi limiti, perché può trascurare importanti esigenze da valorizzare, ed ha bisogno di una sveglia!». E ancora: «Non dobbiamo andare a cercare lontano questa voce di speranza (EG 108), se ascolteremo con vero desiderio le istanze di cambiamento che i giovani ci consegneranno. Sarà anche il nostro modo di partecipare al cammino del Sinodo della Chiesa universale sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”».

Ultimo obiettivo indicato dal Vescovo è quello di «concretizzare il processo di riforma proposto dall’Evangelii Gaudium: come ci ha detto il Papa a Firenze, il programma è chiaro, si tratta di metterlo in atto su aspetti concreti della nostra vita». «Partiamo dai giovani – ricorda mons. Napolioni – per non fermarci ad essi, ma per operare quella “conversione pastorale” che da soli ancora stentiamo a compiere. Per diventare, qui e ora, Chiesa missionaria perché accogliente, protesa all’incontro e al dialogo con tutti perché a tutti vogliamo dare la gioia del Vangelo di Gesù, incarnata nelle miserie della nostra gente per curarne amorevolmente le ferite (a cominciare da quelle di ciascuno di noi)».

Nella consapevolezza che «sarà fecondo il Sinodo dei giovani, se toccherà il cuore e la mente degli adulti, dei responsabili delle comunità, degli educatori e delle famiglie. Non sappiamo quanto sarà lungo il cammino e dove ci porterà, ma sappiamo che è l’Avvento del Signore la nostra sicurezza e la traiettoria dei nostri passi».

Intanto la Segreteria del Sinodo ha predisposto alcuni strumenti per accompagnare il cammino. Alla scheda “0” sulla Chiesa (C’era una volta la Chiesa) si aggiungono ora quella sulla vocazione (Cosa farò da grande?) e quella sul rapporto giovani-mondo (Sotto questo cielo), tutte corredate da video che possono aiutare l’ascolto nei gruppi. A breve, inoltre, sarà pronta anche la scheda, concordata con gli incaricati zonali di Pastorale giovanile e redatta in collaborazione con il Consultorio Ucipem, sugli affetti (That’s amore).

Nel frattempo l’Ufficio Scuola ha incontrato gli insegnanti di religione (sia laici che preti) che operano nelle scuole superiori per presentare il modulo dedicato ad un ascolto molto particolare: quello sulla Chiesa nel curricolo dell’ora di religione, destinato a coinvolgere le classi quarte e/o quinte della secondaria superiore.

La terza newsletter del Sinodo

Le schede di accompagnamento:

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