S. Michele Vetere, festa patronale con il Vescovo

Nel pomeriggio di venerdì 29 settembre mons. Napolioni ha presieduto l'Eucaristia per la comunità cittadina guidata da don Manfedini

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Momenti di preghiera, incontri di adorazione personale e comunitaria, ma anche musica, balli e convivialità hanno caratterizzato i nove giorni che hanno preceduto la festa patronale di San Michele. Un percorso che ha aiutato la comunità dell’omonima parrocchia della città di Cremona a vivere nel profondo la grandezza dell’Arcangelo. Culmine dei festeggiamenti è stata la Messa solenne celebrata, nel pomeriggio di venerdì 29 settembre, dal vescovo Antonio Napolioni.

All’inizio della partecipata celebrazione il parroco, don Aldo Manfredini, ha ringraziato tutti i collaboratori di questi giorni, ma più ancora il riconoscimento è andato a quanti, durante tutto l’anno, partecipano attivamente alla vita della parrocchia, rendendo speciali i momenti di festa e testimoniando con il loro operato la grandezza e la bellezza della vita in Cristo.

Un particolare ricordo è andato anche a tutti i “sanmichelini” che, chiamati da Dio, hanno consacrato la loro vita, e oggi sono chiamati a vario titolo a essere strumenti nelle sue mani.

Nella sua omelia del vescovo Napolioni si è concentrato in particolare sul brano del Vangelo di Giovanni che racconta l’incontro di Gesù con Natanaele, focalizzando l’attenzione sul versetto: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».

«Il Cielo – ha sottolineato il Vescovo – è la nostra vita», la realtà nella dimensione più profonda e vera, fatta non solo di cose materiali, ma anche di spirito. Una realtà spirituale, quella di cui parla il Vangelo, che non è separata dal mondo, ma lo anima dal profondo.

A rendere possibile il legame tra cielo e terra è proprio il “salire e scendere” degli angeli, messaggeri di una Parola che ricorda all’uomo di non provare a salire da solo, con le proprie forze, la scala che porta al cielo, ma ad affidarsi a quel Dio che si è fatto uomo, e con la sua mano quasi fa da “ascensore”.

Unità, leggerezza e trasparenza i tre fondamenti della vita cristiana indicati da mons. Napolioni: unità con Dio e gli uomini; leggerezza per farsi piccoli e ricercare l’essenziale; trasparenza quale assenza di falsità.

«Le comunità cristiane – ha concluso il Vescovo – devono essere talmente legate a Dio da riuscire a condividere con tutti la Sua misericordia, accogliendo l’altro come Gesù ha accolto Natanaele e ha accolto noi».

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