Primo maggio, confronto sulle nuove sfide del lavoro: tra dignità e sostenibilità (VIDEO)

La tavola rotonda virtuale organizzata dagli Uffici di Pastorale Sociale e delle Comunicazioni ha offerto spunti di riflessione e confronto sugli scenari economici, lavorativi e sociali alla vigilia della "fase 2" della lotta al Covid-19

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«Un tale incontra tre muratori e a ciascuno chiede: “Cosa stai facendo?”» . Don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale della Cei per i problemi sociali e il lavoro, ha aperto con un piccolo racconto il suo intervento durante la tavola rotonda virtuale organizzata dalla diocesi in occasione del Primo Maggio e andata in onda nella serata di giovedì 30 aprile sui canali digitali della diocesi (e venerdì 1° maggio in tv su Cremona1 alle ore 19).

«Il primo muratore – ha continuato don Bignami – risponde deluso: “Ammucchio mattoni”. Il secondo dice: “Sto guadagnando lo stipendio per la mia famiglia”. Il terzo risponde con orgoglio: “Sto costruendo la cattedrale della mia città”». Lo sguardo cerca un nuovo punto di vista sulle grandi sfide che, durante e dopo la pandemia, si apriranno sul fronte dell’economia e del lavoro. Sfide che coinvolgono la comunità ecclesiale. Per questo l’Ufficio diocesano di Pastorale sociale ha voluto celebrare questo difficile e inaspettato Primo Maggio con un momento di riflessione e confronto, pensato anche a seguito della sospensione della tradizionale Messa per il mondo del lavoro che quest’anno il vescovo avrebbe dovuto presiedere presso l’azienda agricola Facchi di Pessina Cremonese.

Dopo un messaggio introduttivo registrato da monsignor Napolioni, che ha richiamato all’urgenza di rimettere al centro delle nostre relazioni il lavoro nella sua dignità e un nuovo protagonismo per un risveglio sociale che vada oltre sistemi assistenziali e di emergenza, il responsabile dell’Ufficio Eugenio Bignardi, Fabio Antoldi dell’Università Cattolica, la presidente della cooperativa Sol.co Giusy Biaggi e il direttore del settimanale Mondo Padano Alessandro Rossi, hanno animato un dialogo orientato da spunti e provocazioni tratti dagli interventi della Cei e da alcune testimonianze: Carla Maestrini, infermiera caposala del reparto di terapia intensiva dell’Ospedale di Cremona, ha raccontato la sua esperienza professionale durante l’emergenza sanitaria; il dottor Giuseppe Carnevale, infettivologo, direttore sanitario ad interim della Casa di Cura San Camillo e della Casa della Speranza ha offerto invece alcune osservazioni cliniche sullo sviluppo delle ricerche sul virus; non solo cura e scelte di politica sanitaria, però: Claudio Gagliardini, esperto di comunicazione digitale di Seidigitale.it, ha condiviso alcune riflessioni sullo smartworking e sul ruolo delle tecnologie nelle prassi professionali, mentre il Segretario generale della Cisl Asse del Po Dino Perboni ha proposto una lettura nuova sulla questione della sicurezza del lavoro, non più intesa come protezione personale da infortuni, ma come responsabilità rivolta anche agli altri. Infine proprio don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Nazionale della Cei per i problemi sociali e il lavoro, ha offerto alcune significative provocazioni (tra cui il piccolo racconto sui muratori) sulla questione della dignità del lavoro, sulle nuove fragilità e sulle sfide pastorali di questo tempo.

La relazione tra economia e salute, dunque, la dignità del lavoro, le nuove povertà, la sicurezza, la crisi dei modelli attuali e l’urgenza di modi di produzione e criteri di giudizio sempre più orientati alla solidarietà, alla cura delle fragilità, alla corresponsabilità sono stati i temi approfonditi nel corso del dibattito.

«Questo – ha concluso l’incaricato diocesano Bignardi – è il tempo del discernimento. Per questo pensiamo a un progetto continuativo che stimoli un confronto sui temi che segneranno un profondo cambiamento nella nostra società».

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