Persecuzioni contro i cristiani, conferenza di padre Cervellera e Rosario nella chiesa di S. Agata

Il 18 febbraio sarà a Cremona il direttore di Asia News per una panoramica della situazione, il 20 febbraio in comunione con diverse parti del mondo la preghiera mariana nella chiesa di corso Garibaldi

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Il 20 gennaio scorso in decine di città italiane si è pregato il rosario per i cristiani perseguitati. Anche Cremona era presente – in comunione con ciò che avveniva non solo in Italia ma anche in Svizzera, Siria e Iraq – grazie al Comitato Nazarat (www.nazarat.org). L’evento si ripeterà il 20 febbraio alle ore 21 nella Chiesa di S. Agata, questa volta preceduto da una testimonianza d’eccezione. Due giorni prima infatti il Teatro Monteverdi ospiterà – grazie anche al patrocinio dell’amministrazione comunale – padre Bernardo Cervellera, missionario del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME) nonché Direttore di Asia News, l’agenzia di stampa più informata sulla situazione dei cristiani nell’immenso continente asiatico.

Abbiamo raggiunto telefonicamente padre Cervellera a Roma per un’anteprima dei contenuti della serata cremonese. Il missionario di origini pugliesi parte da un dato reso noto da un’indagine del PEW Research Center (USA). Nel 2016 il 75% dei paesi nel mondo ha presentato casi di discriminazione e violenza nei confronti delle comunità cristiane. Ciò rende il cristianesimo la religione più perseguitata al mondo. Questa persecuzione può avvenire secondo norma di legge oppure al di fuori della norma di legge e i motivi sono diversi. Consideriamo la situazione asiatica. In India, paese che riconosce e tutela formalmente la libertà religiosa, le comunità cristiane sono spesso vittime del fondamentalismo induista. La Corea del nord vieta per legge ogni forma di espressione religiosa in nome dell’ateismo di stato e imprigiona i cristiani e i loro pastori. Il governo cinese perseguita tutti i cattolici che non si sottomettono al suo controllo e ne arresta i sacerdoti. Nei paesi islamici la pratica della religione cristiana viene più o meno limitata e scoraggiata con mezzi legali e illegali; qui il picco si raggiunge in Arabia saudita, dove è proibita persino la preghiera nelle abitazioni private.

La persecuzione dei cristiani va considerata in tutti i suoi aspetti. È infatti tipico di ogni comunità cristiana che la sua vita, pur incentrandosi sulla preghiera e sui sacramenti, non si fermi a una dimensione puramente religiosa, ma si esprima in una presenza sociale fatta di ospedali, ricoveri per gli anziani, orfanotrofi, scuole, lavori culturali. E tali opere in genere costituiscono una ricchezza per tutti i membri della società, anche per i non cristiani, in quanto in molti paesi asiatici lo stato sociale non esiste o se esiste fornisce servizi di bassa qualità. Le comunità cristiane sono fattore di sviluppo civile di un popolo, anche quando sono una piccola minoranza.

La persecuzione dei cristiani non è tuttavia una questione solamente asiatica o extra-europea. Padre Cervellera mette in guardia dalla persecuzione soffusa che si diffonde anche nei paesi occidentali, i quali vanno giustamente fieri delle loro istituzioni liberal-democratiche e della loro laicità. Qui il tendenziale relativismo imperante ha generato una forma di indifferenza nei confronti del fatto religioso che poi s’è evoluta in indifferentismo. Si tratta di un’ideologia subdola che, in nome del pluralismo religioso, vieta l’espressione della fede cristiana nell’ambito pubblico (si pensi a ciò che puntualmente accade nelle scuole durante il periodo natalizio). Ciò che in realtà sta a cuore non è tanto il rispetto per i fedeli di altre religioni (ai quali non verrebbe mai in mente di negare in Italia le forme di espressione cristiana), quanto la diffusione di una mentalità laicista che intende relegare il fatto religioso nella sfera privata. Successivamente dall’indifferenza relativistica si è passati a un atteggiamento più aggressivo, laddove ai cristiani viene negato il diritto di esprimere un giudizio e prendere posizione nella sfera pubblica in merito a questioni così decisive come la famiglia, l’eutanasia, il gender ecc. Ogni manifestazione pubblica di un giudizio cristianamente ispirato viene duramente contestata e ciò paradossalmente in nome della tolleranza e della libertà. E tale contestazione, che mira a intimidire coloro che non si riconoscono in ciò che Papa Francesco ha chiamato il pensiero unico, non trova alcuna stigmatizzazione da parte della quasi totalità dei mass media. Ora – afferma padre Cervellera – stiamo entrando nella terza fase, quella in cui la censura avverrà secondo norma di legge.

Se si vogliono comprendere meglio le sfide della testimonianza cristiana in questo tempo l’appuntamento è allora il 18 febbraio alle ore 21 presso il Teatro Monteverdi in Cremona.

Sante Maletta

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