Pellegrinaggio di CL dal santuario di S. Maria in Bressanoro a quello della Misericordia di Castelleone

Circa 200 persone, la sera di sabato 21 maggio, hanno preso parte all'iniziativa promossa nel contesto dell'anno giubilare

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Nella serata di sabato 21 maggio la comunità diocesana di Comunione e Liberazione, nel contesto dell’anno giubilare, si è fatta pellegrina dal santuario di S. Maria in Bressanoro a quello della Beata Vergine della Misericordia a Castelleone. Circa 200 persone di ogni età hanno camminato dietro la croce, pregando il Rosario e unendosi nel canto al coro recentemente intitolato a don Cesare Zaffanella.

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Una riflessione di don Giussani ha bene introdotto scopo e modalità del gesto. “La nostra risposta è una preghiera, non è una capacità particolare; è solo l’impeto della preghiera. […] È in questo abbandono alla Madonna che la sicurezza della nostra vita si afferma grandiosamente, così che, guardandoci in faccia nella nostra compagnia cristiana, vediamo come essa è realmente il primo riverbero della salvezza, di una condizione umana nuova” (Avvenire, 30/04/2016). Come è stato ricordato durante il cammino: “La gloria di Dio è l’uomo vivente”.

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Quanti hanno partecipato hanno potuto sperimentare vera comunione nella gratitudine a Dio, che si è espressa in modo tangibile nel silenzio carico della domanda di ciascuno. Domanda di recuperare la freschezza dell’incontro, quella chiamata di Cristo in cui solo c’è possibilità di essere se stessi.

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All’arrivo al santuario di Castelleone è stata celebrata la Messa nella solennità della S. Trinità. Ha presieduto l’Eucaristia don Davide Pezzali.

«Credo profondamente – ha detto il sacerdote – che la Trinità si nasconda in ogni passo che abbiamo fatto, in ogni spiga di grano che abbiamo visto, in ogni atomo di aria che abbiamo toccato». E ha proseguito: «Ci sono situazioni nel mondo in cui il Signore a volte si nasconde, come il sole che abbiamo visto tramontare: ma qualcos’altro sta sorgendo, che non basta da sé, ma brilla di luce riflessa. E può essere nella nostra vita che il Signore si nasconda, quasi per gioco, che non si faccia trovare; ma che mandi un segno potente della Sua esistenza, un segno grande del fatto che non si è dimenticato di noi. E come la luna non è niente senza la luce del sole, così anche la Chiesa, così anche la Madonna, non è niente senza quel riflesso di luce divina che ci arriva quotidianamente. E qui vediamo la misura della misericordia: perché come la luce del sole, grazie alla luna, raggiunge anche la parte di terra che è nell’oscurità, allo stesso modo grazie all’opera della Chiesa la misericordia di Dio raggiunge tutti».

«Abbiamo bisogno di questa salvezza – ha detto ancora don Pezzali –: possiamo vederla, possiamo goderne, possiamo viverla in ogni cosa che facciamo, in ogni passo che abbiamo fatto stasera e che faremo nei prossimi giorni. In ogni libro di scuola che apriamo, in ogni ora di lavoro che facciamo: possiamo vivere del riflesso di questa luce in ogni attimo della nostra giornata. E allora sarà una vita piena di misericordia: non perché l’abbiamo deciso noi, ma perché l’abbiamo ricevuta».

«Tutto quello che stasera abbiamo calpestato, abbiamo guardato, abbiamo respirato – ha concluso – è del Padre, e il Padre ce l’ha donato: perché stasera ci potessimo ricordare di Lui, perché stasera potessimo arrivare qui e godere della Sua misericordia».

“Il pellegrinaggio è un segno peculiare nell’Anno Santo, perché è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio. Esso sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio. Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraversando la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi” (Papa Francesco, Bolla Misericordiae Vultus).

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