Paolo Mirri riconfermato all’unanimità responsabile diocesano di Comunione e Liberazione

Il rinnovo del responsabile diocesano è stato votato al termine dell'annuale ritiro di Avvento di CL

image_pdfimage_print

Domenica 27 novembre si è tenuto in Seminario l’annuale ritiro di Avvento di Comunione e Liberazione. La meditazione è stata affidata a don Davide Pezzali, che ha ripercorso la storia biblica e il cammino dell’uomo illuminato nella storia dalla misericordia di Dio che ha mandato Suo Figlio per la salvezza di tutti.

Mandando Gesù, ha ricordato don Davide, Dio ha dimostrato una simpatia per il mondo. Tuttavia, di fronte a questo gesto di Dio, è fondamentale l’attesa dell’uomo, carica di speranza. “Un’attesa che è propria del cammino dell’Avvento, dove noi cristiani nella liturgia ritroviamo tutto il cammino del popolo d’Israele, della Madonna… soprattutto quello della Madonna. Un cammino che è fondamentale anche per noi oggi e che è il segno più grande della misericordia che ci investe ogni giorno”.

Al termine della meditazione, vi è stata una assemblea con le testimonianze – piuttosto commoventi – di alcuni appartenenti al Movimento di Cremona.

Infine, gli iscritti alla Fraternità di CL (che è un’Associazione di Diritto Pontificio), hanno votato per il rinnovo del responsabile diocesano. Un applauso ha sancito all’unanimità che l’incarico rimane affidato a Paolo Mirri, che lo ha accettato.

Lo scopo dell’elezione coincide con l’adesione stessa alla Fraternità, che è sempre individuale e libera: “l’impegno a vivere la fede come l’avvenimento di una presenza, Dio reso presenza che continua nella storia dentro la presenza di una comunione, di gente che si riconosce riunita nel suo nome”. Per questo si rende necessaria una guida che aiuti a vivere l’appartenenza comunionale e la preghiera.

Come spiegò bene don Luigi Giussani, fondatore di Comunione e Liberazione, “comunionalità significa innanzitutto la ricerca del cammino comune; perciò un aiuto spirituale (mettersi insieme per la preghiera, ritrovarsi in giornate di ritiro e di esercizi…); la possibilità di una convivenza; perciò un aiuto sociale; un aiuto materiale vicendevole. L’esplicitazione di questa comunionalità si verifica e si attua innanzitutto a livello della Fraternità in quanto tale (…) anche se a livello regionale e diocesano esiste un responsabile come strumento di servizio ai gruppi nei quali il Movimento della Fraternità prende consistenza”.

Facebooktwittermail