L’Avvento di Fraternità per l’ospedale pediatrico di Kansele

A sostegno del progetto di ristrutturazione e rilancio della realtà sanitaria portato avanti dal missionario laico cremonese Paolo Carini

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Anche quest’anno la Chiesa cremonese si prepara al Natale con un gesto di solidarietà a favore di quanti vivono situazioni di particolare necessità. Se in Quaresima l’attenzione va alla realtà locale, in Avvento la mano si tende sempre a qualche altra parte del mondo.

La proposta di quest’anno, promossa in sinergia con Caritas Cremonese e l’Ufficio missionario diocesano, servirà a sostenere il progetto di ristrutturazione e rilancio dell’ospedale pediatrico St. Jean Baptiste di Kansele, quartiere della città di Mbujii Mayi, capoluogo della provincia del Kasai orientale, nella repubblica democratica del Congo. Mbuji Mayi è la quarta città del Congo come numero di abitanti, più di 2 milioni e mezzo, ed è conosciuta soprattutto perché costruita attorno a una miniera di diamanti.

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Una scelta non casuale, visto che dal marzo scorso qui opera il missionario laico cremonese Paolo Carini, della parrocchia S. Maria Annunciata al Boschetto. Per tre anni seguirà un progetto di ristrutturazione e rilancio dell’ospedale St. Jean Baptiste di Kansele, finanziato dalla CEI, occupandosi di approntare un sistema di contabilità corretto e autosostenibile.

Locandina dell’Avvento di Fraternità 2016

 

Come sostenere il progetto

Il progetto dell’Avvento di Fraternità 2016 potrà essere sostenuto nelle seguenti modalità:

  • presso gli Uffici di Caritas Cremonese (via Stenico 2B, Cremona)
  • con carta di credito attraverso il servizio “Dona ora” su www.caritascremonese.it
  • su conto corrente postale n. 68411503 intestato a Fond. San Facio Onuls
  • su conto corrente bancario Iban: IT 57 H 05156 11400C C054 0005 161 – Banca di Piacenza – via Dante 126 – 26100 Cremona –intestato a Fond. San Facio Onuls
  • su conto corrente bancario IT28X0845411403000000080371 – presso la banca BCC CREDITO PADANO – 26100 Cremona – intestato a Diocesi di Cremona

indicando come causale “Avvento di Fraternità 2016” con il nome della Parrocchia o del privato che effettua la donazione.

 

L’ospedale St. Jean Baptiste di Kansele

«Il problema di fondo è economico – precisa il laico cremonese –. Il fondo di sostentamento dello Stato, 10 milioni di franchi al mese, è solo teorico perché da anni non arriva alcun contributo. L’ospedale vive sulle consultazioni, gli esami, i ricoveri. Sono entrate che dovrebbero compensare le spese di gestioni, tra le quali gli stipendi sono una voce importante, ma non l’unica. Due anni fa il ministero ha alzato bandiera bianca e ha chiesto alla diocesi se poteva occuparsi della gestione ospedaliera. Si è tenuto per sé la medicina preventiva e i programmi di cura per HIV positivi e tubercolotici che sono ben finanziati da organismi internazionali. Tra il personale curante c’è chi riceve ancora uno stipendio statale, al quale si aggiunge un premio. Ci sono 8 medici, dei quali 3 a tempo parziale, ma nessuno supera i 150 dollari al mese».

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Il contesto non è certo semplice. «Ci si lava con un secchio – racconta ancora Carini – si cucina con il carbone, fa un gran caldo e si ha a disposizione un’ora di corrente elettrica al giorno. Non c’è un frigo per cui è necessario consumare in giornata quello che si prepara. Personalmente, ho ripreso la decennale guerra con le pulci da materasso e altri insetti non identificati, ma sono strategicamente in vantaggio grazie ad una polvere magica acquistata al mercatino ed in ogni caso, dormo più che a Cremona».

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Uno dei passaggi chiave per la ristrutturazione dell’ospedale è un nuovo collegamento con la linea elettrica. Attualmente l’ospedale ha corrente elettrica per un’ora e mezza, verso mezzogiorno, quando accende il gruppo elettrogeno. La sera tutto al buio. In realtà, il collegamento con la linea elettrica c’è già e ogni tanto funziona anche. Ma è una tipica storia congolese: lungo i 1.500 metri del collegamento in bassa tensione ci sono molte case collegate in modo abusivo ed altre, parzialmente in regola, che non pagano da tempo la bolletta. L’azienda privata responsabile della distribuzione ha pertanto deciso di non erogare corrente su questa linea.

Il direttore dell’ospedale, l’abbé Martin Mutombo, è un medico sacerdote congolese con specializzazione in sanità pubblica. Ha studiato in Spagna, Ungheria e Italia ed è tornato a casa conservando gelosamente l’amicizia con una famiglia veronese. È stato grazie a questa intermediazione che è riuscito a contattare l’Ascom, associazione di Legnago che da 35 anni lavora in Africa, e a mettere in moto il complesso meccanismo di aiuto. Proprio con questa associazione di Legnago Paolo Carini ha già prestato servizio per 13 anni in Burundi, tra il 1996 e il 2011.

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