Oscar Romero e i martiri di El Salvador, il 6 aprile a Cremona la presentazione del libro di Anselmo Palini

Il volume "Una terra bagnata dal sangue" sarà illustrato alle 17.30 presso la Sala della Consulta di Palazzo Comunale

image_pdfimage_print

Sarà presentato nel pomeriggio di giovedì 6 aprile, alle 17.30 presso la Sala della Consulta di Palazzo Comunale, a Cremona, il libro “Una terra bagnata dal sangue. Oscar Romero e i martiri di El Salvador” (edizioni Paoline 2017). L’incontro, che sarà moderato da don Bruno Bignami, vedrà intervenire l’autore, Anselmo Palini, insieme al sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, e don Antonio Agnelli, sacerdote cremonese studioso della Teologia dell’America Latina.

Il 24 marzo di ogni anno la Chiesa cattolica celebra la “Giornata dei Missionari Martiri”, proprio nel giorno in cui ricorre l’anniversario dell’assassinio di Oscar Romero (avvenuto il 24 marzo 1980, mentre stava celebrando l’Eucarestia). A pochi giorni da tale data sarà presentato a Cremona il nuovo libro di Anselmo Palini, saggista bresciano, insegnante nella scuola superiore.

Il libro porta la prestigiosa prefazione del teologo salvadoregno José Maria Tojeira e la postfazione di un altro grande teologo del piccolo paese centroamericano, Vicente Chopin. Entrambi sono stati conosciuti dall’autore durante il viaggio che ha compiuto nell’agosto 2015 a El Salvador.

Dopo le presentazioni a Brescia e Milano, l’appuntamento è ora a Cremona. L’incontro è organizzato dalle edizioni Paoline e dalla Libreria Paoline di Cremona, in collaborazione con le Acli di Cremona e con il Comune.

Questo nuovo libro completa il lavoro di Anselmo Palini su El Salvador, iniziato con i volumi su Oscar Romero e Marianella Garcia Villas. Prossime presentazioni del volume a Torino e a Roma, dove interverranno anche gli ambasciatori di El Salvador presso lo Stato italiano e il Vaticano.

Locandina dell’evento

 

Presentazione del libro

El Salvador, questo piccolo paese dell’America centrale conosciuto per il sacrificio di mons. Oscar Romero, assassinato mentre stava celebrando la Messa, è una terra bagnata dal sangue dei martiri. Dal 1980 al 1992, anno degli accordi di pace, vi sono state 80mila vittime, in quella guerra civile causata da una brutale dittatura militare.

Nel libro, oltre alla nota vicenda di mons. Romero, si ricostruiscono altre storie esemplari, rappresentative di tutte le vittime della repressione militare: quella di padre Octavio Ortiz, il primo sacerdote assassinato in Salvador, e quella di padre Rutilio Grande, il gesuita assassinato nel marzo 1977 pochi giorni dopo la nomina di mons. Romero a arcivescovo di San Salvador; quella di Marianella Garcia Villas, presidente della Commissione diritti umani, uccisa dai militari nel 1983, e quella delle quattro religiose nordamericane, assassinate nel 1981 per il loro impegno instancabile in favore della giustizia sociale; quella dei sei gesuiti, docenti presso l’Università centroamericana di San Salvador, uccisi dai militari nel novembre 1989, assieme a due donne di servizio, poiché ritenuti la mente dell’opposizione alla dittatura. Infine viene ricostruito il massacro di El Mozote, con le sue 1200 vittime (400 delle quali erano bambini).

Ma il libro illustra anche come dal sangue di tutti questi martiri stia lentamente nascendo un nuovo paese, ossia come il sangue dei martiri stia fruttificando.

Nel centro di San Salvador, capitale del più piccolo Paese dell’America Latina, si trova il Monumento alla Memoria e alla Verità: un muro di granito di settanta metri di lunghezza e tre di altezza, con incisi i nomi di oltre trentamila vittime della repressione. Vi è anche l’elenco dei massacri perpetrati dai militari e dagli squadroni della morte.

Un numero di vittime enorme, peraltro parziale, che racconta come la storia recente di El Salvador sia stata caratterizzata da una lunga catena di odio e di violenze nei confronti dei più “deboli” e di quanti si sono impegnati per la giustizia sociale e per il rispetto dei diritti umani: uomini, donne, bambini, sacerdoti e laici, campesinos e insegnanti, leader politici e sindacali, torturati, assassinati o fatti scomparire da un regime che si dichiarava cristiano e affermava di lottare contro la sovversione.

Questi martiri propongono un nuovo modello di santità “segnato tante volte dal martirio” e caratterizzato dall’impegno per un mondo più giusto e fraterno. “Questo impegno liberatore, profondamente evangelico, scatena l’opposizione verso una fede vissuta in questo modo, mescolandosi in una sorta di odio contro l’umano che porta allo sterminio brutale di tante persone innocenti e al fiorire di un nuovo tipo di martirio nel quale, come diceva monsignor Romero, si mescola «il sangue dei sacerdoti, dei catechisti e delle comunità con i massacri del popolo»” (dalla prefazione di p. José Tojeira).

Ma, come scrive nella Postfazione padre Vicente Chopin, dell’Università Salesiana di San Salvador, per quanto possa sembrare paradossale, “ci sono morti che generano speranza, come la morte dei profeti e quella dei martiri. Essa restituisce dignità alla vittima. Il sangue dei martiri è stato sparso, ha fecondato la terra, e quindi viene il momento della raccolta. Possiamo assistere ora alla magnifica opportunità di rifondare la Chiesa salvadoregna a partire dal sangue dei martiri. Possiamo avviarci ora verso una nuova primavera evangelizzatrice che si formi sul loro esempio e sulla loro eredità”.

Infatti, sebbene sia ancora un Paese attanagliato dalla violenza, oggi El Salvador è anche e soprattutto altro. Ha il volto di quanti, con il loro impegno quotidiano, fanno sì che monsignor Romero e i tanti martiri non siano ridotti a una fotografia da esporre nelle chiese o a un’immaginetta da tenere in tasca, ma siano una voce da ascoltare e una testimonianza da imitare. Perché la speranza di creare la pace per mezzo della giustizia possa crescere nel cuore di ognuno.

 

Note sull’autore

Anselmo Palini vive e lavora in provincia di Brescia. È docente di materie letterarie nella scuola superiore e saggista. Nei suoi studi ha approfondito soprattutto i temi della pace, dell’obiezione di coscienza, dei diritti umani, della nonviolenza. Più recentemente ha preso in esame le problematiche connesse con i totalitarismi e le dittature del XX secolo, approfondendo in particolare le testimonianze di chi si è opposto a tali sistemi.

Tra i suoi testi: Bambini e ragazzi nel mondo (Libreria Editrice Vaticana, 2000); Le carte dei diritti (La Scuola, 2003); Testimoni della coscienza. Da Socrate ai nostri giorni (Ave, 2005); Voci di pace e di libertà. Nel secolo delle guerre e dei genocidi (Ave, 2007); Primo Mazzolari. Un uomo libero (Ave, 2009); Oscar Romero «Ho udito il grido del mio popolo» (Ave, 2010); Primo Mazzolari. In cammino sulle strade degli uomini (Ave, 2012); Pierluigi Murgioni «Dalla mia cella posso vedere il mare» (Ave, 2012); Sui sentieri della profezia. I rapporti fra Giovanni Battista Montini-Paolo VI e Primo Mazzolari (Messaggero, 2012); Marianella García Villas «Avvocata dei poveri, compagna degli oppressi, voce dei perseguitati e degli scomparsi» (Ave, 2014); Più forti delle armi. Dietrich Bonhoeffer, Edith Stein, Jerzy Popieluszko (Ave, 2016).

È inoltre autore di articoli, saggi e inserti apparsi su varie riviste, tra cui Aggiornamenti Sociali, Humanitas, Vita e Pensiero, Segno, Dialoghi, Impegno, Nigrizia, Missione Oggi, Mosaico di pace, Il Margine, Azione Nonviolenta,

Facebooktwittermail