Oltre 8000 oratori in Italia svolgono una funzione educativa

Una ricerca dell'Ipsos presentata al convegno di pastorale giovanile offre dei dati molti interessanti sui centri giovanili

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Gioco libero, sport, grest, gite e doposcuola: sono queste le attività principali che vengono svolte negli oltre 8000 oratori italiani, sparsi da Nord a Sud. Lo rivela la ricerca Ipsos sugli oratori italiani presentata al convegno nazionale di Pastorale giovanile che si è concluso il 23 febbraio a Bologna,  L‘indagine, che mette insieme le risposte di 110 diocesi (sulle 221 interpellate), mostra che le attività più presenti negli oratori sono il gioco libero (100% degli intervistati), l’animazione di gruppo (100%) e l’oratorio estivo/Grest (93%).

Tengono le attività espressive, pellegrinaggi, feste speciali, campi scuola (tutti con 88%), le pratiche sportive si attestano all’83%, insieme al doposcuola. Le attività caritative e volontariato sono presenti nel 66% delle diocesi intervistate, mentre racimolano un 33% le attività missionarie e le settimane di vita comunitaria. Chiudono le attività ecologiche e ambientali praticate solo nel 25% delle diocesi. Il numero medio di attività svolte in ciascuna diocesi è di 13, con punte di 14 al Nord (17 nelle diocesi lombarde).

Dai dati raccolti si evidenzia poi che il 96,7% degli oratori del Nord sono legati alle parrocchie, la percentuale cala al 91% al Centro e all’87% al Sud. Al Centro e al Sud sono presenti anche realtà come i Salesiani di don Bosco e le Figlie di Maria Ausiliatrice, i Giuseppini del Murialdo e altri organismi. Quasi la metà delle diocesi intervistate – 52% – ha un coordinamento diocesano per gli oratori e dove quest’ultimo non è presente la maggior parte ritiene molto utile averlo (74%). Circa le proposte di formazione indirizzate agli oratori queste sono presenti nel 73% delle diocesi. Il 49% di queste organizzano incontri con i responsabili “più volte l’anno”, il 24% “una volta l’anno” e il 27% “mai”.

Le figure professionali sono ancora poco radicate all’interno degli oratori delle diocesi intervistate. Il 63% ha dichiarato, infatti, di non averne. Del 37% restante il Nord con il 66% doppia il Centro (31%). Il Sud indietro con il 3% di diocesi che hanno nei propri oratori figure di educatori retribuite. La ricerca, infine, offre anche una stima del numero degli oratori presenti in Italia, 8245 a fronte di 5637 dichiarati.

“L’oratorio non è un lusso, non è uno svago ma un luogo specifico dell’educazione della Chiesa nel tempo contemporaneo e uno strumento pastorale strategico per preadolescenti e adolescenti che vivono la fase più delicata come recenti episodi di cronaca ci hanno dimostrato”. Lo afferma Marco Moschini, direttore del corso di perfezionamento, progettazione, gestione e coordinamento dell’Oratorio attivo, dal 2011, presso l’Università di Perugia, commentando la ricerca Ipsos. In questa indagine, sottolinea il docente, “l’oratorio viene percepito così come pensato dalla Chiesa, con una certa profezia, anche alla luce della Nota pastorale (2013) sul valore e la missione degli oratori, intitolata ‘Il laboratorio dei talenti’. L’oratorio è uno strumento pastorale strategico poiché consente alla Chiesa di svolgere la sua vocazione educativa”. Uno degli aspetti che emerge dalla ricerca è quello della “territorialità: gli oratori – rimarca Moschini – sono legati alle parrocchie e presenti soprattutto al Centro-Nord. Non esiste un modello unico di oratorio, ma questo si configura alle necessità del territorio, si adegua con originalità a tutti i luoghi. Abbiamo oratori di strada e quelli molto più strutturati. Tutti esprimono la loro vocazione educativa nella prossimità come esorta Papa Francesco”.

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