Nonviolenza e commercio delle armi: il 13 gennaio alle Acli riflessioni dopo la Marcia della pace di Bologna

Nel capoluogo emiliano oltre una 30ina di partecipanti erano presenti per l'evento di S. Silvestro

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Proseguirà idealmente venerdì 13 gennaio nel terzo incontro del laboratorio Laudato si’ promosso delle Acli Cremonesi, l’esperienza che una trentina di cremonesi ha vissuto sabato 31 dicembre a Bologna prendendo parte alla 49ª edizione della Marcia nazionale per la pace.

L’appuntamento dell’ultimo dell’anno è iniziato nel pomeriggio di San Silvestro ai Giardini Margherita, dove ha preso avvio la Marcia. Tappe a San Petronio per il Te Deum con l’arcivescovo di Bologna e alla Stazione di Bologna prima di giungere al Palazzetto dello Sport. Le riflessioni teologiche e spirituali richiamate durante la Marcia quali ragioni fondative della “nonviolenza, stile di una politica per la pace” (tema scelto da Papa Francesco per la 50 esima Giornata mondiale della pace del 1° gennaio 2017) hanno trovato alcune traduzioni operative proprio negli interventi e nelle testimonianze durante la tavola rotonda al Paladozza.

Ribadito ancora una volta che le guerre si possono e si devono prevenire, trasformare, riconciliare con azioni politiche attive e creative, l’interrogativo si è focalizzato sulle caratteristiche e gli ambiti di una politica per la pace.

Per Paolo Beccegato, vicedirettore di Caritas italiana, “la guerra mondiale a pezzi, in quest’ultimo decennio, ha visto una continua crescita del dramma dei profughi: solo nel 2016 sono state 65,3 milioni le persone costrette a scappare”. Eppure, ha aggiunto, si vive “ovattati da falsità che non ci fanno vedere la sofferenza di questa gente, così ci infastidiscono 190mila profughi arrivati nel nostro Paese, mentre altri 5mila, in un anno, sono morti nel Mediterraneo”. Se c’è un legame tra povertà e guerra, allora “politiche nonviolente – ha precisato – vanno verso la lotta alla povertà”.

Vi è poi il legame tra guerra e ambiente, laddove “vi sono, ad esempio, degrado e inquinamento”. E c’è un rapporto tra guerra e speculazioni finanziarie, con “una finanza non governata che specula anche sul cibo”. E proprio il cibo, ha un legame diretto con la guerra, perché “sempre più lo si strumentalizza per ridurre alla fame il nemico, ignorando tutti i civili che muoiono di conseguenza, e che non rientrano nei computi delle vittime della guerra”.

Per Angela Dogliotti Marasso, presidente del Centro studi Sereno Regis di Torino, occorre un articolato lavoro dal basso per costruire consenso e massa critica a favore di politiche nonviolente.

Indicate alcune piste: riconoscere e risolvere il conflitto che c’è prima di tutto dentro ciascuno, e quindi educare alla trasformazione non violenta dei conflitti personali e sociali. Sviluppare l’empatia come capacità di identificarsi nelle sofferenze altrui. Prediligere sempre i metodi cooperativi e collaborativi a tutti i livelli. Difendere il territorio e i beni comuni con la lotta nonviolenta. Lavorare perché la finanza e la tecnoscienza mettano al centro i bisogni umani invece del profitto. Costruire politiche coerenti con la difesa nonviolenta (come i corpi civili di pace, la difesa popolare nonviolenta e la messa al bando delle armi nucleari).

Don Renato Sacco, segretario di Pax Christi Italia, ha invitato a mobilitarsi contro il ripetuto invio di bombe italiane all’Arabia Saudita che sta distruggendo lo Yemen e massacrando la popolazione, specialmente i bambini. Il sacerdote ha quindi sottolineato che le spese militari italiane nel 2017 saranno di 23,4 miliardi di euro, ben 64 milioni al giorno, a fronte di un tasso di povertà crescente nel Paese. E si è domandato: “Di quale sicurezza abbiamo bisogno oggi? Degli F35, di nuovi sistemi d’armi o di posti di lavoro, di efficaci politiche della scuola, della sanità e della difesa del territorio dal dissesto ambientale?”

La pratica della nonviolenza – ha detto mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea già presidente di Pax Christi – è il cuore stesso del Vangelo e va vissuta in tre dimensioni precise: nella contemplazione e nella preghiera per alimentare la coscienza, con l’azione nonviolenta e nella profezia per la giustizia e la pace.

Le tematiche dell’evento dell’ultimo dell’anno (promosso daall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, Caritas Italiana, Pax Christi, Azione Cattolica Italiana insieme all’Arcidiocesi di Bologna) saranno ulteriormente sviluppate in occasione del terzo incontro del laboratorio sull’enciclica di Papa Francesco “Laudato si’” ideato dalle Acli provinciali cremonesi. L’appuntamento è nel pomeriggio del 13 gennaio alle 17.30 presso la sede delle Acli provinciali (via card. Massaia, 22). Tema dell’incontro “Il commercio delle armi, la denuncia di papa Francesco e la responsabilità dei credenti”. Interverranno la presidente provinciale Carla Bellani e l’assistente ecclesiastico don Antonio Agnelli.

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