Nell’archivio della Fondazione Mazzolari 3.500 nuovi documenti

Si tratta di materiali frutto del rapporto editoriale di don Primo con la Casa editrice vicentina “La Locusta”

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L’Archivio della Fondazione “Don Primo Mazzolari” di Bozzolo è in continua crescita. Negli ultimi mesi si sono recuperati circa 3.500 nuovi documenti provenienti, dopo un lungo lavoro di scannerizzazione, dalla Biblioteca civica Bertoliana di Vicenza.

Si tratta di preziosi fogli, numerose lettere e inconfondibili manoscritti di don Primo, frutto dell’intenso rapporto editoriale con la Casa editrice vicentina “La Locusta”. Rienzo Colla, il fondatore, è stato uno dei più fedeli editori di libri di don Mazzolari e ha lasciato in eredità alla Biblioteca vicentina numerosi documenti che testimoniano la straordinaria sua amicizia con il parroco di Bozzolo.

A questi documenti se ne aggiungono altri che la Fondazione ha recuperato e sta continuamente recuperando grazie ai molteplici contatti con persone che da ogni parte d’Italia segnalano la presenza di epistolari di don Mazzolari.

L’Archivio della Fondazione di Bozzolo costituisce una ricchezza inestimabile per studiosi, storici e appassionati della figura di don Mazzolari. Lo spesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in visita alla Fondazione lo scorso 11 novembre (in foto), è rimasto positivamente impressionato dalla mole di documenti e dal lavoro svolto, nel corso degli anni, dalla Fondazione perché nulla andasse perduto.

Ora la Fondazione intende offrire alla consultazione tutto questo “nuovo” materiale documentale, però non senza prima di aver provveduto al necessario riordino, all’inventariazione e alla catalogazione. Grazie anche alla sensibilità della Fondazione Banca Agricola Mantovana, che ha destinato nei giorni scorsi un contributo di 15mila euro proprio per questo scopo, la valorizzazione di questo immenso patrimonio potrà essere ulteriormente completato.

«Tale investimento – precisa don Bruno Bignami, presidente della Fondazione “Don Primo Mazzolari” – sarà ancora più prezioso in vista del processo di beatificazione che la Diocesi di Cremona ha iniziato. La facile reperibilità dei documenti e il loro riordino rappresentano un passaggio importante verso l’auspicato traguardo».

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