Il settimanale dei Dehoniani Settimananews.it ha dedicato un’intervista al compositore e maestro d’orchestra cremonese Federiuco Mantovani, autore – tra le altre opere – della cantata sacra “Letizia d’amore, stelle e precipizio”, pubblicata con il titolo “Musica sacra e pratiche pastorali”.
«Io credo – dice il musicista – nella musica d’arte, e in quella sacra, che proprio dal silenzio deve partire. Per quella musica, come per tutta la musica d’arte della nostra tradizione occidentale, c’è però bisogno di un tempo adeguato e di luoghi idonei per un ascolto attento; e anche di qualche divulgatore appassionato che faccia conoscere ed apprezzare».
Una riflessione che guarda al significato profondo della relazione tra arte ed evangelizzazione: «Parole e temi che fanno parte della tradizione cristiana non sono più conosciuti, sommersi da una globalizzazione culturale che si afferma in modo totalitario. Penso però alla “resistenza” rappresentata ancora da cori sparsi nel mondo, a chi anima le liturgie, a chi fa concerti di musica sacra, protagonisti in concreto di un’opera culturale e pastorale, di evangelizzazione. La musica infatti arriva là dove non arrivano le parole o le prediche o le conferenze e i convegni».
«La musica – aggiunge – va diritta al cuore e all’intelligenza, all’anima e al corpo. Qualcuno diceva che saranno proprio i nostri canti a salvarci dalla secolarizzazione imperante. Bisogna però educare i più piccoli e i più giovani, che sono sommersi da musica di plastica, finta, banale quando non dannosa, che inquina davvero le menti e i cuori dei più fragili, e che di artistico, di bello dentro, non ha nulla. Un inquinamento di suoni che non lascia spazio per il silenzio e la riflessione interiore, per la preghiera o per la contemplazione della solenne magnificenza del creato».