Mons. Napolioni ai vigili del fuoco: «Grazie perché ci insegnate che la speranza è nelle piccole cose»

Martedì 4 dicembre al Comando provinciale dei pompieri la Messa celebrata dal Vescovo per la festa di santa Barbara, protettrice del Corpo

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Una grossa croce realizzata con corde, picconi e le scale da pompiere. Un altare semplice, con al centro il simbolo del Corpo dei Vigili del Fuoco. È questa la cornice che nella mattinata di martedì 4 dicembre a Cremona ha accolto un folto pubblico per l’annuale celebrazione della festa di santa Barbara, martire e protettrice dei pompieri, nella sede del Comando provinciale di via Nazario Sauro.

«Sono qui per esprimere gratitudine a chi quotidianamente serve le emergenze della nostra comunità. Chiediamo aiuto a santa Barbara», ha esordito il vescovo Antonio Napolioni celebrando la Messa insieme al suo segretario don Flavio Meani e al cappellano del Comando don Giuseppe Ghisolfi.

«Il brano di Isaia che abbiamo letto – ha spiegato il Vescovo nell’omelia – racconta di un germoglio che spunta dal tronco di Jesse. Ci ricorda che siamo chiamati non a distruggere, ma a far rinascere. La scure deve saper lavorare bene – come fanno i vigli del fuoco – che sanno distinguere tra ciò che è oggetto di intervento e cosa invece va salvato (case e famiglie, come ci ricordano i terremoti e le emergenze idrogeologiche)».

Nel silenzio di una sala attenta e partecipe, il Vescovo ha ricordato il valore delle piccole cose, delle azioni silenziose e discrete che però gettano il seme per un Bene più grande.«Beato chi vede la tua azione nelle piccole cose. Se il Signore avesse voluto risolvere i problemi del mondo con un colpo solo, avrebbe potuto certamente farlo. Invece ha preferito un modo paradossale: la croce. Come fece santa Barbara nel suo martirio: in questo c’è una sconfitta apparente che in realtà è una grande vittoria. Perché sono i piccoli gesti di amore e servizio che fanno grande una convivenza e seminano speranza. Questo è il metodo di Dio e anche nel lavoro dobbiamo ricordarcelo. Dobbiamo ricordarci di questa possibilità di essere più forti perché più umili, più attenti, discreti, capaci di discernimento. Voi ne fate una professionalità che non si ferma alle ore di lavoro, ma che diventa mentalità. Preghiamo non solo perché vada bene il vostro lavoro, ma perché tutti noi possiamo essere un po’ vigili del fuoco gli uni degli altri. Vedrete che la speranza vincerà sulla sfiducia».

Terminata la celebrazione, si sono avvicendanti il vicecomandante Massimiliano Russo – che ha letto la preghiera dei pompieri e il saluto del presidente Mattarella – e il comandante Filippo Fiorello che ha rivolto un saluto e un ringraziamento a tutti i presenti.

Infine, è stato il momento delle onorificenze consegnate dalle autorità civili e militari della città (tra queste il sindaco Gianluca Galimberti).

Poco dopo, sul piazzale antistante la caserma, la cerimonia si è conclusa con lo schieramento dei labari delle associazioni combattentistiche e d’arma e la deposizione di una corona presso la lapide dei caduti. Nell’aria il suono di una tromba militare, a ricordare chi ha dato e ogni giorno dà la vita per servire tutti noi.

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