Riflessioni sulla Passione – Parte seconda

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Riflessioni sulla passione, morte, discesa agli inferi e risurrezione di Nostro Signore Gesù

(dal commento al Credo di San Tommaso d’Aquino)

PARTE SECONDA

B – Come esempio.

Ma non è minore l’utilità che ci viene dal suo esempio. Come dice, infatti, il beato Agostino, la passione di Cristo è sufficiente per orientare tutta la nostra vita. Chiunque voglia, infatti, vivere perfettamente non ha altro da fare che disprezzare ciò che Cristo ha disprezzato e desiderare ciò che Cristo ha desiderato. Nessun esempio di virtù è infatti esente dalla croce.
Infatti:

1- Cerchi un esempio di carità? Eccolo. “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). Così ha fatto Cristo sulla croce. Se perciò egli ha dato la sua vita per noi, non ci dovrebbe essere pesante sopportare qualsiasi male per lui. Infatti: “che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?” (Sal 116,12).

2- Cerchi un esempio di pazienza? Ne trovi uno quanto mai eccellente sulla croce. La pazienza, infatti, si giudica grande in due circostanze: o quando uno sopporta pazientemente grandi avversità, o quando si sostengono avversità che si potrebbero evitare, ma non si evitano. Orbene, Cristo sulla croce sopportò grandi sofferenze: “Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c’è un dolore simile al mio” (Lam 1,12). E le sopportò con pazienza, perché “oltraggiato non rispondeva con oltraggi e soffrendo non minacciava vendetta” (1 Pt 2,23); ed “era come agnello condotto ai macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori” (Is 53,7). Inoltre poteva evitare tali sofferenze ma non volle. Nel Getsèmani disse infatti a Pietro: “Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di Angeli?” (Mt 26, 53). La pazienza di Cristo sulla croce fu quindi grande, per cui “corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli, in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l’ignominia“(Eb 12,1-2).

3 – Cerchi un esempio di umiltà? Guarda il crocifisso: è Dio che ha voluto essere giudicato sotto Ponzio Pilato e subire la morte “con giudizi da empio” (Gb 36,17), come fosse veramente un empio, perché dissero di lui: “condanniamolo a una morte infame” (Sap 2,20). Il padrone volle morire per il servo e lui, che è la vita degli Angeli, per l’uomo, “umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2, 8).

4 – Cerchi un esempio di obbedienza? Segui colui che si è fatto obbediente al Padre fino alla morte: “Come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l’obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti” (Rm 5,19).

5 – Cerchi un esempio di disprezzo delle cose terrene? Segui colui che è il Re dei re e il Signore dei signori, nel quale si trovano “tutti i tesori della sapienza e della scienza” (Col 2,3), che tuttavia sulla croce compare nudo, schernito, sputacchiato, percosso, coronato di spine, e in fine abbeverato con fiele ed aceto. Non legare dunque il tuo cuore alle vesti e alle ricchezze, perché i soldati “si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte” (Sal 22,19); non agli onori, perché io, “sono stato oggetto di insulti e di flagelli“; non alle dignità, perché “sul mio capo, intrecciandola, posero una corona di spine“; non ai piaceri, perché “quando avevo sete mi hanno dato aceto” (Sal 69,2).
In un suo commento al passo della Lettera agli Ebrei: “
Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l’ignominia” (Eb 12,2), S. Agostino dice che “l’uomo Cristo Gesù disprezzò tutti i beni terreni per dimostrare che si devono disprezzare“.
Preghiamo il Signore.

Immagine: dalla Via crucis, Gaetano Previati, Musei Vaticani