Lettera: ottobre 1996

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AMBALAU 18 ottobre 1996

Bisogna sempre chiamare in aiuto l’angelo custode, Maria, i Santi ed anche le anime contemplative su questa terra perché intercedano presso il Padre di ogni bontà e misericordia.

Gent.ma e cara Sorella,

La Grazia di Nostro Signore sia sempre con noi!

Oggi mi è arrivata la sua bella letterina insieme al materiale dalla base per celebrare la Giornata missionaria mondiale il 20 di ottobre 1996.

Non sono rientrato alla base di Nanga Pinoh perché ho avuto attacchi di malaria ed ero debole per rientrare, e poi affrontare di nuovo il viaggio molto lungo. Avrei rischiato poi di non poter celebrare la Giornata Missionaria almeno oltre che in Parrocchia, in altre stazioni grosse. Mi avrebbero consigliato di andare dal dottore, poi forse farmi ricoverare, poi forse far un periodo di riposo e via. Io sono un tipo che pensando all’ospedale mi ammalo di più ed allora c’è l’angelo custode che cerca di essere d’accordo con me, e con la Forza dei Dio tiene su. Guai se non fosse così! Anche i dayakki hanno una forza e una resistenza al dolore ed alla sofferenza che commuove, Io dico: “Sicuramente c’è Qualcuno che li sostiene, che li tiene su a secondo del variare dei loro bisogni e circostanze”! se no, non è possibile vivere in questo modo; certo bisogna ricorrere alle medicine ed anche al loro modo tradizionale di curare con erbe, ed altri intrugli che io chiamo “i misteriosi intrugli” “i grandi pasticci”. Ma quando per imprevidenza o poca saggezza non ci sono più, oppure non sono per niente efficaci, a chi ricorrere? Bisogna sempre chiamare in aiuto l’angelo custode, Maria, i Santi ed anche le anime contemplative su questa terra perché intercedano presso il Padre di ogni bontà e misericordia non solo per la salute dello Spirito, ma anche per quella del corpo che fanno un tutt’uno: la persona umana!

Mi è accaduto un fatto che ha fatto sì che non andassi via. Narrarlo brevemente prolungherà questa lettera ma non fa nulla. Come dicevo, nel plico della posta c’era solo la sua cara lettera dall’Italia con il Santino inserito. Il tutto ha un profondo significato missionario. Non riesco a capire come tale lettera sia arrivata così presto. Si vede proprio che come dice lei, cara Sorella, “la clausura è il grembo della missione” “dal nostro stare ferme dietro le nostre mura, nasce l’annuncio missionario che corre e di diffonde per il mondo intero”. Ed è arrivato fin qui in questo lembo di terra sconosciuto, da non essere segnato nemmeno sulla carta geografica del Kalimantan Barat. Poi le sue parole affiancate da quelle di Santa Teresina del Bambino Gesù completano il quadro missionario come un piccolo capolavoro rifinito. “Il mio cuore è pieno della volontà di Dio!… O come sento che mi perderei di coraggio se non avessi la fede, se non amassi Dio!… Se soffro, Dio mi darà la forza. Io l’amo ed Egli non mi abbandonerà mai!… Se non sapessi nulla di S. Teresina del Bambin Gesù, leggendo queste parole direi: “Qui c’è tutto quello che concerne la Santità come atteggiamento del cuore che ama e che ha immensa fiducia nel Signore, indipendentemente da quello che fa e che è! Mi pare poi che qui i teologi complicano le cose semplici quando commentano il passo del Vangelo di Marta e Maria o Maria e Marta, facendo una ridda di distinzioni e punti interrogativi. Ecco che Santa Teresina, e voi contemplative come lei, mettete insieme, facendo armonia in voi, sia Maria che Marta. La priorità va a Maria “che sta sempre con Gesù” e riesce a fare bene tutto quello che si deve fare dando la possibilità a Marta di servire, oppure di fare l’uno e l’altro con amore. Perché servire senza amore non serve a niente o ben poco! Sovente noi siamo loto Marta e poco Maria, senza armonia! Lo dico ai miei cattolici: “Ci sono in una settimana 168 ore ed è così difficile, un peso, dare un’ora, di Domenica, al Signore per stare con Lui. Sabato scorso avevo molta sete dopo un attacco di malaria. Sono andato verso sera ad una sorgente di acqua non molto distante dalla casa del Villaggio che funge da Casa Parrocchiale. È una benedizione del Signore che ci sia una sorgente di acqua. Ero quasi giunto ed ecco salta fuori un serpente (detto sawah) della lunghezza di quattro o cinque metri. Ebbi l’istinto di tirarmi indietro e lui invece di venire verso di me, andò via per conto suo. Ero sopra un piccolo rialzo da terra e lo vedevo veloce scivolare via muovendo l’erba verso la foresta. Quando fu ben distante mi portai alla fonte e bevvi a sazietà poi rientrai in case. Alle tre di notte si sente suonare il “Kotak” una specie di tamburo di legno che serve a richiamare la gente del Villaggio se c’è pericolo, oppure per un avvenimento importante. Tale richiamo proveniva dalle ultime case del villaggio, le più lontane. Avevano preso il serpente che aveva già divorato un maialino, inoltrandosi sotto la casa, rialzata da terra, di un dayakko. Questi, sceso a vedere di che cosa si trattava poiché gli animali facevano un gran fracasso alla vista del serpente lo uccise con la “parang” (scimitarra per tutti gli usi). Pesava 54 chili e, come è d’uso lo tagliarono facendone tante rotelle di carne, e ne distribuirono una rotelle per pata (casa famiglia). Ne toccò una anche a me. Dissi però di darmela già cucinata non avendo io la cucina ed essendo anche incapace di cucinare. Non era poi la prima volta che mangiavo carne di serpente. È buona, all’inizio sembra di mangiare carne di pollo, senza ossa, solo alla fine ha sapore amarognolo, di foglie o radici marcite in acqua stagnante. Ma va giù, soprattutto con il peperoncino e poi con il miglior ingrediente che è la fame. Dopo averne dato un pezzo ad ogni famiglia, con il resto si sono messi a fare festa. Ed è qui che per me sono sorte le difficoltà perché Marta ha avuto il sopravvento su Maria! Dovetti spostare la S. Messa (era di domenica) dal mattino (chiesta sempre da loro e non alla sera) alla sera! Molti arrivarono tardi ma arrivarono perché già …ubriachi!

Ero un po’ debole, ma alla Santa Messa ebbi tutta la forza di rimproverare e di affermare a piena voce che al Signore bisogna sempre dare il primo posto e l’ora migliore e non trattarlo da servo e metterlo all’ultimo posto! Prima la Messa! Dopo potete fare tutte le feste che volete e senza ubriacarvi! Chi vi ha dato il serpente e tutto l’occorrente per vivere è il Signore! Bisogna almeno dirgli grazie! La maggior parte dei presenti erano le donne ed erano le uniche a darmi ragione. Ed i pochi bambini che c’erano forse si domandavano zitti ed attenti, come mai io così mansueto con loro, soprattutto nel distribuire caramelle quando ci sono, riuscissi ad essere anche arrabbiato.

Ho raccontato tutto questo per dire che sotto tutti i cieli il Vangelo non ha mai avuto vita facile. E qui come da voi nell’opulento occidente, ha sempre il nemico in quel materialismo della vita che ha tutto occhi per la terra e niente o poco cuore per il cielo. Lo dissi anche ad un capo islamico: “guarda che io non voglio fare guerra a nessuno e nemmeno tu la devi fare a me. Noi dobbiamo essere fratelli uniti contro lo stesso nemico di ogni religione: materialismo ed ingordigia della vita) Volevo aggiungere anche “superbia della vita”, ma temevo di offenderlo. Mi disse solo che era rimasto meravigliato che io dicessi così, forse credeva che facessi valere i miei diritti contro di lui!

Ora chi dà in questa vita la testimonianza più grande contro le grandi nemiche dell’uomo di cui parla s. Giovanni? È vero che vanno scritte sia al maschile che al femminile. Ma penso che alla divina Maniera di Maria Madre di Gesù Cristo tocca a voi contemplative “compagne dell’Evangelizzazione e cuore della Chiesa” ridurre sempre più lo spazio d’azione di questo oblio di Dio che rovina la Chiesa tutta sotto ogni orizzonte.

Ora mi fermo nella chiacchierata dall’abbondanza del cuore. Lei cara Sorella non deve avere la preoccupazione di rispondere alle mie lettere. Anche se sono contento nel leggervi non vorrei togliere tempo prezioso alla vostra vita di preghiera che è già in sé apostolato!

Quando verrò in Italia […] verrò a trovarvi. Dovrete dirmi quale tempo sia più propizio cosicché io possa regolarmi secondo le vostre esigenze.

La saluto di cuore! Preghi anche per la mia salute! Estenda un augurio di santità a tutte le consorelle.

Riconoscente in Gesù, Maria, S. Giuseppe

P. Valentino Bosio, c.m.

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