SEPARATE…MA NON DIVISE: ULTIMO CAPITOLO

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Beati coloro che custodiscono le mie vie

e vegliano ogni giorno alle mie soglie,

chi trova me trova la vita.

(Prov 8, 34-35)

  La nostra comunità ha avuto la felice sorte di dimorare, dal 1817 al 2007, nel monastero attiguo al Santuario dedicato a Maria, Regina del S. Rosario: il Santuario di Fontanellato (PR). Detto Santuario frequentatissimo dalla diocesi di Parma, è meta di numerosi pellegrini della zona emiliana e di diverse altre regioni della nostra penisola. La sua origine risale agli inizi del secolo XVII. E’ sorto per lo zelo apostolico dei figli di S. Domenico nel propagare la preghiera del Rosario, nonché per un voto fatto dalla popolazione in occasione di un’epidemia mortale scoppiata nel 1630 da cui la B. Vergine preservò i suoi devoti.

  La risposta di Maria alla fede implorante delle anime attraverso i secoli è ampiamente dimostrata dagli innumerevoli ex voto che fanno l’ornamento più caratteristico del Santuario.

  Gli eventi bellici dei secoli XVIII -XIX con la loro triste storia di soppressioni di conventi e di monasteri hanno condotto nel 1817 a Fontanellato una piccola comunità di monache domenicane, le quali, sorrette dall’aiuto divino, avevano resistito alla dura prova di dover lasciare il loro monastero di Colorno, fondato dalla principessa Madre Giacinta Domenica Borbone, e di vivere in case private senz’abito religioso per sette anni. Ma la lunga attesa e le loro sofferenze furono compensate da una duplice gioia: quella tanto sospirata di trovare un asilo che ridonasse loro la possibilità di vivere la regola monastica che avevano professato; e la gioia inattesa di trovarsi accanto a una di quelle sedi di misericordia divina, in cui Maria si fa larga dispensatrice di grazie.

  La figura discreta e silenziosa di S. Giuseppe di cui il monastero portava e porta tutt’ora il nome, è il compendio più significativo della nuova missione che attendeva le nostre prime sorelle: servire nell’ombra del nascondimento Gesù e Maria, lavorare, donarsi senza essere viste perché essi fossero conosciuti, amati e accolti da una moltitudine di fratelli.

  Il lento corso del tempo ha portato a forti mutamenti di condizioni ambientali e di mentalità. Anzitutto nel 20° secolo, si è fatta via via più facile la viabilità. Ai nostri giorni il Santuario è meta quotidiana di pellegrinaggi. Ogni anno migliaia di persone accorrono a pregare la Madonna del Rosario di Fontanellato in un edificante esprimersi di fede e di devozione popolare. La riforma liturgica ha reso possibili le Messe vespertine e attualmente le varie celebrazioni eucaristiche si alternano nelle varie espressioni di culto mariano in un ininterrotto susseguirsi di preghiere, canti, processioni…

  Forti mutamenti si sono avuti anche in merito alla vita nei monasteri, in modo particolare dal Concilio Vaticano II. Dopo il Concilio, pe le monache l’antica norma del “non vedere e non essere viste” si è rivelata non più rispondente allo spirito della riforma liturgica conciliare. L’attuale disposizione chiede che le Monache possano vedere bene l’altare e che i fedeli possano essere partecipi delle nostre celebrazioni. Cosa che a Fontanellato non era possibile.

  Per la nostra Comunità è iniziato un lento processo di attenzione e di ascolto dei segni rivelatori della volontà di Dio. Il cammino di discernimento è stato fatto progressivamente, all’unanimità, sollecitato in alcuni momenti da fattori esterni, ma compiuto soprattutto nel desiderio di fedeltà alla nostra vocazione. Poco per volta la strada si è fatta chiara. La serena unanimità della Comunità, l’approvazione dei Superiori dell’Ordine e della Chiesa, gli aiuti inattesi e provvidenziali che il Signore ha posto sul nostro cammino, ci hanno confermato che la via intrapresa era conforme al volere divino.

  Il bisogno di un luogo dove esprimere meglio il nostro carisma si è incontrato col desiderio della Diocesi di Cremona di ridare vita ad un antico monastero utilizzato per decenni come centro diocesano di spiritualità.

  L’impegno che ci ha richiesto il trasloco ha reso più forte l’unità tra noi e non ci ha impedito di compiere un intenso cammino di preparazione spirituale. È stato per tutte tempo favorevole per ricordare con gratitudine il passato, vivere con passione il presente, aprirci con fiducia al futuro, punteggiando con particolari celebrazioni e momenti di preghiera le varie tappe.

Siamo giunte così all’8 dicembre 2007, giorno del nostro ingresso ufficiale a Cremona. Il Vescovo, i Sacerdoti e i seminaristi con numerosissimi fedeli ci hanno accolto in Cattedrale con un abbraccio veramente affettuoso e cordiale. L’Ordine Domenicano era rappresentato da alcuni Superiori della nostra comunità e da vari Confratelli della Provincia San Domenico in Italia. Il Vescovo Diocesano, nella sua omelia, ci ha subito poste nel cuore della “Santa Predicazione”, affidandoci fin dal nostro ingresso l’impegno di associarci con la preghiera e la penitenza ad una particolare iniziativa di evangelizzazione: la missione cittadina ai giovani. “Noi siamo convinti – egli ha affermato – che l’efficacia di questa missione, l’efficacia spirituale che tocchi il cuore di tanti giovani, dipenderà da voi. Certo dalla preghiera di noi tutti, certo dalla capacità di proporsi dei giovani missionari, certo dalla disponibilità di ascolto anche di quanti saranno incontrati, ma noi siamo certi che nessuna delle nostre parole potrà arrivare al cuore di qualcuno se in quel cuore prima non ha fatto breccia la vostra preghiera.”

  Il 6 gennaio 2008, è stata posta nella nostra nuova sede la clausura papale. Abbiamo sentito come rivolte a noi le parole della Lettera del S. P. Domenico alle Monache di Madrid: “Finora non disponevate di un edificio adatto alla vostra vita. Ora non potete più portare questa scusa perché, grazie, a Dio, disponete di locali idonei…” e con rinnovato slancio ci siamo riproposte di vivere come “apostole degli Apostoli”.

  In questi anni di residenza a Cremona abbiamo sperimentato che davvero il Signore ricambia col centuplo ogni sacrificio compiuto per Suo amore e col salmista cantiamo: “Celebrate il Signore perché è buono, eterna è la sua misericordia!..”.

Chi desidera approfondire la storia della nostra Comunità Monastica può leggere “Storia di una rinascita“.