FESTA PER GLI ANGELI IN CIELO: MARIA E’ ASSUNTA NELLA GLORIA!

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Bella, e tutta gloriosa,
la Vergine Maria passa da questo mondo a Cristo;
splende tra i santi come il sole tra gli astri.

Godono gli angeli, si rallegrano gli arcangeli per l’esaltazione di Maria.

(dalla Liturgia)

  Se sono degne di lode le festività di tutte le santi vergini, che fino al termine della loro vita conservarono la purezza della mente e del corpo, trionfando per la misericordia di Dio sulla sregolatezza di questo mondo, di quanta maggiore venerazione, fratelli, è allora degna quella solennità nella quale si celebra il transito della Vergine delle vergini da questa vita temporale al riposo eterno! Infatti crediamo non solo che ella è degna di essere ricordata da noi, ma che è ancora più degna di onore da parte degli stessi santi spiriti angelici, che esultano di solenne gioia nel vedere che la Madre del Signore e del sommo Creatore condivide insieme ad essi l’eterna beatitudine.

  Una madre, cioè, che ha concepito nel suo grembo ed è casta; ha generato un figlio ed è vergine; una madre immacolata, una madre incorrotta, una madre intatta: la Madre dell’unigenito Signore e Re di tutti, plasmatore e creatore di ogni cosa. È madre di colui che nell’alto dei cieli è senza madre e sulla terra è senza padre; di colui che nel cielo è nel seno del Padre secondo la divinità, mentre sulla terra è nel grembo della madre per aver assunto il corpo.

  Perciò la Vergine Maria è detta Madre dell’Unigenito Dio: degna del Degno, immacolata del Santo, una dell’Uno, unica dell’Unico. Infatti né sulla terra è venuto un altro unigenito Dio, né un’ altra vergine ha generato l’Unigenito.

  Per queste ragioni, ammirando la sua grandezza nel silenzio del nostro cuore, fratelli carissimi, eleviamo un inno di lode e diciamo: O veramente beata Vergine Maria, riconosci la tua gloria, quella gloria cioè che l’angelo ti ha annunziata; quella che Giovanni ha profetato per bocca di Elisabetta, quando non era ancora uscito dal suo grembo: «Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo!» (Lc 1, 42).

  Tu, o Maria, hai meritato di accogliere quella venuta promessa al mondo intero tanti secoli addietro; sei divenuta dimora dell’immensa maestà; solamente tu per particolare privilegio hai posseduto per nove mesi la speranza del mondo, il decoro dei secoli, la comune gioia di tutti.

  Colui che ha dato inizio ad ogni cosa, da te ha preso inizio e dal tuo corpo ha preso il sangue da versare per la vita del mondo.

  La vita di tutti i secoli è nata dall’unico tuo parto: tu hai meritato di chiamare figlio tuo il Padre degli angeli.

  Ecco, tu sei esaltata al di sopra dei cori degli angeli, accanto al figlio Re e, Madre felice, in eterno regnerai Regina. Colui al quale hai offerto l’ospitalità del tuo seno, ti ha dato il regno dei cieli.

  Ebbene fratelli, proprio nel dire queste cose, mi sembra che tutta la lode della sua gloria ne risulti sminuita ed ogni discorso cede alla magnificenza del suo onore.

  La lodino gli angeli, l’esaltino gli arcangeli, esultino con inni di lode tutte le potenze celesti e l’intera comunità dei santi. Ma ciò nonostante mi sembra che la dignità del suo onore sia ancora superiore.

  Fratelli, nel meditare queste cose non disperiamo né rifuggiamo la sua lode, anzi eleviamola sempre di più a seconda delle nostre capacità, ed esultiamo nella sua proclamazione, poiché la sua bontà soccorrerà ciò che manca alle nostre possibilità.

  Purifichiamo la nostra coscienza dalle opere morte e prepariamoci alla confessione di fede di un così grande nome. Ogni persona ed ogni età si premuri di adornare con una buona condotta di vita la celebrazione di una così grande festività. Ciascuno si sforzi di restare saldo in ciò in cui è stato chiamato.

  Dunque sia che essi siano nobili, sia ignobili, sia servi, sia liberi, sia uomini, sia donne, sia vecchi e sia giovani, tutti ugualmente ascoltino l’Apostolo dire: «State saldi nella fede, comportatevi da uomini, siate forti. Tutto si faccia tra voi nella carità» (1 Cor 16, 13-14).

  E se la santa Madre di Dio vedrà che noi che partecipiamo alla sua festività ci comportiamo in questo modo, facilmente impetrerà per noi la giusta consolazione nel presente e la vita eterna nel futuro, per dono del Signore nostro Gesù Cristo, che vive e regna Dio insieme a Dio Padre nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Rabano Mauro, Omelia sull’Assunzione della beata Vergine Maria;
PL 110, 55 B-56 D

Immagine: Bernardino Gatti, Pala dell’Assunta, Cattedrale di Cremona, 1572.