«Mettiamo al centro della vita Dio e Maria». Il Vescovo celebra a Caravaggio l’Apparizione

Mons. Napolioni ha presieduto il solenne Pontificale nella mattinata di giovedì 26 maggio alla presenza di centinaia di fedeli

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Mettere nel mezzo della propria vita Dio e Maria, perchè quando si mette al centro se stessi prevale solo l’egoismo, l’incapacità di dialogo, la chiusura in se stessi. È il messaggio che il vescovo Napolioni ha lanciato durante l’omelia del solenne Pontificale presieduto la mattina del 26 maggio, giorno anniversario dell’Apparizione della Vergine a Giannetta. Come sempre sono tanti tanti i devoti e i pellegrini che hanno partecipato alla solenne liturgia concelebrata dal vescovo emerito, mons. Dante Lafranconi, dal rettore del santuario don Antonio Mascaretti, dall’arciprete di Caravaggio, mons. Angelo Lanzeni, dal vicario della zona pastorale prima don Marco Leggio, dai sacerdoti cooperatori del grande complesso mariano e da molti preti del circondario. I canti sono stati proposti dall’Unione Corale “don Domenico Vecchi” diretta da Fabiana Nisoli e accompagnata all’organo dal maestro Roberto Grazioli.

Al suono festoso delle campane della basilica, alle 9.55, è partita la processione introitale dal centro di spiritualità del Santuario: una cinquantina i presbiteri presenti preceduti dai ministranti del Santuario e dallo stendardo mariano che ricorda il prodigioso incontro tra la Vergine e la giovane donna avvenuta nella campagna circostante il borgo di Caravaggio il 26 maggio del 1432. Percorso il grande piazzale i ministri si sono diretti al sacro fonte: proprio nel luogo in cui Maria apparve, mons. Napolioni, con accanto mons. Lafranconi, ha iniziato la celebrazione liturgica ed ha introdotto l’atto penitenziale. Passati dinanzi ai rubinetti da cui scorre costantemente l’acqua benedette i presuli si sono segnati, poi sono usciti dalla parte opposta, tra due ali di pellegrini, per entrare solennemente dal portone centrale. Gremitissima sia la grande navate sia quella piccola dove al centro è stato posto il simulacro dell’Apparizione. In prima fila le autorità civili e militare, con il sindaco di Caravaggio, Giuseppe Prevedini nel primo posto. Attorno anche tanti ammalati e disabili in carrozzina.

Mons. Napolioni ha giocato l’omelia sull’«essere in mezzo». Anzitutto ha ricordato che il Santuario di Caravaggio – la sera prima illuminato così bene dalle fiaccole da sembrare la Cupola di San Pietro in Vaticano – si trova in mezzo alla nostra regione ed è così caro alla devozione non solo dei cremonesi, ma di tutti i lombardi. Poi ha rimarcato che più l’uomo cerca di essere in mezzo e più crea storture in tutti i campi. Ha ricordato per esempio la chiusura, per egoismo, dei confini di questa Europa che ha faticato tanti anni per essere aperta, ma anche la crisi economica, che «ci ha fatto persino mangiare già ora la pensione dei nostri figli». Per non parlare poi del deteriorarsi continuo dei rapporti interpersonali, soprattutto tra generazioni diverse. La soluzione, per mons. Napolioni, è imparare a farsi da parte per «mettere in mezzo Dio e Maria». Quest’ultima poi con il suo silenzio e la sua tenera maternità offre a tutti gli uomini una modalità concreta di rapporto con il mondo e con i fratelli.

Il presule ha quindi sottolineato come il santuario, nel corso della sua lunga storia, è stato prima “ospedale” per i malati del corpo ed ora è, invece, luogo di cura e di consolazione per quanti sono malati nel cuore e nell’anima: «Noi siamo tutti un campo di battaglia, permettiamo al Signore di guarirci. Dio viene nella nostra vita concreta, nel nostro cuore confuso».

Al termine della sua riflessione mons. Napolioni ha rimarcato come Dio è sempre presente in mezzo alla vita degli uomini e non occorre cercarlo correndo da un’apparizione all’altra: «Lui è con noi ogni giorno fino alla fine dei tempi». Ed è grazie a Lui che possiamo sanare le relazioni interpersonali ed è sempre grazie a Lui che riconosciamo la necessità degli altri: «Non è un caso che Maria dopo l’Annunciazione corre dalla cugina Elisabetta: la Vergine ha bisogno di condividere con gli altri quanto accade nella sua vita».

Terminata la celebrazione eucaristica mons. Napolioni, prima della benedizione, ha annunciato due nomine importanti: don Massimo Calvi, parroco di San Sebastiano in città e vicario giudiziale, sarà il nuovo vicario generale in sostituzione di mons. Mario Marchesi, mentre don Giampaolo Maccagni, guida della comunità cittadina di San Francesco e vicario della zona pastorale sesta, sarà il nuovo vicario per il clero e per il coordinamento pastorale in sostituzione di mons. Mario Barbieri e don Irvano Maglia. Con loro, nelle prossime settimane, il presule fare le altre nomine così che in settembre si potrà partire con l’organico rinnovato per il nuovo anno pastorale. Il vescovo Antonio ha chiesto di accompagnare anche questa ulteriore opera di discernimento con la preghiera costante.

La celebrazione si è conclusa con la supplica recitata davanti al simulacro dell’Apparizione e la benedizione apostolica con annessa indulgenza plenaria.

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